NBA, Thunder: Oklahoma City vuole accelerare la ricostruzione

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Ricostruzione

Doveva essere un’annata di transizione per i Thunder, o comunque di sicuro ridimensionamento dopo l’esperimento Paul George e la sua dipartita, assieme ad un uomo amato come pochi dalla propria fanbase, cioè Westbrook.
Invece, con la boa di metà stagione a poche partite di distanza, i Thunder hanno un record ampiamente positivo e sono al settimo posto della Western Conference.
Vediamo un attimo come OKC sta rispondendo alla grande alla smobilitazione estiva.

AL RITMO DI PAUL

I Thunder non hanno molti giocatori in grado di scatenarsi in contropiede; essendo poi guidati da un generale già in là con gli anni come Chris Paul, la squadra di Donovan preferisce prendersi il proprio tempo per attaccare, ed infatti è 25esima in pace, con poco più di 99 possessi a partita.

Anche Gallinari e Adams sono sicuramente più indicati per un gioco più riflessivo. Il Gallo viene impiegato come bloccante nel pick and roll solo nel 7% dei suoi possessi offensivi, situazione in cui però produce 1.44 punti per possesso con il 74% di effective field goal, buono per il 91esimo percentile NBA. In molti casi, il blocco di Gallinari è funzionale a provocare un mismatch e isolarsi spalle a canestro con il “piccolo” che ha cambiato sul blocco: il risultato è un tiro sulla testa del difensore o uno scarico sul perimetro, qualora arrivi il raddoppio.

(Il tiro aperto sbagliato da Ferguson non cambia la sostanza dei fatti: il pallone si è mosso bene, e il tiro era ben preso).

In generale i Thunder si affidano spessissimo al pick and roll: si tratta di una soluzione usata nel 23% dei loro possessi offensivi, e in cui segnano 0.93 punti per possesso (quinto miglior dato, a parimerito con i Clippers).
Adams, dal canto suo, sta giocando una solidissima stagione. Il suo minutaggio è sceso a 27 minuti (il più basso dalla stagione 15-16), ma i suoi numeri per 36 minuti sono i migliori della carriera: 15 punti con quasi 13 rimbalzi e 3.6 assist (di gran lunga il suo massimo in carriera). Il tutto continuando ad essere un fattore sotto le plance; è nono in NBA per percentuale di rimbalzi contestati (52% abbondante), e ottavo per tagliafuori a partita (5), che fruttano alla squadra 2.9 rimbalzi a partita (sesto miglior dato in NBA).

DIFESA E CLUTCH

Sono i due motivi principali grazie ai quali i Thunder hanno scalato ultimamente le posizioni della Western Conference. OKC è undicesima per defensive rating (concede 107.5 punti a partita su 100 possessi) e ottava per percentuale da 3 concessa (34.5%). La squadra non ha un vero e proprio specialista in quanto a difesa sugli esterni – la cosa più vicina è Terrence Ferguson, come vedremo tra poco – ma è molto disciplinata quando si tratta di effettuare rotazioni difensive e aiuti al momento giusto:

Qui Diallo è attentissimo a non saltare sulle finte di un maestro del midrange come DeRozan, che scarica sul perimetro. Il closeout di SGA è buono, ma è la rotazione di Noel a fare la differenza; l’arrivo del centro ex Philadelphia costringe Mills a scaricare per Poeltl, che però viene cancellato dallo stesso Noel.

Bisogna dire però che in questo tour tra Texas e costa Est la percentuale da tre concessa agli avversari è salita notevolmente, arrivando al 46%, terzo peggior dato in NBA.
Al contrario, la squadra di Billy Donovan è molto attenta a lasciare “tiri buoni” come quelli dal mid-range: sono 13.3 i tiri dalla media concessi agli avversari, settimo dato più alto in NBA. Questo perché i lunghi dei Thunder hanno la tendenza ad abbassarsi in situazioni di pick and roll per proteggere l’area ed evitare punti facili (sono 28.3 i tiri concessi dai Thunder nella restricted area, e convertiti con il 61.5% al tiro, settimo miglior dato di Lega).

Intanto, benché questa dovesse essere solo una stagione di transizione (e teoricamente lo è, in attesa di capire se Sam Presti premerà il grilletto per qualche trade), l’arrivo di Paul ha dato ai Thunder un giocatore abbondantemente fuori dal proprio prime fisico, ma ancora capace di fare la differenza, perlomeno in stagione regolare. L’ex Hornets e Clippers è primo in NBA per punti nel clutch, cioè quando mancano non più di cinque minuti alla fine della partita, e la differenza di punteggio tra le due squadre è di al massimo cinque punti: sono 93, con il secondo, LaVine, a debita distanza.

Come se non bastasse, OKC ha un reparto guardie di livello assoluto, e non è tanto per dire. Paul, Schroder e Gilgeous-Alexander sono il secondo terzetto NBA per net rating (+26.7) quando tutti e tre sono in campo contemporaneamente. SGA è in lotta per il premio di Most Improved Player, mentre l’ex Hawks per quello di Sesto Uomo; il suo 35% abbondante al tiro da tre, pur non essendo un dato eccelso, è comunque il migliore della carriera (su 5 tentativi a partita), e il suo net rating (+6.4) è il migliore di squadra.
Gli addii di Paul e Westbrook hanno dato via alla ricostruzione dei Thunder; ricostruzione che, però, pare possa attendere. Come biasimarli.