Quando scelgo le partite da vedere sul League Pass, per mio gusto personale do spesso la precedenza a squadre mediocri piuttosto che ai top team, per il semplice fatto che questi ultimi li vedrò spesso ai playoff, e poi perché anche in squadre dal record perdente ci sono giocatori che apprezzo particolarmente da vedere e che le rendono divertenti. Gli Atlanta Hawks appartengono a questa categoria, e nelle ultime settimane hanno anche dimostrato di essere più competitivi di quello che il loro record potrebbe far pensare.
GLI SPLASH BROTHERS DEI POVERI
Detto senza offesa per Trae Young e Kevin Huerter, ovviamente. Già dal draft, però, si è capito che l’intenzione degli Hawks era quella di creare una squadra dai principi simili a quelli di Golden State e, per fare ciò, bisognava partire da un duo di guardie che amasse spingere sull’acceleratore e sparare da tre. Young e Huerter, scelti entrambi al primo giro, in realtà si stanno dimostrando giocatori molto meno monodimensionali di quello che si potesse pensare.
Young, arrivato in NBA con la fama collegiale di nuovo Steph, in realtà è un giocatore molto aggressivo: è terzo in NBA per drive al ferro, con 17 a partita, dietro solo a Harden e DeRozan. In questa situazione, l’ex università di Oklahoma segna quasi 8 punti, 14esimo miglior dato di Lega.
Qui approfitta del taglio verso l’esterno di Dedmon, che gli libera il centro dell’area. Ibaka prova a contestare ma è bravo il rookie a finire nel traffico.
Per quanto riguarda il tiro da 3, Young sta prendendo confidenza anche con le distanze NBA. È nella top 10 per quanto riguarda i pull up presi da oltre l’arco (con 3.8 a partita), convertiti però sotto il 30%, ottavo peggior dato in NBA tra i giocatori che si prendono almeno due conclusioni a partita di questo tipo. Se non altro, il miglioramento è evidente, visto che nei primi due mesi di stagione regolare tirava con il 22%, su un numero simile di tentativi, mentre con il nuovo anno la percentuale è salita al 38%.
Young è inoltre un assistman già molto dotato (è il miglior rookie nella storia degli Hawks per assist messi a segno). Sa leggere bene lo sviluppo del pick&roll ed è anche piuttosto creativo.
Qui addirittura si permette la finezza della finta dietro la schiena prima del wrap-around per eludere la difesa di Gobert e consegnare il pallone nelle mani di Dedmon.
Il ragazzo con cui Young condivide il backcourt è un altro rookie, come detto, quel Kevin Huerter che è il secondo destinatario preferito dei palloni di Young (il 13% dei suoi passaggi è all’indirizzo di Red Velvet, questo il soprannome per il numero 3 degli Hawks, per ovvi motivi).
Il rookie da Maryland potrebbe sembrare l’erede di un altro grande tiratore passato dalle parti della Georgia pochissimi anni fa – Kyle Korver – in realtà ha già dimostrato di avere un gioco offensivo decisamente multidimensionale.
Oltre a tirare piedi per terra da tre con il 39% (questa soluzione è la sua preferita), Huerter sa anche mettere palla per terra per attaccare i closeout e muoversi senza palla tagliando a canestro.
Qui riceve il consegnato dopo un blocco. Shumpert si aspetta un tiro, e infatti viene colto di sorpresa con le gambe alte, facendosi sfuggire Huerter che conclude al ferro.
Qui invece Len non ha ancora ricevuto il pallone che Huerter sta già prendendo la rincorsa per tagliare a canestro, approfittando di Walker che gli dà le spalle.
Huerter sembra anche poter diventare un passatore sopra la media, soprattutto dal pick and roll.
Poco da dire, questo è un grande assist.
Gli Hawks sono decimi per assist a partita (25.5) e settimi per assist potenziali a partita (47.4) e il rendimento della loro coppia di rookie, unito a quello di un valido cambio come Jeremy Lin dalla panchina, ne è una spiegazione.
LUNGHI MODERNI
John Collins e Dewayne Dedmon sono due giocatori dal background molto diverso. Il primo è un sophomore che sta facendo alzare diverse sopracciglia in giro per la Lega grazie ad una seconda stagione tra i pro da oltre 19 punti e quasi 10 rimbalzi di media (9.9, per essere precisi).
Il secondo è un journeyman che fino a due stagioni fa non aveva mai tentato un singolo tiro da tre punti ma che, con il suo arrivo ad Atlanta, ha espanso il proprio gioco da oltre l’arco, fino ad arrivare ai 149 tiri da tre presi quest’anno e convertiti con il 39%.
Da quando sono arrivati ad Atlanta, il primo via draft e il secondo via free agency, il loro gioco offensivo si è notevolmente espanso. Per Collins fa impressione considerando la giovane età (ha compiuto 21 anni lo scorso 23 settembre) e la scarsa esperienza, avendo passato al college solo un anno (e sappiamo che i lunghi maturano più lentamente rispetto agli altri); per quanto riguarda Dedmon, stupisce il modo in cui il suo gioco si sia evoluto completamente e con successo in soli due anni, dopo aver passato le prime stagioni in NBA quasi esclusivamente nella restricted area.
Collins, come Dedmon, ha aperto il suo gioco al tiro da tre (dagli 0.6 tentativi di media dello scorso anno, ai 2.5 di questa stagione, mandati a bersaglio con il 36%.
Il lungo da Wake Forest però ha un controllo del corpo fuori dalla norma per il fisico che si porta appresso (è quasi 2 metri e 10 per 106 kg). Ecco perché marcarlo con zelo oltre l’arco potrebbe non essere la soluzione più giusta…
Virata sul perno e conclusione acrobatica al ferro: il vostro centro classico, insomma.
Considerazione simile può essere fatta anche per un altro rookie, Omari Spellman. Non ha certamente la qualità offensiva di Collins, anche per la differente mole che si porta dietro, ma è anch’egli un giocatore da non sottovalutare da oltre l’arco (sta tirando con il 34% abbondante da 3).
Insomma: che gli Hawks avrebbero passato la stagione nei bassifondi della NBA era ampiamente prevedibile. Meno prevedibile era che potessero imparare come si sta in campo a questi livelli già a quest’ora (c’è da dire che ci sono giovani ma anche altrettanti giocatori NBA competenti ad aiutarli). Questi Hawks già da ora sono piuttosto divertenti da vedere e meritano la vostra attenzione se volete andare oltre le solite note.
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