Per forza di cose, i Lakers saranno forse la squadra più scrutinata della stagione. Nel loro inizio (2-4) ci sono state luci e ombre, anche se è sempre meglio evitare giudizi nelle prime settimane di stagione, soprattutto quando le squadre hanno cambiato così tanto come successo a LA.
Vediamo come stanno andando le cose in casa gialloviola.
WORK IN PROGRESS
Sicuramente, la squadra di Walton è apparsa fin da subito molto divertente da vedere, principalmente per i ritmi altissimi finora tenuti (quinta squadra per pace, con poco meno di 107 possessi a partita). Sono ampiamente primi per gioco in transizione (quasi il 27% dei loro possessi si gioca in contropiede), dove segnano 1.14 punti per possesso, nella top 10 NBA: se lo scorso anno i Lakers correvano tanto ma segnavano poco in queste situazioni, ad oggi abbiamo già un primo miglioramento.
Al di là di questo, l’attacco necessita ovviamente di tempo per oliare i meccanismi, anche perché LA è la 13esima squadra per isolamenti, ma solo la quartultima per punti per possesso segnati in questa circostanza (0.63). Anche a tagli non siamo messi benissimo, essendo i Lakers la 24esima squadra per frequenza di tagli, situazione dove però sono i secondi della classe con 1.67 punti per possesso.
E qui viene chiamata in causa la visione di gioco di LeBron, che mette i suoi compagni nelle migliori posizioni per segnare:
Qui è bravo Kuzma a muoversi per dare a LeBron – raddoppiato – un’opzione di passaggio. Kuz finora sta dimostrando una maggiore attitudine a muoversi senza palla, come attestano le cifre: 8.5% di frequenza di utilizzo dei tagli con 2 punti segnati per possesso (lo scorso anno non arrivava al 6% e i punti erano 1.22, anche se chiaramente il campione è ancora imparagonabile).
Qui invece è Hart bravo a tagliare alle spalle di un disattento Harden.
Tra i nuovi, il più positivo è sicuramente McGee (escludendo LeBron che ha iniziato a marce alte ma non altissime, e che sta faticando terribilmente dalla lunga distanza). Non sono tanto i quasi 16 punti di media con il 64% al tiro ad impressionare, quanto l’ottimo lavoro che sta facendo sotto le plance. McGee è titolare del miglior defensive rating di squadra (102 punti) e del miglior net rating, +6.9 (Mykhailiuk ha cifre più alte ma ha giocato solo 3minuti), e se i Lakers sono nella metà superiore della classifica per quanto riguarda la percentuale concessa nella restricted area, molto è merito proprio dell’ex Wizards, visto che sia Lonzo che Hart che Caldwell-Pope (probabilmente il peggiore finora) hanno iniziato malino la stagione difensivamente parlando.
A proposito di difesa, quella contro gli esterni sta denunciando lacune abbastanza evidenti, e soprattutto la comunicazione è spesso assente: niente di nuovo considerando, come già detto ampiamente, le molte novità nel roster e la giovane età di molti dei componenti (oltre alla naturale predisposizione alla mancanza di difesa di altri).
Qui Myers Leonard riceve il pallone sotto canestro in un mismatch con Lance Stephenson. Arriva Lonzo in aiuto ma Leonard resiste al tentativo di furto dell’ex UCLA. Hart allora porta un raddoppio praticamente inutile lasciando solo oltre l’arco Nik Stauskas che punisce da 3.
Questa situazione è ancora più inspiegabile. Pallone destinato ad Ayton marcato da Jonathan Williams che prende posizione ottimamente, costringendo il rookie ad allontanarsi da canestro per ricevere. A questo punto LeBron molla Ariza in un angolo, attirato da non ho capito cosa regalando un tiro aperto e un canestro all’ex di giornata. La mia unica spiegazione è che pensava Williams avesse toccato il pallone via da Ayton e volesse far ripartire il contropiede: mossa comunque un po’ avventata.
Quello che manca è appunto comunicazione tra i giocatori, sperando che Lonzo e soprattutto Hart ritrovino un minimo di smalto nella propria metà campo, cosa che si è vista solo ad intermittenza.
NOTE SPARSE
Chi vi scrive è molto soddisfatto dell’impatto offensivo di Lonzo che, seppur non abbia modificato il suo tiro, ha sicuramente lavorato molto su questo aspetto. Il numero 2 sta tentando oltre 5 tiri a partita, convertiti con un ottimo 40.6%, che sale al 50 sui tiri definiti wide open da NBA.com (sono quasi 3 a partita i tiri completamente aperti che gli avversari gli concedono).
Lonzo è il destinatario preferito di LeBron, con Ball il destinatario del 31% dei passaggi del Re.
Qui James in contropiede prende il centro del campo attirando il raddoppio di Crawford che si stacca da Lonzo. Sullo scarico, l’ex Clippers contesta comunque il tiro del numero 2, che però se lo prende senza esitare (cosa che lo scorso anno difficilmente avrebbe fatto). Tiri come questi sono significativi perchè:
1) l’anno scorso era proprio lui il portatore di palla, mentre quest’anno, come già detto nei mesi precedenti, la presenza di LeBron gli avrebbe consentito maggiori conclusioni comode (e così finora è stato).
2) il Lonzo 1.0 avrebbe desistito dal prendersi una conclusione comunque contestata, mentre quest’anno pare molto più sicuro dei propri mezzi.
Non so se riuscirà a mantenere queste medie, ma anche se dovessero scendere di qualche punto non sarebbe un grosso problema.
Kuzma ha iniziato in sordina la stagione, per pori riprendersi il palcoscenico durante l’assenza di ingram, in concomitanza della quale è partito in quintetto. L’ex università di Utah sta tirando male da 3 (29% a fronte di 6 conclusioni a partita) ma ha mostrato incoraggianti miglioramenti nel gioco vicino a canestro, tra tagli e partenze in palleggio. Soprattutto contro Denver è apparso anche mentalmente più coinvolto difensivamente. Walton lo preferisce in uscita dalla panchina per sfruttare la sua abilità nel mettere il pallone in fondo al cesto, ma l’idea è che Kuz sia più che altro un volume scorer, che ha bisogno di tirare parecchio per segnare molto. Vedremo ora con Ingram di nuovo arruolabile.
Buon impatto anche di Lance, e non era facile da pronosticare. La selezione di tiri è sempre rivedibile, ma sta tirando con le migliori percentuali della carriera (oltre il 53% dal campo e il 40% da 3), ricordandoci sempre che il campione è infinitesimale.
Alla fine, la squadra di Walton è sempre rimasta in gara anche nelle 4 sconfitte, il segnale più incoraggiante di tutte, anche se il problema di chiudere le partite ancora rimane. Tra la giovane età dei componenti chiave del roster e i problemi di amalgama, comunque, le basi per un futuro positivo ci sono tutte: bisogna solo avere un po’ di pazienza. The only way is up.