NBA Finals, l’esperienza di Iguodala e l’incostanza dei Raptors

290
Rapper Drake, right, says something to Golden State Warriors forward Draymond Green (23) after the Toronto Raptors defeated the Warriors in Game 1 of basketball’s NBA Finals, Thursday, May 30, 2019, in Toronto. (Nathan Denette/The Canadian Press via AP) ORG XMIT: NSD139

Gara due delle Nba Finals non delude le aspettative e vede i Golden State Warriors ritrovare la vittoria in condizioni tutt’altro che semplici.

INFERMERIA WARRIORS

Gli Warriors non sono mai stati in difficoltà fisica come in queste finali. L’assenza di KD continua, Curry ha giocato con la febbre, Klay non ha finito la partita per un problema muscolare, Cousins se va bene è al 30% e Iguodala patisce qualche acciacco. Eppure nonostante tutti questi problemi gli Warriors vincono in trasferta e lo fanno da Warriors, facendo valere anche l’esperienza.

Grande occasione persa per i Raptors?

LEONARD LA COSTANTE, SIAKAM MENO

Kawhi Leonard è chiaramente la costante dei Raptors, il suo apporto non manca mai. 34 punti e 14 rimbalzi che tengono a galla Toronto nonostante un 8/20 dal campo non eccellente. Non si ripete però Pascal Siakam (12 punti) ed è anche normale, la scorsa prestazione fu l’eccezione la quale però nulla toglie alle qualità del probabile MIP of the year. Cala il rendimento anche Marc Gasol che mette a referto solo 6 punti, e forse la differenza con gara 1 sta tutta in queste due prove.

VANVLEET ON FIRE

Continua però il momento magico di Fred VanVleet che porta dalla panchina un contributo fondamentale. In gara 2 sono 17 con 7/17 dal campo, sempre presente nei momenti caldi e tiene a contatto i Raptors anche dopo il micidiale parziale del terzo quarto. A livello di punti l’unico contributo di rilievo fuori dal quintetto, non va però dimenticato Serge Ibaka, decisivo con fisico e rimbalzi.

TERZO QUARTO ALLA WARRIORS

Il terzo quarto di Golden State è semplicemente micidiale. 34-21 dopo aver perso i primi due parziali, il tutto con una run da 18-0 in grado di spaccare le gambe a chiunque. Corsa, contropiedi tiri rapidi, tutto il marchio di fabbrica dei Warriors in pochi minuto. A condurre ovviamente Steph Curry, ma il vero motore è Draymond Green autore ancora una volta di una prova decisiva da 17-10-9 conducendo spesso la transizione a conclusioni veloci e funzionali.

IGGY IL VINCENTE

Vincere è questione di mentalità ma anche di esperienza. Negli Warriors nessuno ha più esperienza di Andre Iguodala, non a caso l’MVP del primo titolo di questa dinastia Warriors, e tutto questo si vede nell’ultimo tiro. Con i Raptors tornati a contatto arriva uno scarico pulito per Iguodala che ha tutto il tempo per pensarci e prendere la mira (e questo non rende affatto più facile segnare) infilando la tripla.
Game set and match, una pietra pesantissima su queste Finals.