Parte stanotte sul parquet della Scotiabank Arena di Toronto lo spettacolo delle NBA Finals che vedrà contrapposti i Toronto Raptors e i Golden State Warriors per l’atto finale che assegnerà il titolo di campione NBA per la stagione 2018/19.
Un’edizione che può essere ribattezzata “delle prime volte” per svariati motivi: la prima in cui, dopo otto anni di egemonia, non ci sarà LeBron James, volato a Ovest mancando i playoff con i Lakers; la prima per i Raptors, che con la vittoria 4-2 sui Milwaukee Bucks sono diventati la prima squadra canadese a raggiungere le Finals. La prima, infine, in cui Golden State non avrà il fattore campo a favore ed, eventualmente, sarà costretta a giocarsi la decisiva gara-7 in trasferta.
Le due squadre arrivano entrambe riposate all’appuntamento, con Golden State che ha potuto tirare il fiato per oltre una settimana dopo il “cappotto” inflitto ai Portland Trail Blazers e con Toronto che, invece, ha goduto di soli cinque giorni per rimettersi in sesto dopo la vittoriosa gara 6 che li ha incoronati campioni della Eastern Conference a discapito dei Bucks.

Vince Golden State perché
Qui la risposta è abbastanza semplice: sanno come si fa, anche senza Kevin Durant. Se spesso infatti si sente dire in giro che regular season e Playoff sono due sport differenti, lo stesso vale per le Finals e il resto della post-season. Esserci già stati per quattro anni di fila può fare tutta la differenza del mondo per un gruppo che negli anni ha mantenuto il proprio core con sporadiche aggiunte “minori”.
Oltre all’esperienza, dopo la gara-6 vinta sul campo dei Rockets nonostante l’infortunio di KD, gli Warriors e Steph Curry sembrano aver pigiato sull’interruttore giusto spazzando via gli impotenti Trail Blazers con un sonoro “sweep” che lascia poco spazio alle interpretazioni, anche grazie a una condizione fisica straordinaria di Iguodala e Draymond Green, dominanti in fase difensiva sia on che off the ball, e che mai come in questa stagione sono arrivati così in forma in questo periodo dell’anno.
Mentre DeMarcus Cousins si è autodefinito “abbastanza sano da poter rientrare”, è di lunedì la notizia che Kevin Durant salterà sicuramente gara-1 (molto probabile che salti tutta la serie a meno che la sua presenza non si renda strettamente necessaria), costringendo così Steve Kerr ad inserire lo stesso Iguodala in quintetto, probabilmente sulle tracce di quel Kawhi Leonard che rappresenta la minaccia numero uno per la difesa dei campioni in carica. L’idea di base in attacco, invece, sarà quella di dare continuità alle scelte e al flow della serie precedente, con la speranza che gli Splash Brother diano seguito a quanto fatto fin qui, risultando mortali soprattutto in quel pick ‘n roll con Draymond Green da bloccante, arma a cui le difese finora non hanno ancora trovato una contromisura adatta.
Barometro della serie per Coach Kerr sarà Steph Curry, reduce da una serie da MVP contro Portland chiusa con 36.5 punti a partita per un offensive rating di 128 e che sembra totalmente uscito dallo slump patito fino all’ultima partita della serie contro i Rockets.

Vince Toronto perché
Fattore campo a favore e miglior attaccante della squadra avversaria fuori per tutta la serie; esiste uno scenario migliore a disposizione dei Toronto Raptors per potere provare a vincere il titolo? Contrariamente a quanto affermano molti, l’assenza di Kevin Durant pesa negli equilibri della serie, con i Raptors che, con una minaccia in meno di cui preoccuparsi su entrambe le metà-campo, avranno la possibilità di dirottare su Steph Curry alternativamente a Kyle Lowry anche Kawhi Leonard, con l’intenzione di togliere dal campo il 30 e scommettendo quindi sulle percentuali degli altri quattro in campo.
L’obiettivo primario della squadra di Coach Nurse sarà quello di mettere qualche granello di sabbia tra gli ingranaggi degli Warriors, e il quintetto composto da Leonard, Siakam, Gasol, Danny Green e Lowry (quest’ultimo difensore sui piccoli fin troppo sottovalutato) può essere una bella gatta da pelare per Curry e compagni.
Innegabile e superfluo sottolineare come il destino dei canadesi passi dalle mani di Leonard, mostruoso contro i Bucks nonostante una gamba dolorante e che sarà chiamato agli straordinari contro una difesa ancora più complicata da affrontare, nonostante l’assenza di Durant. Oltre a Iguodala, infatti, è lecito aspettarsi che anche Draymond Green si occuperà sporadicamente del californiano, e in questo senso sarà fondamentale attaccare il ferro per caricare di falli i migliori difensori avversari.
Visto anche il pessimo rapporto tra le gare-1 e i Toronto Raptors, tutti questi discorsi potrebbero trasformarsi in semplici congetture in base all’andamento della prima partita, che difficilmente Toronto potrà sbagliare per tenere vive le speranze di negare il threepeat a Golden State. Una vittoria Warriors in gara-1 rappresenterebbe un colpo forse troppo duro da subire e renderebbe il divario forse insanabile perfino per quel cyborg ex Spurs.
Il pronostico
Come detto prima l’assenza di Durant e il fattore campo a favore di Toronto rendono la serie quantomeno equilibrata, anche se la bilancia sembra pendere ancora dalla parte dei campioni dell’Ovest. L’esperienza acquisita negli ultimi quattro anni avrà un peso non indifferente, e il ricordo della sconfitta di tre anni fa patita contro i Cavs potrebbe aiutare a non commettere gli stessi errori.