NBA, Minnesota Timberwolves: sorpresa a Ovest (pt 1)

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Timberwolves

I Denver Nuggets chiudono agevolmente il primo turno di playoff contro i Minnesota Timberwolves vincendo la serie 4-1. L’NBA è una lega spietata e non molto paziente: a Minneapolis e non solo, sono tutti pronti a dichiarare fallito l’esperimento Towns – Gobert dopo appena qualche mese. Dopo appena 32 gare.

La delusione è giustificabile, figlia del fatto che con i due giganti in campo i Timberwolves siano riusciti a collezionare un misero record di 16 vittorie e 16 sconfitte, ben al di sotto delle aspettative che si erano diffuse all’arrivo di Gobert. Qualche mese più avanti, però, l’uscita “prematura” ai playoff avrebbe acquisito un sapore meno amaro, in virtù della conquista del titolo da parte dei Nuggets, per mano dei quali i T-Wolves erano stati eliminati ad aprile.

L’offseason

Mentre nella lega erano già tutti impegnati a sparare sentenze sull’esperimento fallimentare dei Timberwolves, a Minneapolis si continuava a cercare di trovare i tasselli e le modalità con cui rendere fruttuosa questa coppia di giganti, guidata dalla vera stella della squadra: Anthony Edwards. L’ultima cosa che verrebbe da pensare per cercare di risolvere i problemi che ha avuto la squadra di coach Finch sarebbe l’aggiunta di un terzo centro al roster, che è invece proprio quello che ha fatto la franchigia di Minneapolis con Naz Reid.

Il miglioramento offensivo

Fino ad ora l’inserimento nelle rotazioni di Reid sta dando i suoi frutti: il centro sta collezionando 12.6 punti e 3.9 assist in 21 minuti a partita. Anche il rendimento di KAT e Gobert è molto migliorato: la passata stagione, in più di 500 minuti giocati assieme Towns e Gobert avevano generato un offensive rating di 106 punti ogni 100 possessi. Dato impietoso se paragonato a quello della stagione attuale, in cui i due generano 116 punti ogni 100 possessi mantenendo pur sempre una buona efficacia difensiva, che si è rivelata la chiave del successo di Minnesota. Con l’aggiunta di Naz Reid i Timberwolves tengono in campo almeno due dei tre lunghi per quasi tutta la partita e lo fanno con ottimi rendimenti:

  • coppia Towns – Gobert: offensive rating (OffRtg) di 115.9, defensive rating (DefRtg) di 11.3; net rating (netrtg) di 4.6
  • coppia Towns – Reid: offrtg di 11.4, defrtg di 98.4; netrtg di 13
  • coppia Gobert – Reid: offrtg 99, defrtg di 88.6; netrtg di 10.4

I problemi in attacco

Nonostante un netto miglioramento del rendimento offensivo della coppia di lunghi, le difficoltà principali della squadra rimangono proprio nella metà campo d’attacco. Anche con la presenza di due fenomeni dal punto di vista realizzativo quali Edwards e Towns, l’attacco di Minnesota è tutt’altro che fluido: i Timberwolves sono diciannovesimi per pace (con cui si intende il numero di possessi a partita) e quattordicesimi per offensive rating.

Mentre le due stelle principali stanno facendo la loro parte, a Minnesota si rischia di soffrire l’assenza di più tiratori affidabili e soprattutto costanti. Anthony Edwards sta mettendo a referto 25.8 punti di media, ai quali Karl Anthony Towns aggiunge i propri 21.5 punti a partita, raggiunti però con il 37% da tre punti, cifra leggermente sottotono per il miglior centro della storia della lega in termini di tiri dalla lunga distanza. Nonostante le difficoltà iniziali, anche KAT sembra aver trovato il proprio ritmo, come ha dimostrato con la storica prestazione contro i Pelicans in cui il centro dominicano ha collezionato 29 punti con un assurdo 90% al tiro e 100% da tre, conditi dal tiro della vittoria con 5″ sul cronometro.

Il supporting cast

Al di fuori delle due stelle principali, i Timberwolves stanno trovando in Mike Conley e Jaden McDaniels due risorse molto preziose, oltre al già citato Reid. Mentre il primo sta tirando col 50% dal campo e il 40% da tre, il secondo sta mantenendo un ottimo 57.1% dal campo e il 37.9% da tre. La difficoltà principale consiste nel riuscire a creare delle spaziature efficaci coi due lunghi in campo, come ha detto anche lo stesso Conley:

Io faccio del mio meglio per assicurarmi che siano nel posto giusto, così che KAT abbia spazio per giocare e Rudy per rollare. Sto cercando di far scorrere il flusso e sembra che i ragazzi stiano bene e siano felici, quindi credo di star facendo un buon lavoro

Punto di forza

Nonostante queste difficolta, i Timberwolves sono l’unica squadra in tutta la lega ad aver battuto sia i Celtics che i Nuggets e guidano la Western Conference con un record di 10 vittorie e 3 sconfitte. Grazie a cosa, quindi, se non alla difesa? I Wolves sono terzi nella lega per defensive rating e secondo coach Finch questo è dovuto proprio ai centimetri che riescono a mettere in campo grazie alla presenza dei loro lunghi. Lo stesso tall ball che nei playoff rischierà di trasformarsi in un’arma a doppio taglio, quando i due lunghi saranno costretti ad affrontare quintetti ben più piccoli coi quali sarà necessario cambiare sui blocchi.

Tuttavia, per il momento Minnesota proprio sulla difesa ha creato la propria identità. Concede meno di 106 punti ogni 100 possessi, mantenendo gli avversari ad un mediocre 33% da tre. Per coach Finch questo vantaggio è dovuto al fatto di avere degli ottimi difensori sul tiro, soprattutto in favore delle ampie stature di cui godono. Secondo l’allenatore il sistema difensivo culmina alla fine dei conti nella difesa del tiro vera e propria:

A un certo punto le squadre sono così forti da trovare il modo di tirare contro di te. Non ruberai palla ogni possesso. Puoi affrontare e disturbare il tiro? Noi abbiamo tanti centimetri e credo che questo ci aiuti.

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