Top pick e primo giro: fatto
Secondo e terzo giro: fatto
Oggi parliamo di quel mix di giocatori che classicamente rientrano in due categorie specifiche in grado di cambiare le sorti del vostro fantasy NBA: i veterani di comprovato valore e insospettabile costanza, i rookie-sophomore-junior che potrebbero esplodere e regalarvi uno steal of the draft.
Ceiling vs consistency
In questa categoria rientrano due giocatori con diverse prerogative: il primo prontissimo per il lancio definitivo ovvero Anthony Edwards che dopo la prima stagione nella Lega potrebbe essere quell’upside dal sapore d’incognito che in molti non voglio esplorare, ma che se dovesse cliccare potrebbe fare la differenza. Sempre in questo novero troviamo un campione in the making come Ja Morant che potrebbe fare un ulteriore passo nella sua carriera e diventare veramente mostruoso nel mettere punti a tabellone e fantapunti nel tabellino. A un tier inferiore, ma pur sempre di grande interesse, ci sono il compagno di squadra Jaren Jackson Jr e John Collins che ha già fatto vedere in preseason di cosa (diavolo) sia capace sopra il ferro.
La “pecora nera” della categoria è Tobias Harris, giocatore poco sexy, anche spesso bistrattato forse ingiustamente (anche se guardando il contratto…) ma che ormai da qualche stagione porta alla sua causa (e a quella dei suoi fanta manager) punti con discreta continuità. Non aspettatevi grandissimi fatturati inaspettati, ma costanza quella si.
Almeno un centro di questi
Ormai lo sapete in centro qualcuno bisogna mettere e non è contemplata la small ball o la spread offense, per questo uno sciamano d’area serve. Qui mettiamo un gruppo di giocatori che, se non siete riusciti a coprire il ruolo precedentemente, sono un must have. Rudy Gobert, Jusuf Nurkic e Clint Capela sono veterani di comprovato rendimento con Nurkic che, se stesse lontano dagli infortuni, avrebbe la possibilità di essere il migliore grazie a punti nelle mani e presenza vicino al ferro. Capela e Gobert sono i classici rim protector e finisher in attacco a cui puoi chiedere molto poco di più, per questo i punti segnati saranno sempre limitati.
Dopo questi c’è DeAndre Ayton, reduce da un’ottima stagione e in contract year, ma anche nella squadra di Booker e Paul, quindi se da una parte potrebbe essere il suo momento, dall’altra ci sono due maschi alfa. Infine arrivano Richaun Holmes e Christian Wood, giovani pronti a dire la loro per davvero ma in due contesti che definire allo sbaraglio è dire poco.
Veterani sempre presenti
Tutti questi giocatori hanno nella condizione di salute un grosso punto di domanda. Se Russell Westbrook è sempre stato una specie di highlander del parquet, gli anni avanzano anche per lui e soprattutto ora è in una squadra che ha Davis e James, quindi potrebbe rendere il suo gioco più efficiente in meno tempo in campo, con il dubbio se sarà in grado di farlo. Chris Paul con punti e assists è una sicurezza, ma anche qui siamo in una fase in cui il fisico potrebbe essere un problema non da poco per quanto riguarda le presenze in campo. Discorso simile anche per CJ McCollum che ha solo nei punti la sua qualità migliore e quindi per questo “sacrificabile” sull’altare di scelte più redditizie. Molto poco “fantasy prone” invece la copia Jrue Holiday-Terry Rozier, con il primo campione uscente e giocatore di comprovato valore squadra, ma non esattamente una macchina da punti, mentre di Rozier dobbiamo ancora capire il posto nel mondo.
Dopo avervi provato ad aiutare nelle scelte “facili”, nel prossimo pezzo entriamo nel sommerso dove vi proveremo a dare qualche chicca per i vostri ultimi giri, quelli che veramente possono essere chiamati a completa ragione “steals of the draft”.