NBA: Simone Fontecchio: con Detroit può funzionare

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Fontecchio Detroit

Dopo le prime 11 partite di Simone Fontecchio con la maglia dei Detroit Pistons possiamo tentare di tracciare un primo rapido bilancio sull’inizio di questa nuova esperienza che ha portato l’azzurro lontano da Utah per approdare a Detroit. A giudicare dalle cifre delle prime partite, gli auspici che ci eravamo augurati sono stati rispettati: nella nostra versione di NBA Trade Grades dello scambio avevamo detto che, nonostante la notizia dell’approdo di Simone a Detroit non fosse quella sperata, lo scambio avrebbe potuto nascondere del potenziale per lui. La speranza era quella che Fontecchio riuscisse a trovare più minuti e di conseguenza più possessi e fino ad ora così è stato.

La continuità offensiva

Nella metà campo offensiva la speranza era quella che Fontecchio riuscisse finalmente a mettere in mostra tutto il bagaglio di cui dispone, senza doversi limitare a fare il 3&D come era costretto a fare a Utah, dove la stragrande maggioranza dei tiri che si prendeva erano tiri in catch and shoot (su cui peraltro aveva ottime percentuali). A Detroit grazie ad uno usage del 19.8% (contro il 17.3 che aveva a Utah), Fontecchio sta trovando infatti la possibilità di esprimersi anche come creatore di tiri dal palleggio: seppur la maggioranza dei tiri continui ad arrivare dal catch and shoot (46.5%), quasi il 34% dei suoi tiri arriva adesso dopo un minimo di 2 e un massimo di 6 palleggi.

Questo si traduce dal punto di vista realizzativo in una media di 14 punti nelle sue prime 11 partite, che lo portano ad essere il terzo miglior realizzatore della squadra, dietro a Cunningham e Ivey, rispetto al quale però Simone sta tirando decisamente meglio. Fontecchio sta mantenendo una percentuale dal campo del 46% circa e del 40% dalla lunga distanza, mentre Ivey tira col 38% dal campo e il 25% da tre nelle ultime 11 partite.

La difesa che conta

Fontecchio è arrivato a Detroit con la speranza di diventare una colonna portante nel processo di rebuild della franchigia, rimasta praticamente per tutta la stagione la peggior squadra dell’NBA e a rischio di diventare una delle peggiori squadre della storia, prima di venir “superata” in questa classifica dagli Wizards, ora ultimi.
L’azzurro, arrivato in qualità di 3&D di livello come dicevamo, è riuscito a stupire tutti quanti fin da subito a Detroit grazie alla sua intelligenza cestistica e alle sue abilità difensive. Coach Monty Williams si è espresso in maniera decisamente positiva sul conto di Simone con parecchie parole di apprezzamento dopo la partita con Miami:

“L’avevo già notato l’anno scorso quando ero ai Suns e lui ai Jazz. Si vede che stava cercando di ritagliarsi il suo spazio. Quando ha giocato mi ha meravigliato. Mi piace il suo modo di giocare. Tutti voi parlate della sua prestazione in attacco, ma è stato solido in difesa. Non è uno che si tira indietro, può marcare tutti”

Dopo coach Williams anche Cade Cunningham, il leader tecnico dell’attacco dei Pistons, si è espresso su Fontecchio:

“Sono impressionato. […] Il suo Q.I., il suo “feel for the game” gli permette di stare in campo con chiunque. É molto importante per noi, ci rende il gioco molto più facile.”

Simone sembra quindi essersi inserito bene a Detroit, dove verosimilmente resterà per ancora un po’ di anni a venire, specialmente dopo un inizio di stagione in maglia Pistons così positivo, nella speranza che arrivino presto tempi migliori.

Tommaso Busato
Laureato in Comunicazione all'Università di Padova. Grande appassionato di sport e dei valori che trasmette, specialmente di NBA, rugby e tutto ciò che ambisce alla grandezza. Afflitto da inguaribile curiosità, in particolare per le statistiche e i dettagli.

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