Continua il nostro viaggio nella NBA possibile e probabile del 2021, col taglio e le premesse che già abbiamo rimarcato nella prima puntata. Dopo aver provato ad analizzare le vicende di Boston, Chicago, Detroit, Memphis, Houston e Phoenix, oggi vedremo altre 6 squadre. Ne analizzeremo cosa resta nell’armadio, le possibili conferme, la situazione delle scelte al draft presente e futuro, nonchè i possibili movimenti di mercato.
ATLANTA HAWKS
Hanno deciso di puntare su una squadra di under 23, hanno un leader designato in Trae Young e una chiara identità nell’essere aggressivi sempre su ambo i lati del campo. Atlanta non nasconde velleità ambiziose per il futuro, ma deve porre in essere delle solide basi economiche per garantire che i tanti rookie a referto non preferiscano le sirene di altre destinazioni. Perciò in fase di progettazione sarà necessario capire se Lloyd Pierce è l’uomo giusto sul legno degli Hawks. La valutazione non sarà tanto sui risultati quanto su cosa possa dare a questi giovani nel loro inserimento nella lega. Giudizio in sospeso e rinviato, come la stagione.
Il cap per costruire la squadra c’è, anche se al momento si è sopra soglia. Non essendo però necessario, data l’abbondanza in rosa, di dare seguito ai contratti di Teague, Bembry e Damian Jones, ci sono circa 50 milioni di spazio per poter lavorare con ampi margini. la questione John Collins però è di stretta attualità. Nel 2021 il suo contratto da rookie scadrà, rischiare di perderlo è una possibilità concreta ma calcolata. Se il ragazzo non dovesse avere fretta di prolungamento ad un massimo – che però i numeri non sembrano del tutto dimostrare – questa estate, ma aspettasse qualche mese e venisse incontro alle esigenze della franchigia, il matrimonio potrebbe continuare.
Con una exception di 5 milioni se si ritornerà sotto il cap, con scelte al draft di proprietà a cui si aggiunge una prima protetta via OKC, il futuro è abbastanza in discesa. Mercato che quindi dovrà concentrarsi sulla ricerca di un backup d’esperienza per Young e su un’ala che sappia portare energia in difesa dalla panchina. Una suggestione sarebbe quella di prendere Rose, che però difficilmente sceglierebbe una squadra non contender, mentre per l’ala un nome alla Shumpert o alla Crowder potrebbe far comodo, anche per la situazione in via di definizione di Goodwin, che neanche in Georgia sembra aver convinto.
CHARLOTTE HORNETS
Alla corte di His Airness si dovrà ancora aspettare. Con anche un buono spazio salariale a disposizione, bisogna aver pazienza: è ancora il tempo di separare il grano dalla pula. Gli Hornets sono senza stelle, ma possono porre in essere buone premesse in cui inserire una superstar che magari sia meno isolata di quanto lo fosse Kemba Walker. Intanto la prima e fondamentale mossa è mettere la firma sotto il contratto che leghi Devonte’ Graham a Charlotte per un bel periodo. Il ragazzo si è fatto le ossa e si è preso le strigliate del mondo sulle spalle, rispondendo sempre presente e – anche in una stagione di magra come questa – mettendoci la faccia.
L’armadio va sfoltito: la lista di buoni giocatorinon eccellenti è troppo folta per avere chiarezza. PJ Wahington, Miles Bridges e Malik Monk, un terzetto di buone speranze ma su cui è irreale pensare in blocco per il futuro. Un taglio potrebbe essere auspicabile, magari inserendo nella trade anche il contratto pesante di Batum da 28 milioni, per sperare di avere qualche pezzo del mosaico da poter far fruttare per portare entusiasmo. Difficile pensare altrimenti.
Il mercato deve prima affrontare la pesante scure del già citato contratto del francese, lontano dai tempi migliori del suo basket. Qualora però quei 28 milioni dovessero tornare nella disponibilità della franchigia, allora sì che ci si potrebbe muovere sul mercato, innanzitutto provando a tenere Biyombo (in alternativa al prolungamento di Zeller) ma anche a puntellare la second unit con un play e un quattro atletico e con tiro da fuori per aprire le difese, key role ad oggi assenti. In tal senso, i 5 milioni di exception nel cap space possono aiutare.
MILWAUKEE BUCKS
Sia il presente che l’immediato devono avere il nome di Giannis Antetokoumpo il quale deve ricevere al più presto l’offerta per un supermax che lo leghi alla franchigia biancoverde del Michigan come simbolo della riscossa di Milwaukee. Sarebbe inutile prescindere da chi ha fatto fare alla squadra il salto di qualità, anche se altrettanto legittime potrebbero essere le velleità dell’mvp della lega (o presunto tale) di cercare una squadra di mercato maggiore.
Di scelte e di conferme se ne hanno parecchie in casa Bucks. Marvin Williams, Pat Connaughton e Kyle Korver saranno unrestricted free agent, Sterling Brown sarà restricted, mentre Wes Matthews e Robin Lopez hanno opzione a loro favore per poter continuare a vestire questa maglia. I giocatori sono tanti, e considerando anche i 7 milioni non garantiti che dovrebbero servire per tenere Ilyasova, la situazione salariale è tutto sommato accettabile con un monte ingaggi di 129 milioni di dollari, ancora sotto il limite della luxury. Se poi Lopez e Matthews dovessero andare altrove, ci sarebbe anche un piccolo gruzzolo da far fruttare, insieme alla prima scelta di Indiana che potrebbe essere decisiva se da parte alta del primo giro.
Il mercato deve parlare chiaro, ma deve prima capire cosa resterà di una squadra che stava comunque dominando la Eastern Conference giocando una bella pallacanestro. Ovvio che una guardia e un centro potrebbero tornare a far comodo fin da subito, magari indirizzando anche alcune scelte relative ai rinnovi, eppure la sensazione è che serva sempre quel giocatore che, nel momento del bisogno, possa anche sostituirsi o coadiuvare Giannis. Esperienza cercasi, magari a prezzo di saldo per un veterano ancora a secco di anelli.
GOLDEN STATE WARRIORS
Sono una squadra che prima di tutto deve fare i conti con l’infermeria e deve ritrovare Curry e Thompson al loro meglio, oltre all’orso ballerino Draymond Green, che deve diventare un anello della catena. La scelta di Wiggins a febbraio, col senno di poi, appare ora non molto efficace, ma il futuro potrebbe ancora vedere la baia protagonista di grandi imprese, con una delle scelte possibili da top 5, data la disastrosa annata. Si può tenerla, scambiarla per un all star o chissà cosa, di certo c’è grande fermento. C’è una penale da 45 milioni di luxury da pagare, ma si può ancora lavorare anche e soprattutto per l’estensione di Steph, imprescindibile e non in discussione.
Con 17.2 milioni di trade exception, lo spazio di manovra sul mercato può dirsi abbastanza largo, e i contratti senza salario garantito per la prossima stagione di Chriss, Lee, Bowman, Mulder e Toscano-Anderson possono alleggerire ancora di più il numero dei tesserati. Di certo la squadra al completo è già di per sè abbastanza forte, ma serve ancora qualcosa, innanzitutto un lungo di ruolo che possa fare le veci di quello che non è stato DeMarcus Cousins.
Una soluzione del genere deve essere sicuramente presa in considerazione, anche se dal draft, magari in top 5, ci sono pivot che possono essere pronti da subito. Altra decisione importante deve essere presa su Wiggins, perchè l’aver scommesso su una ex prima scelta rinunciando ad un giocatore in ascesa come Russell, è testimonianza della volontà progettuale nella Baia. Funzionerà?
DENVER NUGGETS
Sono la squadra rivelazione per come sono arrivati a comporsi nell’ultimo periodo, focalizzandosi sì attorno a Nikola Jokic, ma costruendo comunque un roster con parecchi assi nella manica su più parti del campo. Eppure il non essere una contender di primissimo pelo e il non aver in produzione una vittoria nel più immediato futuro, può costare un sacrificio rispetto ai tanti giocatori in scadenza. Valutazione che deve riguardare innanzitutto un concetto di squadra che deve affidarsi a un quintetto stabile: cosa non facile da definire visto il materiale umano a disposizione nel Colorado.
Ammesso e non concesso l’inizio delle trattative per il rinnovo di Barton, il primo dubbio riguarda sul futuro di Michael Porter jr. La scommessa dei Nuggets su di lui, ad oggi, può definirsi vinta, in quanto da “rotto a tempo indefinito” si è rivelato nell’ultimo scorcio di annata un pezzo del mosaico non indifferente. Cosa fare però con Millsap, Plumlee, Craig e Grant, che diventeranno free agent a breve? Sono la giusta unit per puntare al successo in una Ovest che pullula di stelle affermate e non di role player?
Non avere problemi di cap è un quid pluris non indifferente per Denver, anche tenendosi Jerami Grant che è il più costoso dei quattro in scadenza. Monte Morris e Keita Bates-Diop al momento non hanno il garantito per la prossima annata, ma non sembrano essere in discussione e, nel rapporto qualità prezzo, costano decisamente poco. Discorso analogo per Harris. Di qui in poi, sfruttando una mid-level exception di quasi 10 milioni, dal mercato deve arrivare una nuova panchina, specie con una guardia di buon livello che sia efficiente in un minutaggio limitato.
PORTLAND TRAIL BLAZERS
Nell’Oregon si vola con le montagne russe. Incide sicuramente la condizione fisica, ma se con i “soli” Lillard e McCollum si era arrivati a un tiro di schioppo dalle finali occidentali, nonostante l’arrivo di Whiteside e Ariza non si è avuto un salto di qualità che era atteso o quantomeno auspicabile. Quindi, seppure in una situazione non deficitaria dal punto di vista del cap salariale, che mercato fare per migliorare? Tenere duro e continuare a perseverare con una strong unit di veterani, oppure puntare sulla young generation che al momento siede dalla panchina?
L’arcano è relativo a quello che Trent jr – unico che ha opzione per il rinnovo – insieme a Simons, Collins e Little possano rappresentare. Se ci mettiamo il prossimo rookie che verrà scelto, il pacchetto forma un asset variegato ma che pur sempre pesa 60 milioni di dollari, forse decisamente troppi per giocatori che non sarebbero necessariamente titolari inamovibili altrove. Ecco che allora esplorare la free agency diventa da un altro punto di vista necessario, ma con le dovute precauzioni.
Rinnovare Whiteside può essere un azzardo non ripagabile dai risultati, come dimostrato quest’anno e aspettando il completo ritorno di Nurkic che era ben inserito nel gioco della Rip City. Situazione diversa per Hood e Carmelo Anthony che quantomeno – se sani – possono portare esperienza, così come Ariza, il cui contratto è pesante ma già parzialmente garantito per la prossima stagione, e difficilmente potrebbe essere ceduto. Difficile pensare che servi altro, se non un po’ di fortuna a una squadra piena di talento ma povera di soddisfazioni.