NBA: il virus nella west coast e 5 domande a cui rispondere

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Credits to: Madison Square Garden (parte sx della foto) : Di Ganley894 di Wikipedia in inglese - Trasferito da en.wikipedia su Commons., Pubblico dominio, https-//commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2516367.jpg

Non è un pezzo semplice questo.
Del resto, come si racconta oggi lo sport ai tempi del corona virus, esprimendo le proprie idee e sensazioni su questa fetta di mondo, ma senza cadere nella trappola -che sta fregando tanti- di fingersi esperti virologi o epidemiologi?
Da qualche giorno ci penso, ma più leggo dichiarazioni, rumors, dati statistici, annunci di positività dei test e meno sembra facile trovare una sintesi in chiave sportiva.

Dopo l’arcinota gaffe di Gobert (se vi siete persi l’eccellente pezzo di Maurizio Nanni sulle prime reazioni ecco il link) –un misto di fessaggine e noncuranza che verrà ricordata per anni- e la sospensione indefinita proclamata repentinamente da Silver, tante sono le cose successe, ma ancora nessuno ha ben chiaro come portare a compimento questa stagione sportiva. I giocatori, tramite Chris Paul (nel ruolo di presedente della NBPA) han fatto ben capire che si aspettano e continueranno ad aspettare i loro assegni regolarmente, riduzione della regular season o playoff corti, poco importa. Alla lega adesso il pallino per trovare una soluzione all’enigma.

Gestione del virus degli stati

Fra i 50 stati le reazioni sono state diverse. Scrivo da una California recentemente in lockdown per ordine del governatore Newsom che solo di recente ha deciso di condannare alla quarantena lo stato più popoloso d’America.

La reazione dei cittadini, tolte 23 ore di isteria collettiva totale e di assalto ai supermercati (e a qualche armeria, cosa che è ancora da capire), è stata molto molto contenuta. Sicuramente ha giovato che tutte le big della Bay Area (fra cui Facebook, Google, Amazon e Facebook) avevano già chiuso, ove possibile, i loro uffici “obbligando” i dipendenti al lavoro in remoto (o W.F.H. -Work from home), ma anche il fatto che qui si lavori così tanto che le occasioni sociali siano centellinate non è da dimenticare.

Me in two weeks… from CoronavirusMemes

Il lockdown delle leghe

Di fronte alle questioni di sicurezza nazionale, il popolo a stelle e strisce ha una capacità unica nel pianeta di, in uno schiocco di dita, passare dalla modalità fancazzista a quella emergenziale (che qua significa lockdown ora, e legge marziale poi).
Il mondo sportivo non è da meno: tutte le maggiori leghe sportive professionistiche americane sono state chiuse in una manciata di giorni senza battere ciglio e senza alcuna possibilità di replica o obiezione dell’opinione pubblica. Tutti i fan sono stati lasciati, nonostante i diritti tv pagati a peso d’oro e nonostante migliaia di abbonamenti e biglietti venduti con un cerino in mano e mille domande.
Domande che potrebbero non trovare mai risposta visto che, meno di 30 ore fa, li presidentissimo Donald Trump ha iniziato a sussurrare alla popolazione (e a tutti i tifosi della MLB , NBA , NHL ed MLS) che l’emergenza potrebbe protrarsi fino a Luglio-Agosto con una rimozione molto lenta e graduale di tutti i divieti.

Sulle stime e su una possibile data di ripresa fatico come tutti ad identificare qualcosa con precisione. Mi limito solo ad aggiungere che la mia sensazione, come quella di molti, è che i veri numeri del coronavirus negli States non penso siano stati ancora sondati e/o capiti. Basti pensare che la manifattura di tutta la Silicon Valley è la Cina -con le province di Hubei (quella di Wuhan) e Shenzen sugli scudi, e migliaia di persone hanno viaggiato avanti e indietro prima del capodanno cinese (unica vera vacanza della Cina). O che a fino a 7 giorni fa in media per fare il test negli States dovevi sborsare “DI TASCA” 1331 dollari (in media nazionale). Roba che ci pensi solo se sei già in ospedale con una polmonite interstiziale.

Lo sport in secondo piano

Quindi sport in secondo piano, totalmente. Se ne parla pochissimo anche nei seguitissimi programmi sportivi di Fx ed ESPN. L popolazione sembra totalmente (e a mio avviso giustamente) rapita dal virus e dalla sua influenza nelle elezioni presidenziali che avverranno a breve.
La NBA ha guidato tutto il mondo sportivo in questo processo di crisi: in prima fila sulla risposta mediatica, primi a fermare il campionato, primi a stoppare gli allenamenti (chiusura obbligata delle team faiclities), primi ad avere un ufficio stampa che gestisce la comunicazione dei vari infettati (che da subito ha riportato nomi eccezionali tipo Gobert, Kd, Sean Payton e Donovan “Spida” Mitchell).  Fortunatamente nessuno per ora ha riportato (almeno ufficialmente) sintomatologie gravi.

Da li in poi, è partita una sorta di corsa al tampone degli atleti che ha fatto moltiplicare i casi nella lega al punto che su Twitter qualcuno ha causticamente commentato come:
The coronavirus is going through the NBA quicker than a Kardashian
(il coronavirus si sta passando tutta la NBA più velocemente di una Kardashian)
Ma è solo un assaggio, la rete ha dato il meglio nei giorni successivi e riporto qualche esempio qui sotto (particolarmente bella e cattiva quella su KD, lasciatemelo dire):

Domande a cui rispondere

Per quanto riguarda noi; troppi gli interrogativi che una interruzione così violenta della stagione ha lasciato.
La regular season 2019-e-mezzo-2020 aveva abbastanza deluso, specialmente gli americani che non la stavano seguendo più di tanto (rating in picchiata da Novembre scorso) un po’ intrappolata fra alcuni progetti non decollati (come Houston e Philadelphia) alcuni infortuni importanti (Steph e Zion su tutti) e alcuni load management troppo “spinti” (Kawhi e Paul George, giusto per dirne due) ma tutti aspettavano il momento dei playoff per capire meglio, per avere risposte.
Quindi, l’unico modo per poter parlare di basket ora – a meno che non vi diletti il gioco di contare i contagiati, ma potete usare Reddit che tiene una running list con i nomi- è usare una forma ipotetica e formulare una serie di domande aperte per far partire un dibattito con voi lettori.
In base alle risposte alla redazione e in generale ai feedback ricevuti decideremo se trasformarle in un appuntamento live chat su FB o creare dei piccoli approfondimenti per sviscerando i temi in modo più preciso e didascalico.
Sentitevi anche liberi di suggerire altre questioni tanto credo che, sfortunatamente, avremo ancora per un po’ di giorni del tempo per farlo e magari liberare un po’ la testa ridiscutendo su una grande passione comune per una parte della giornata dimenticandoci per un attimo dei bollettini macabri e dei dati funebri.
Ecco la lista:
  1. I 76ers avrebbero mai fatto click?
  2. Se la stagione dovesse ripartire fra due mesi chi sarebbero i favoriti?
  3. Lebron stava facendo una stagione stellare, per molti da MVP. Uno stop così lungo sommato al fatto che è al 17esimo anno di carrierà influenzerà positivamente o negativamente il campione dell’Ohio?
  4. Load management: I Cippers, che hanno avuto diversi infortuni nella parte centrale della stagione, riusciranno a tenere il roster in salute? Oppure alla ripresa del campionato si ripresenterà lo stesso schema di load management visto finora?
  5. Se la stagione non dovesse riprendere ed il titolo conseguentemente nn fosse assegnato, chi sarebbe il vero perdente?