Una notte unica, memorabile, immaginata solamente nei sogni più benauguranti fino ad oggi e difficilmente replicabile nel prossimo futuro. Nel San Lorenzo delle stelle nascenti della pallacanestro mondiale, tre giocatori dal passaporto italiano sono stati selezionati tra i 58 giovani dell’NBA Draft 2022. Mai accaduto prima che tre nostri connazionali entrassero contemporaneamente dalla porta principale della Lega più competitiva del mondo. Il Draft è una scienza inesatta, lo sappiamo benissimo. Ne abbiamo avuto riprova in passato e ne avremo altrettante negli anni a venire. Più che immaginarsi prospettive, chimica con compagni e staff delle franchigie che hanno investito su di loro, scenari di trofei alzati o traguardi individuali, oggi concedeteci di celebrare Paolo Banchero, Gabriele Procida, Matteo Spagnolo e le altre nuove stelle del firmamento cestistico. Senza caricarli di pressione, ma regalando il giusto proscenio a storie, personalità ed emozioni che questi ragazzi si porteranno dietro per la vita intera. Il tutto, come da prassi NBA, condito da colpi di scena, teatralità e deformazioni eccessive, solo per il gusto di spettacolarizzare anche la narrativa più scialba e anonima.
ITALIANS DRAFT IT BETTER
Il Willy Wonka di Tim Burton sarebbe andato fierissimo dell’outfit di Paolo Banchero. Che sia un indice più di personalità che di buon gusto, a voi la scelta. Quanto di meno italiano ci si aspetterebbe. Speriamo proprio di poterlo perdonare in futuro. Perché neanche su Andrea Bargnani, unico altro italiano scelto con la #1 assoluta del Draft, nemmeno su Gallinari o Belinelli il nostro movimento ha riposto le stesse aspettative. Fregiarsi del merito di aver formato la nuova pietra miliare del progetto degli Orlando Magic sarebbe assai da ipocriti: Paolo non è un prodotto formato dal nostro sistema giovanile. Non ha mai toccato il suolo del Bel Paese, neanche per una vacanza nella Liguria di nonni e trisavoli. Banchero è un ragazzo di Seattle, cresciuto in un contesto pienamente americano, ma che si dichiara orgoglioso delle origini tricolori. Un bel biglietto da visita per Petrucci e soci, da esibire agli occhi dei meno attenti per nascondere le falle di un sistema che fa acqua da tutte le parti. Sarebbe ancora più ipocrita criticare Banchero quando vestirà la maglia azzurra (non a Eurobasket 2022 ma dalle rassegne successive), non limitandosi a esibire la bandiera nella bio di Twitter. Le quotazioni dei bookmakers lo davano come favorito per la prima scelta, nonostante alcune voci autorevoli indicassero Jabari Smith o al più Chet Holmgren come indiziati per diventare il primo Magic dai tempi di Dwight Howard ad essere chiamato così in alto. All’ultimo momento, almeno così sembra, il front office della Florida ha cambiato idea, convincendosi delle doti di creatore offensivo e della visione di gioco del prodotto di Duke. Paolo si è professato felice del supporto giuntogli via social dagli appassionati italiani. A prescindere dal futuro in NBA, la maglia azzurra con la quale vorremo vederlo raccogliere più allori non sarà quella di Orlando. Indizio: non è nemmeno il blu di Philadelphia, Detroit o Golden State. No, nemmeno quello di Denver. Il cerchio si restringe. Buona fortuna, Paolo.
The 2022 Number 1⃣ overall pick, Paolo Banchero 📸 pic.twitter.com/FPiHS20w4h
— NBA Draft (@NBADraft) June 24, 2022
Non fate troppo affidamento al logo della franchigia accanto al nome e cognome del prospetto selezionato al primo o secondo giro del Draft. Alcune delle scelte erano già state incluse in trade precedenti alla notte del Draft, mentre altre ancora sono state scambiate appena dopo la formula recitata da Adam Silver (Banchero con la A, non “BEnchero”, grazie). Non saranno quindi i Portland Trail Blazers la squadra di Gabriele Procida. Ammesso che lo sarà qualcuna oltreoceano, questa saranno i Detroit Pistons. Gabriele è uno degli atleti che nell’ultimo mese, tra Draft Combine e colloqui con le varie dirigenze NBA, ha riscosso maggiore successo. L’ambizione di raggiungere addirittura le ultime scelte del primo giro, che gli avrebbero garantito un contratto a sei zeri almeno biennale con qualsiasi franchigia nordamericana, erano effettivamente infondate. Ma la #36 è comunque un ottimo punto di partenza: la combinazione tra l’esplosività atletica, la creazione dal palleggio e la meccanica pulitissima dell’ex Cantù lo rendono un prospetto su cui gli scout NBA (Mike Schmitz per primo) avevano puntato gli occhi già da diverso tempo. L’annata in Fortitudo è andata decisamente al di sotto delle aspettative: con i se e con i ma non si scrive la storia, eppure immaginarsi un talento come quello di Procida, ancora da sgrezzare ma dai flash innegabilmente abbaglianti, nelle mani di Jasmin Repesa lo avrebbe proiettato forse ancora più in alto. Non è dato al momento sapere come Motor City vorrà gestire il ventenne comasco. Difficile immaginarlo immediatamente nel roster a disposizione di Dwane Casey. Lo aggregherà per la Summer League? Lo stasherà come Petrusev, Koprivica o Jokubaitis, mantenendo i suoi diritti NBA ma lasciandolo crescere in Europa (si vociferava di un interesse concreto dell’ALBA Berlino: visti i precedenti con Simone Fontecchio, quasi quasi…)? Le qualità per meritarsi elogi dalle parti di Auburn Hills, Procida le ha tutte. Il dubbio non è se, ma quando. Buona fortuna, Gabriele.
Nessun dubbio attorno all’immediato futuro di Matteo Spagnolo. Almeno per la prossima stagione, la guardia di Brindisi giocherà ancora nel Vecchio Continente. Nel frattempo, i Minnesota Timberwolves si sono cautelati, opzionandolo con la #50 e acquisendo le sue prestazione nel momento in cui lo riterrà all’altezza di condividere il campo con Towns ed Edwards. Al primo anno tra i professionisti, le ottime cifre in cabina di regia al fianco del neoassistente della Nazionale Peppe Poeta non sono state sufficienti per evitare la retrocessione di una sfortunatissima Vanoli Cremona. Matteo, d’altro canto, ha dimostrato che, nonostante la carta d’identità riporti 10 gennaio 2003, è già pronto per portare un contributo tangibile a un livello competitivo. Non è chiaro se il ricambio generazionale nel frontcourt del Real Madrid riguarderà anche l’ex Stella Azzurra: vederlo “relegato” con un ruolo alla Nunez potrebbe non essere l’ideale per la crescita di Matteo. Per il bene della LBA, saremmo felici di riaccogliere Spagnolo almeno per un altro anno, magari in una delle squadre che giochino anche una competizione europea. Capiremmo tuttavia se Pablo Laso decidesse di monitorare Matteo ancor più da vicino, affidandolo a una squadra di ACB, competizione nazionale dal livello medio secondo solo alla NBA. Al netto di tutte questi immaginari, quel che è certo è che la dirigenza appena insediatasi a Minneapolis punta su Spagnolo. Tim Connelly era a Denver quando, durante lo spot di Taco Bell, Nikola Jokic è entrato nella Lega. Lungi da noi figurarsi Spagnolo futuro MVP, ma l’attestato di stima e valore da parte di una delle menti più lucide del panorama NBA è di assoluto rilievo. Buona fortuna, Matteo.