NBA: un primo bilancio sui rookie scelti nel Draft 2021

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Rookie

È appena terminata la regular season NBA, un buon momento per tracciare un primo bilancio sui rookie scelti nel Draft NBA 2021. L’impressione è che si tratti di un gruppo sopra la media sia dal punto di vista del potenziale che da quello numerico. Nonostante i mille ostacoli legati al COVID nei primi mesi, più di un rookie è riuscito a superare le aspettative.
Prova ne sia il fatto che quest’anno abbiamo assistito ad una sorta di Rookie Wall al contrario che ha coinvolto un po’ tutta la Draft class.

– I dati si riferiscono alle partite disputate dopo l’All Star break. Ovviamente saltano all’occhio gli exploit di Cade Cunningham e Jalen Green, talenti purissimi su cui Pistons e Rockets costruiranno il proprio futuro.
La prima scelta assoluta è un cavallo di razza, già riconosciuto come leader dal gruppo di Detroit. La sensazione, vedendolo in azione ma anche quando si rapporta con i media, è che sia un gamer senza fronzoli, che prediliga la sostanza. Mindset che lo rende degno erede dell’ultimo team che ha portato il titolo NBA in Michigan, giocando ‘The Right way’, per dirla alla Larry Brown…

– Green invece non corrisponde al prospetto ideale per gente come i due Wallace -Ben e Rasheed-. Eppure anche nel suo caso non si può non immaginare un domani luminoso e ricco di soddisfazioni. Convince poco il backcourt con Kevin Porter Jr, con un altro tipo di regista al suo fianco la guardia dei Rockets potrebbe diventare uno scorer incontenibile.

-Cosa hanno in comune i rookie che avranno l’opportunità di lasciare il segno anche nei playoff? Parliamo dei vari Mobley, Barnes, Dosunmu, Jones, Kuminga e, perché no, Alvarado (futuro sindaco di New Orleans…). In una parola, la difesa. Salvo rarissimi casi (un freak come Kuminga potrebbe essere l’eccezione, una switching machine che all’occorrenza può battagliare in post con i centri) in NBA non bastano doti fisiche e impegno per incidere nella propria metà campo. È necessario conoscere il gioco, i vari schemi, i tempi di rotazione, le tendenze degli avversari e tanto altro ancora. Anche i meno noti del gruppetto di cui sopra hanno la base per trascorrere con profitto più di un decennio nella lega.

-Capitolo sorprese. Bones Hyland sembra già l’ennesimo colpo dei Nuggets in sede di Draft NBA. Faccia tosta e un jumper con un range illimitato (prende buona parte delle sue triple ben prima della linea dei 6.75) che ha risolto diverse grane a Jokic e compagni. Il prodotto di VCU, ottimo passatore soprattutto in transizione, ha sfruttato al meglio i tanti infortuni che hanno penalizzato il gruppo di coach Malone. Non ci stupirebbe vederlo decidere una o più sfide di postseason con una delle sue scariche dalla lunga distanza. 

Anche se in un contesto decisamente poco competitivo, in tanti tra i meno hyped meritano perlomeno una menzione. Senza un ordine particolare, pensiamo a Brandon Williams (Blazers), Tre Mann (Thunder), Isaiah Jackson (Pacers), Josh Christopher e Alperen Sengun (Rockets).

 

-Chiudiamo con due prospetti giovanissimi ma più esperti del classico ventenne statunitense. Franz Wagner e Josh Giddey, subito protagonisti rispettivamente per Magic e Thunder. Il primo ha superato il più quotato Jalen Suggs praticamente dal Day One, con un gioco tanto versatile quanto completo ed essenziale, ed una mappa di tiro che renderebbe orgoglioso anche Daryl Morey…

A Okc si inizia ad intravedere lo scheletro del team del futuro. Oltre ad essere un accumulatore compulsivo di pick future, Sam Presti sa anche come farle fruttare. L’australiano, forte di una stagione in NBL da punto di riferimento del suo team, ha confermato i tanti pregi e le parti del suo gioco ancora da rifinire. Su tutte il tiro da fuori, che gli avversari tendono a concedere per evitare le incursioni in area. Secondo miglior rimbalzista e primo assist-man della Draft class, è il classico passatore che invoglia i compagni a muoversi off the ball, sempre pronto a premiare il taglio giusto. 

Josh Giddey assist/Rookie year

Il dettaglio dei suoi assist nelle 54 partite giocate conta ben 13 compagni mandati a canestro almeno in 10 occasioni.
Il pur ottimo SGA farebbe bene a seguire il suo esempio…

 

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