Con solo tre partite giocate nella notte NBA c’è materiale per una buona mattinata di highlights e non solo perché due scontri erano materiale da potenziale finale di conference.
Celtics alla deriva
Difficile dire che cosa affligga i Celtics in questa stagione, ma di certo come diceva Marcus Morris, manca la voglia di divertirsi e giocare insieme. A Toronto arriva una sberla che deve far pensare, ma soprattutto giunge in una serata in cui i Raptors assistono 33 dei 46 canestri segnati, senza avere una serata al tiro clamorosa o facendo qualcosa di trascendentale. Non sembra esserci nulla all’interno dell’animo dei Celtics: la prestazione da 3-10 di Irving, le palle perse banali, la mancanza di voglia di lottare permette ai Raptors una vittoria che vede sfollare il palazzetto già a metà quarto periodo in una potenziale finale di conference che lascia un deciso retrogusto amaro, soprattutto ai biancoverdi che vedono allontanarsi il fattore campo nei playoffs in una debacle che sta pericolosamente continuando per troppo tempo.
Mile High Basketball
I Nuggets sono la squadra più bella da vedere di questa stagione e Nikola Jokic uno dei giocatori da appuntarsi sul taccuino e goderne in ogni situazione. Dopo la tripla doppia sfiorata contro la diretta rivale per il secondo posto, si sentivano i canti MVP-MVP dalle tribune, ma lui stigmatizza:
Sono contento di questi cori nei miei confronti, ma credo che ci siano giocatori molto più meritevoli di me che vinceranno il titolo di MVP.
È decisamente un’anti-stella per eccellenza, ma i suoi Nuggets possono essere considerati la bestia nera di OKC, infatti i Thunder in tre scontri quest’anno con Denver hanno comandato per 12,14′, pareggiato per 6.22′ e inseguito per 1.25 ore di gioco. Come si suol dire quando una squadra “ha i numeri” dei propri avversari.
Bel siparietto durante il match quando Westbrook viene toccato sulla spalla da un bimbo in prima fila. Russ lo guarda, ci ragiona un attimo poi lo saluta, gli porge il cinque e se ne va facendo felice il bimbo evidentemente tifoso avversario. Dopo il gesto di ieri di Doncic che ha regalato le sue scarpe firmate a un bimbo in prima fila allo Staples, l’umanità dei giocatori NBA è in deciso aumento.