L’NBA approda a Londra: inizia con una partita tra Washington Wizards Jr e New York Knicks Jr la tre giorni in terra britannica.
L’attesissimo scontro europeo sarà giovedì 17 gennaio all’02 Arena, ma i due giorni prima sono per un appassionato di questo sport uno spazio esclusivo che garantisce la possibilità di assistere ad allenamenti e partite a bordo campo ed interviste esclusive con i più grandi campioni del basket. Insomma il paradiso.
E noi, con i nostri video e scritti, cercheremo di farvi entrare in questo fantastico mondo.
Quest’oggi noi di Backdoor Podcast abbiamo avuto modo di poter scambiare due parole con il tre volte All Star: Caron Butler, leggenda NBA e vincitore dell’anello nel 2011 con la maglia dei Dallas:
Noi, come leggende NBA grazie a questi eventi, abbiamo la possibilità di ridare indietro tutto ciò che il basketball ci ha donato negli anni. Ed è così che si dovrebbe fare. Giocare a Londra? Il basketball è uno sport globale. Quello che stiamo facendo oggi è solo un pezzo del grande lavoro che l’NBA svolge ogni anno. Ed è una grande responsabilità!
Una responsabilità che i giocatori sentono molto, così ci spiega la 3 volte All-WNBA First Team, Elena Delle Donne:
È importante condividere la passione per il basket in giro per il mondo. Come hai potuto vedere, la gioia negli occhi innocenti dei bambini e quanto si sono divertiti quest’oggi sono il nostro vero risultato. È stato un giorno molto speciale! WNBA? Importante che anche la lega femminile ottenga più tifosi e cresca con il tempo. Fortunatamente possiamo comportarci da modelli d’ispirazione. Oggi è stata una bellissima giornata, abbiamo condiviso la passione per il basketball tutti insieme.
Senza peli sulla lingua Tasha Cloud, guardia dei Washington Mystics, ci spiega come l’NBA starebbe cercando di includere maggiormente le donne:
Buona opportunità per noi di venire allo scoperto e mostrare la nostra passione per il gioco, come tu hai detto. Il basket è un gioco inclusivo, non tiene conto né del sesso né dell’età.
È stato grandioso aver avuto la possibilità di venire qui ed allenare, nella maggior parte dei casi ragazzini. Sicuramente è un passo in avanti in ottica della figura di ‘donna allenatrice’. Questo è già un progresso che l’NBA sta piano piano mettendo in atto. E credo fermamente che il basket dovrebbe considerare questa opzione, ovvero di includere maggiormente le donne.”.