NBA: luci e ombre dei nuovi Warriors

362
luci ombre warriors

Iniziamo questo pezzo poche ore dopo la sconfitta punto a punto degli Warriors contro i Los Angeles Clippers, colossi dell’ovest e al secondo tentativo da contender alter ego dei Lakers, cercando di dimenticare la debacle nella bolla di Disneyland. E’ la terza gara positiva di seguito per Golden State, nella quale, oltre al risveglio della O-Zone palesato dalle due precedenti vittorie su Blazers e Kings, si è intravista anche quella famigerata difesa di gruppo tanto promessa da Steve Kerr nella preseason, ma finora appena velata!

Difficile ripartire dopo tanta sfortuna

Parlare dei ragazzi della Oracle è difficile se non si ritorna indietro nei tempi, quando prima del doppio crack Durant/Thompson, accompagnato pure dalla prolungata assenza di Curry due stagioni or sono, che indubbiamente ne ha bloccato poi la continuità nel recupero, il cammino di Golden State verso l’olimpo NBA non aveva praticamente ostacoli! Combinare un tale tris d’assi ad alto coefficiente realizzativo, alla sagacia specialmente difensiva di un coach sui generis per lo small ball mode e ad una rassicurante maturità tecnico/psichica di comprimari del calibro di Green, Iguodala e Livingston, poneva i blue & gold nella condizione di trovare match dopo match sicurezze in ogni mattonella del parquet.

Klay Thompson undergoes successful surgery to repair torn Achilles | NBA.com

Oggi, l’ulteriore drammatico infortunio a Clay Thompson, ha definitivamente (?) messo la parola fine a queste peculiarità, d’altronde già mozzate in un punto dell’elenco poc’anzi accennato – quello della retroguardia – dalle cessioni di vecchi marpioni silenziosi rivelatisi però determinanti eccome, e dall’acquisizione di profili agli antipodi per affidar loro simili mansioni! Il primato di 4-4 con il quale si naviga onorevolmente in the hunt nella western conference, va perciò analizzato partendo dalle ultime soddisfacenti uscite, proprio perché, per le nostre osservazioni iniziali, immaginiamo siano frutto di mini accorgimenti dell’head coach rispetto ad esempio alle primordiali batoste subite da Nets e Bucks, e le striminzite vittorie su Bulls e Pistons.

Steve Kerr potrebbe aver trovato la quadratura del cerchio, riuscendo a generaree un game plan analogo a quello del glorioso passato, che con gli elementi ora a roster non porterà certo mire egemoniche almeno in questa tornata, ma magari servirà a ripetere la postseason e preparare il terreno per la prossima stagione, quando con un paio di addii (Oubre e Wiggins?) si potrebbe assaltare una stella e completare il quintetto da titolo con la rientrante Splash Combo, Draymond Green (se in ripresa fisica) e l’adesso già entusiasmante matricola James Wiseman!

Le luci

Lo ripetiamo ancora, Golden State viene da una mini striscia di prestazioni confortanti, avendo strapazzato in rivincita Portland e dei lanciati Kings, per poi perdere al cospetto di Leonard, George e di moltissime mani clutch, come Batum, Kennard, Morris e Ibaka. La presenza dello stesso PG#13 in questa gara, dopo esser stato tenuto a risposo contro gli Spurs, porta orgoglio nella baia ed è sintomo di rispetto ritrovato! È ovviamente ancora il piccolo grande uomo oramai quasi 33enne e concittadino di LeBron, il deus ex machina di tutto il pacchetto, e del quale forse avevamo in molti dimenticato la grandezza, la capacità a vincere in autonomia i match e l’umiltà di caricarsi sulle spalle un’intera truppa, seppur di minor caratura!

Steph Curry salary: See Curry's NBA earnings history, year-by-year

Difatti, sebbene al suo fianco non ci siano più i prodigi di un tempo, grazie agli accorgimenti recenti del guru dalla panchina, gli Warriors conseguono comunque i record statistici delle epoche d’oro, in relazione ai mantra del core business aziendale (Pace/3 point/Attempt)! Steph è anch’egli in una progressione mastodontica, che lo ha condotto in questo periodo a tirare dal campo col 51%, il 45 da fuori e siglare 37 punti di media (62 a Portland). A gennaio la sua esplosione riporta agli occhi le ere dei trionfi e si vede nell’OffRtg a 113.1 da 102.3, la DefRtg a 110.1 da 116, NetRating a 3 e assist to turnover ratio 2.75, ma principalmente nelle true shooting, effective field goal e usage percentage, elevate a 65, 58.1 e 32.4 %! Primeggia pure negli assist totali, nell’OffRtg su 100 possessi fra i titolari (120) e sui liberi, al 98.2% con l’incredibile 55 su 56.

Kerr gli asseconda la tuttora prorompente velocità a costruire, sfruttando l’atletismo di Wiggins, Oubre, ma anche Pascal e Toscano-Anderson se chiamati a sostituire da 4-small Green, e del sorprendente Wiseman, lungo fatto apposta per gli Warriors. Con queste strutturazioni, malgrado la stazza del rookie, si vola da un lato all’altro del parquet, conducendo nell’intera lega il numero di possessi su 48 minuti (108), brillando nei tentativi dal campo e fuori dall’arco, nelle stoppate e rimbalzi coi quali ripartire, ma soprattutto si eccelle con 115 pti per game! L’idiosincrasia ad abitare il pitturato viene oggi meno coi 216 cm per 108 kg del debuttante da Memphis, sorpresa di inizio stagione e inarrestabile nell’84% sotto al ferro, per 11 ottimi punti di media.

Le ombre

Se si analizza esclusivamente l’inizio di stagione, i Golden State Warriors sono probabilmente la peggior squadra della lega, dato che le caratteristiche ampiamente accennate, cozzano con delle percentuali da fuori ridicole del cast di supportosenza contare i 130 punti di media subiti -, specialmente nel sostituto principale di Thompson: Kelly Oubre! Nessuno può perciò obiettare che, se nel caso Curry stecchi una partita o semplicemente la salti per rifiatare, le spumeggianti corse all’avanscoperta dopo un rimbalzo conquistato o una stoppata, e di cui le new entry Wiseman e l’ex Suns assieme a Wiggins sono i leader, terminerebbero con un nulla di fatto dalla distanza!

Se Oubre difetta offensivamente per una crisi senza precedenti al tiro, ma compensa almeno con l’ancora gagliarda fisicità, l’altro nuovo innesto della new age, per l’appunto Andrew Wiggins, sempre perentorio nell’individualismo e incoraggiato da Kerr a creare hype in uno contro uno e nei mid range jumper in pull up, e migliore persino di Curry nelle percentuali da tre con 4.5 tentativi, non progredisce purtroppo difensivamente, ed è tra i maggiori responsabili di distrazioni e carenze proprio nella tenuta sul perimetro, causa primaria dello sprofondo degli Warriors per punti incassati, tentativi e medie.

Golden State Warriors Kelly Oubre Jr Trade At 2020 NBA Draft Mutually Beneficial? | Who Says No Ep.2 - YouTube

Troppi poi i viaggi in lunetta concessi, con Green superato nella classifica dei cattivi da Wiseman, naturalmente ancora acerbo nella gestione falli, assente spesso nei tagliafuori e nel rim protection, scarno per un ragazzone come lui in 6 rimbalzi a gara, e responsabile primario della moria in quelli offensivi (quartultimo step)! Kings e Blazers poi, non rappresentano l’elite in marcatura, a differenza di Clippers e Bucks, contro i quali fatalità le conclusioni perimetrali non hanno superato il 22 e il 26%, concentrando a turno la grandezza difensiva di Holiday, George, Beverley e Leonard per limitare la visuale a Curry, che difatti ha chiuso 2 su 10 e 1 su 6!

L’ombra degli infortuni sembra inoltre girare sempre minacciosa ai Warriors, e oltre alla mazzata del tendine d’Achille saltato a Thompson, annovera anche l’addio annuale di Marquese Chriss, importante gregario nella rotazione dei lunghi per rimbalzi e stoppate! Curry poi, nel momento in cui scriviamo, è addirittura in dubbio per una caviglia malconcia, mentre Draymond Green non arriva a patti col fisico da tempo, e se già gli ultimi due tornei hanno constatato quanto diventi inutile in una franchigia dove non c’è da proteggere nemmeno una stella, la sua permanenza futuristica potrebbe apparire utopistica!

Il rientro ai playoff e l’MVP a Steph Curry sono le uniche aspirazioni stagionali per i Golden State Warriors: non male rispetto al passato recente, figuriamoci. Per tornare a sognare l’anello però, appuntamento alla prossima offseason, sperando che la sfortuna volti finalmente le spalle a un gruppo di straordinari campioni.

Pubblicità
Lucio Di Loreto
Pazzo di NBA sin dalle sfide epiche Lakers/Celtics anni 80! DJ, Byron Scott, Isiah, Kevin Johnson, Vinnie Microonda, John Stockton, Sir Charles, Grant Hill e il Run TMC i miei idoli. Dopo turbolente esperienze scolastiche ho maturato la passione per la scrittura, forse per rivalsa verso le "odiate" professoresse del passato..collaboro infatti da 20 anni su fanzine, blog, pagine FB e siti internet per quel che concerne jazzfusionprog, cinema e sport USA!

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui