In attesa dell’inizio ufficiale della nuova regular season NBA 2019-2020 la pre season regala un ampio spettro di notizie. Sia inerenti al mondo del parquet in senso stretto che non. Dalle notizie di basket mercato alle polemiche rap fra leggende del passato e campioni del presente.
DAME D.O.L.L.A. VS SHAQ DIESEL
La pre season NBA è in grado di regalare un ampio ventaglio di notizie lontano dal parquet. Talvolta non inerenti al gioco in senso stretto, tantomeno al mondo della pallacanestro nella sua dimensione sportiva. Questa volta è il mondo del rap a dominare la scena fuori dal parquet che conta. Più nello specifico, la settimana NBA è stata dominata dalle polemiche fra Damian Lillard e Shaquille O’Neal. La questione ha avuto inizio quando la point guard di Portland, ai microfoni del Joe Budden Podcast, si sarebbe definito un rapper migliore dell’ex stella di LA. Ma non è finita qui, perchè ad alimentare le polemiche sono state le parole non propriamente al miele del campione dei Blazers.
Penso di essere più bravo. L’ho sentito rappare, ma credo che la gente al tempo non lo considerasse un vero rapper e fosse soltanto interessata al fatto che ci fosse lui, Shaquille O’Neal, dietro un microfono. Piaceva perché era Shaq, per questo ha fatto il successo che ha fatto.
Da li la polemica ha avuto inizio. Questo dal momento che, per quanto si sia trattato di una “semplice” opinione, lecita o meno che sia, ha suscitato l’immediata reazione di Shaq.
Prenditi tutto il tempo che vuoi per rispondere / non c’è fretta / non sarai mai Westbrook / e neppure Curry. Cosa c’è nel tuo portafoglio / American Express o Visa / Parli come se fossi (Le)’Bron / non sei neppure Trevor Ariza. Chiamami quando vinci tre titoli NBA back-to-back-to-back / Perché vuoi diventare un rapper / quando i rapper vogliono diventare Shaq”.
Ha così avuto inizio il cosiddetto “rap game”, una lotta a suon di rime fra le due stelle. Con, naturalmente, l’immediata risposta di Lillard, che con altrettante rime ha dato ben poco credito al ruolo di Shaq nelle vittorie dei suoi titoli NBA. Da Kobe Bryant “Kobe won you them rings” a Dwayne Wade “Even in Miami, won that on the strength of Flash”, i protagonisti, a detta della point guard di Portland, sono sempre stati altri.
SIMBOLO DEI RAPTORS
Spostiamo ora l’attenzione al basket mercato, più nello specifico in riferimento ai Campioni NBA. La deludente campagna acquisti, in particolare con la mancata sostituzione dell’MVP Kahwi Leonard, ha dominato la scena estiva della franchigia canadese, che conclude la sua transazione di basket mercato più importante a ridosso della regular season.
Ma Toronto ha deciso. Nell’attesa della definitiva esplosione delle sue stelle ancora grezze (Pascal Siakam su tutti) è Kyle Lowry il simbolo di una squadra chiamata alla difesa di un titolo che ha avuto dello storico. Il rinnovo, di un anno, ridimensiona la cifra percepita in questa stagione dal playmaker: dai 33,3 milioni attuali ai 31 che guadagnerà la stagione successiva, la 2020-2021.
Le ragioni del rinnovo sono una diretta conseguenza del lascito di questa post season estiva. Lowry, con l’uscita di scena da Jurassik Park di Leonard, rimane il vero simbolo di questa squadra, tatticamente e psicologicamente. L’intera franchigia conta sul suo ruolo, in termini di carisma ed esperienza, per regalare ai propri tifosi una stagione degna di questo nome. Perchè quando sei chiamato a difendere un titolo NBA, le aspettative sono le più alte che potresti affrontare.
Nessuno, del resto, avrebbe potuto pronosticare lo scorso anno la vittoria dei Raptors. Non quantomeno con certezza, ma più che altro col cuore. Adesso i fatti non danno altra scelta se non credere che Toronto possa e abbia il dovere morale di affrontare una grande stagione, difendendo il proprio storico titolo.
Ujiri ha deciso di aggrapparsi a lui. Una free agency sarà disponibile dalla prossima estate, quindi per il playmaker non ci saranno possibilità di trattative o di pensieri rivolti ad altre squadre. La sua esperienza si rivelerà decisiva, nell’attesa della definitiva consacrazione delle stelle del domani dei Raptors.