A 5 giorni dalla fatidica Trade Deadline, le acque del mercato NBA iniziano ad agitarsi. Dopo le prime scaramucce delle settimane precedenti, vedi l’arrivo di Bol Bol ai Pistons bloccato al momento delle visite mediche e lo spostamento di Bryn Forbes in maglia Nuggets, nella notte è scoppiato il primo botto di una certa rilevanza. Non è uno di quegli scambi che, con effetto domino, porterà altri giocatori a muoversi di conseguenza. Ma l’accordo raggiunto tra i Los Angeles Clippers, reduci dalla vittoria nel derby coi Lakers firmata Reggie Jackson, e i Portland Trail Blazers, nonostante tutto ancora in lizza per un posto al Play-In grazie a una Western Conference molto meno esigente delle ultime annate, indica chiaramente la direzione sulla quale vogliono insistere le rispettive franchigie nel prossimo futuro. Per diletto e gioco, da qui al 10 febbraio ci divertiremo qui sul sito a commentare e a giudicare le trade NBA, assegnando a ciascuna squadra coinvolta nello scambio un voto da 1 a 10. Chi sarà promosso a pieni voti, chi rimandato a settembre, chi clamorosamente bocciato. Saremo insegnanti severi o professori permissivi? Qui troverete le situazioni salariali franchigia per franchigia, in modo da avere sempre sott’occhio lo spazio di investimento a disposizione e gli scenari futuri di ogni squadra.
LOS ANGELES CLIPPERS ottengono: Robert Covington (1×12) e Norman Powell (4×70)
PORTLAND TRAIL BLAZERS ottengono: Eric Bledsoe (2×37), Justise Winslow (2×8), Keon Johnson (rookie contract) e la scelta al secondo turno del Draft 2025
LOS ANGELES CLIPPERS: 7,5
Stanti le recentissime dichiarazioni di Lue, Kawhi Leonard non dovrebbe essere prossimo al rientro, almeno considerando la stagione in corso. L’infortunio di Paul George ha rallentato ulteriormente la marcia dei Clips, che in ogni caso si mantengono al momento all’8° posto a Ovest col record al .500. Troppo buono per cedere i pezzi buoni e attendere il ritorno dei due alfieri, troppo lontani dalle prime per poter ambire, col ritorno anticipato dei due, a qualcosa di tangibile da maggio in poi? Los Angeles è riuscita a tutelarsi in entrambi i casi. Il contratto di Powell poteva apparire sproporzionato se inserito nel disfunzionale contesto di Portland, ma un difensore sulla palla e un microonde offensivo come lui, al fianco di Leonard e George, non potrà che tornare utile nelle closing lineup dei futuri playoff. La firma di Covington, d’altro canto, è da leggere come la volontà di tamponare nell’immediato la mancanza di un leader difensivo sul perimetro. Una volta tornati Kawhi e PG, Covington potrà firmare un contratto, a cifre sicuramente inferiori a quelle attuali, garantendosi un ruolo di specialista difensivo estremamente ricercato nell’NBA moderna. A Portland ha dimostrato di non essere in grado lui di elevare la qualità del sistema in prima persona. Ma ci ricordiamo tutti di quanto i Sixers si sono mangiati le mani quando lo hanno lasciato partire. Un voto troppo alto non terrebbe conto delle incognite fisiche che circondano le due stelle: se tornassero sane e sui livelli del passato, Powell e Covington sono scudieri tra i più affidabili dell’intera NBA. Il salary cap è già bello intasato, e si prevede il pagamento reiterato della luxury tax. L’all-in prevede questo: alti rischi per alti benefici…
The sitcom we need in LA @kawhileonard x @npowell2404 #Clippers #NormanPowell #Kawhi pic.twitter.com/i6HWztAn8N
— SNBets (@SNBets) February 4, 2022
PORTLAND TRAIL BLAZERS: 7
Il possibile ritorno di Damian Lillard per la parte finale di stagione non deve illudere i tifosi Blazers. Il progetto attorno a Dame e CJ McCollum, non lo scopriamo certo oggi, è chiaramente naufragato. Essendo i due contratti quasi impossibili da muovere se non legati a emergenze o panic button premuti sconsideratamente da altre squadre, il gm ad interim Joe Cronin ha iniziato a lavorare a operazioni di contorno, per garantire una maggiore flessibilità salariale. Il contratto di Winslow è il più classico dei filler: difficile immaginare un ruolo centrale nell’NBA del 2022 per un prospetto che ormai ha perso gran parte del proprio appeal. Non devono ingannare le cifre del salario di Eric Bledsoe: dei 19 milioni segnati per il 2022/2023, poco più di 3 sono garantiti. Si sente odore di taglio da chilometri di distanza. Le prese più intriganti per Portland sono quelle di giovani e scelte. Immaginare quanta rilevanza possa avere la scelta al secondo giro del 2025 è impossibile, ma intanto è un possibile tassello da inserire nell’ottica di una ricostruzione post Lillard. Keon Johnson è l’ago della bilancia della trade: se dovesse confermare le ottime impressioni destate nell’anno a Tennessee e confermare gli sviluppi palla in mano evidenziati negli Agua Caliente Clippers, affiliata G-League di Los Angeles, le prospettive per il futuro sono più che rosee. Essersi liberati di un contratto pesante come quello di Powell, senza il quale Portland aveva inanellato una buona striscia sino al season ending injury di Nassir Little, alleggerisce il portafoglio di Cronin in vista di una free agency comunque complicata. Occhi ben puntati su Keon: ne sentirete parlare…