NBA focus: i Los Angeles Lakers e il periodo natalizio

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I Lakers sono arrivati a queste festività Natalizie impressionando addetti e non addetti ai lavori, ma qui proveremo a fare una sorta di radiografia dell’attuale stato degli angeleni dopo gli ultimi scontri che hanno ridisegnato i rapporti di forza fra le big.
Partiamo dal record -il dato più semplice di tutti: in data 16 Dicembre, poco prima di bagordi natalizi, i Los Angeles Lakers avevano già spiegato a tutta la lega che le loro intenzioni erano parecchio serie: 24 solidissime gare vinte al netto di sole tre sconfitte.

In pratica, tolto il derby con il Clippers dell’opening night e un paio di giornate “no”, aiutati anche una schedule piuttosto semplice nella parte iniziale (24esima come difficoltà se parametrata alle altre franchigie) gli angeleni capitanati da un Lebron James stellare, che sembra abbia passato l’intera estate nella fonte di Cocoon, e da un Anthony Davis quasi onnipotente su entrambi i lati del campo, hanno sostanzialmente passeggiato sulla quasi totalità delle squadre NBA.
Anche il supporting cast ed il coaching staff hanno fatto un lavoro egregio, trovando soluzioni interessanti per mascherare e coprire i (pochi) difetti dei Lakers con delle rotazioni e lineup difensive ad hoc (che grazie ad un uso chirurgico di Rondo, Bradley e Caruso, aiutano Lebron James a non accoppiarsi praticamente mai con le point guard avversarie) e velocizzare l’inizio dell’attacco (come, ma non solo, i fastbreak/passaggi lunghi/lob per Anthony Davis) senza costringere James a correre su e giù per il campo a mille km/h.

Quindi, partita finita? Consegnamo il Larry O’Brien trophy?

Just a moment please:

Nonostante poco prima di Natale tutti i media americani avevano già incoronato i Lakers come una delle tre squadre più forti di sempre, e riniziato le solite questioni su chi sia meglio fra LBJ ed MJ, i purple and gold hanno avuto un piccolo passaggio a vuoto che è interressante analizzare più nel dettaglio.
Possiamo iniziare da due dichiarazioni “piccanti” di James ed Anthony Davis che, a mio avviso, hanno mostrato una gestione dei social molto meno stellare rispetto a quella del loro pick and roll. Prima Anthony Davis, che dopo la sconfitta contro i Mavs del 2 Dicembre si lascia scappare un:

“We don’t want to lose two in a row. Ever.”

(Non vogliamo perdere due gare di fila in questa stagione, mai).

Poi un Lebron James che (un po’ ipocriticamente a mio avviso) dopo aver fatto la corte per tutta l’estate a Kawhi Leonard (e ovviamente al suo load management, perché dovunque Kawhi vada è chiaro oramai che le partite giocate saranno MASSIMO 65) si è concesso di assestare la solita frecciatina, come spesso fa, detta a mezza bocca che fa contenti i suoi supporter e lascia basiti gli haters:

Dichiarazione neutra, in teoria, se la questione load management non fosse il numero uno dei problemi della NBA 2019 e soprattutto se dopo pochi giorni, porprio prima di due match importanti lo stesso James sia stato tenuto a riposo per un non ben precisato “groin injury” che non ha impedito però al giocatore la presenza nella partita di Natale contro i Clippers e soprattutto nel back to back contro Portland e Lakers.

Vediamo il dettaglio delle gare degli angeleni per questo finale di 2019:

L: Pacers 105 – Lakers 102 (Dicembre 18):

Una sconfitta su cui c’è poco da dire. È stata la prima gara dopo una lunga serie in cui l’assenza di Davis ha cambiato completamente i ritmi offensivi dei Californiani. I Pacers si sono presi una vittoria nell’ultimo parziale di una gara fondamentalmente in equilibrio che avrebbe potuto prendere più volte entrambe le direzioni. Ottima prestazione di Domantas Sabonis e di Brogdon (specialmente sul lato difensivo) marcando un LBJ apparso non al meglio, ma comunque vicino alla tripla doppia con 20 punti, 9 assist e 9 rimbalzi.

L: Bucks 111 – Lakers 104 (Dicembre 20):

Primo degli scontri importanti di questa serie. Giannis vuole finalmente mostrare al mondo che è pronto a prendere lo scettro, e in una giornata dove mette 5 triple, 34 punti e se si incorona da solo durante un time out io non ho troppo da dissentire. I Lakers sono apparsi tutti un po’ sottotono e i Bucks sono costruiti perfettamente per forzare quella difesa perimetrale che fino ad ora è sembrato l’unito vero tallone d’achille dei purple and gold. Le 16 triple messe a segno da Milwaukee (41% netto dalla lunga distanza) sono state troppo difficili da recuperare nonostante un Davis da 36 punti e un’altra tripla doppia di LBJ.

L: Lakers 104 – Nuggets 128 (Dicembre 23):

Groin injury per James che si siede in panca per tutta la gara (ognuno pensi quel che vuole, la mia l’ho già detta). Vista l’assoluta dominazione della palla del 23 su cui si incentra di solito il gioco dei californiani, la gara dei Lakers è apparsa abbastanza strana e fuori copione rispetto al solito. La sintesi migliore l’ha offerta uno dei più giovani del roster, Kyle Kuzma che nel postgame conference ha citato che non è possibile sostituire lebron visto tutto quello che fa in quel sistema:

L: Lakers 106 – Clippers 111 (Dicembre 25):

La partita delle partite (almeno per ora). Lo scontro fra i titani della California del Sud avviene (fortunatamente) senza assenti importanti. Se la portano a casa i Clippers dopo che i Lakers hanno sostanzialmente dominato la gara per lunghi tratti. Nel tweet riportato sotto un Lebron James con visibile groin pain si lancia su Kevin Hart prima dell’halftime:

I Lakers natalizi, nonostante abbiano dominato la gara per lunghi tratti cedono nella seconda parte a dei Clippers apparsi più concentrati e determinati dopo l’halftime.

W: Trail Blazers 120 – Lakers 128 (Dicembre 29):
&

W: Lakers 108 – Mavericks 95 (Dicembre 30):

Con il roster nuovamente al completo i Lakers, superano solidamente e senza troppi problemi due ostici avversari di conference. Particolarmente importante il successo contro i Mavs i Luka doncic che era riuscito a batterli e metterli molto in difficoltà nei due precedenti episodi stagionali.

 

Trovare una sintesi completa di queste gare è difficile. Come anticipato, non credo che tutte le gare di regular season abbiano lo stesso peso, e le difficoltà espresse nelle sfide contro le “big” (Bucks e Clippers) contano, ma al netto di tutto è difficile negare che i Lakers sembrino la squadra migliore della Lega per gioco, solidità, lunghezza, star power e profondità del roster.

Rimane qualche dubbio se riusciranno a superare la minore età e il gioco perimetrale dei Clippers (e di Rockets e Bucks) che si sono dimostrati anche mentalmente più solidi nei due quarti periodi giocati nella gare in equilibrio, ma io non vedo l’ora di vedere una serie al meglio delle 7 fra queste squadre.
Probabilmente i playoff, come spesso fanno, saranno una sorta di onda che butterà giù tutti i castelli di sabbia fatti con le certezze che ci stiamo costruendo guardando la regular season. Ma sarà interessante guardare i match dei prossimi due mesi contro Bucks, Clippers, Celtics, 76ers e Rockets per capire ancora meglio di che pasta sono veramente fatte le big.

Per ora è tutto: stay tuned!

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