NBA: i motivi per cui Portland si dissocia dal nuovo format

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portland format

Come dalla nostra redazione ampiamente già accennato, la travagliata stagione 2019/20 avrà un termine e renderà giustizia a un campionato tra i più belli ed equilibrati delle ultime decadi, dove un favorito vero e proprio non veniva quotato nello start di ottobre! Si dissociano dalla proposta di Adam Silver però i Portland Trail Blazers, unici del listone, restii perciò al rivoluzionario ed intrigante nuovo format, che esclude di terminare la regular season a mo’ di calendario residuo e “allunga” a 22 le compagini che si daranno battaglia per portarla alla fine, nel torrido e vicino Agosto di Disney World.

Il No quasi scontato dei Blazers

A differenza delle sorprese generali sul perché del diniego in quel di Portland, scavando a fondo un senso di logica nel niet noi lo troviamo. Difatti, col dubbio amletico se ricominciare o no e in piena pandemia Covid-19, che se qualcuno lo avesse dimenticato in molte parti del mondo – compresi gli USA – è tuttora vivo e vegeto, pareva abbastanza scontato e nell’aria non concludere tutte le 20 e più gare rimaste di stagione regolare e trovare un escamotage ad eliminazione diretta, magari con serie da 5 match, per porre fine all’agonia. Al tempo stesso sarebbe stato ingiusto e crudele, con ancora tante partite da recuperare, scartare formazioni a ridosso del clinch e convocare al grande ballo anticipato solamente le canoniche magiche 16 in lizza.

Dunque concludendo la nostra disamina, pensiamo che i superstiti dell’iconico Paul G. Allen (Jody su tutti) dessero per certo di essere richiamati quali “lucky loser”, loro prima alternativa ai Grizzlies ad Ovest e ai Magic in generale, e perciò avrebbero preferito che l’invito fosse ristretto massimo ai quattro team più vicini alla border line playoff, per attuare gironi eliminatori oppure fare un tabellone allargato a 18/20 squadre e un pre-spot magari con un doppio paio di wild card game in stile NFL, per qualificarsi poi nel primo turno al cospetto delle prime quattro teste di serie (Bucks, Lakers, Raptors e Clippers), fronteggiando le ultime tra le già qualificate, ovvero sia Nets e Orlando ad est e Mavericks e Memphis nel selvaggio west.

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Più rischi che guadagni

Adesso invece, oltre ad essere buttati nel calderone quali leader tra i “ripescati”, i rischi per Portland sono elevati più delle eventuali positività e gli uomini di Stotts ci paiono quelli che hanno più da perdere, dato che per rientrare nella mischia bisogna superare questo mini-torneo e approdare nella migliore delle ipotesi ad affrontare una squadra inarrivabile, mentre nel caso (possibile) di insuccesso rimarrebbero pure con l’alto posizionamento per la futura lottery, il cui ordine è stato congelato e non vedrà rimescolamenti a seguito della prossima e definitiva conclusione di campionato. Una beffa vera e propria quest’ultima, soprattutto perché 4 delle 5 new re-entry” abitano la medesima conference di McCollum e soci (Pelicans, Kings, Spurs e Suns)!

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Ci saranno degli aggiornamenti da qui al 30 giugno, data iniziale dei training camp, in attesa di spostarsi ad Orlando, allenarsi con gare di esibizione e infine ripartire. Chissà se nel frattempo i Blazers accettino la situazione e decidano di mettersi a regime e col roster al completo, senza mantenere le ortodosse posizioni iniziali, con le quali uno scosso Damian Lillard aveva persino minacciato di sedere in panchina se non si fosse rispettato uno scenario da tournament ad eliminazione diretta!

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Lucio Di Loreto
Pazzo di NBA sin dalle sfide epiche Lakers/Celtics anni 80! DJ, Byron Scott, Isiah, Kevin Johnson, Vinnie Microonda, John Stockton, Sir Charles, Grant Hill e il Run TMC i miei idoli. Dopo turbolente esperienze scolastiche ho maturato la passione per la scrittura, forse per rivalsa verso le "odiate" professoresse del passato..collaboro infatti da 20 anni su fanzine, blog, pagine FB e siti internet per quel che concerne jazzfusionprog, cinema e sport USA!

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