La stagione del College Basketball è appena iniziata, con Duke e i suoi Big Three ovviamente al centro di ogni discussione riguardante il Draft NBA. Avremo modo di parlare anche dei tre fenomeni dei Blue Devils, ma oggi spostiamo la nostra attenzione su tre giovani talenti tra i tanti che si sono messi in mostra nella prima settimana di partite.
Ja Morant (PG, Murray State)
I Racers hanno una certa tradizione per quel che riguarda i playmaker con potenziale. Dopo Canaan e Payne, ora tocca a Morant, a prima vista il più promettente dei tre.
Parliamo di un giocatore che lo scorso anno, a 18 anni appena compiuti, ha guidato i Racers ad un 16-2 nella Ohio Valley Conference e poi alla vittoria del torneo di Conference per strappare un posto alla Big Dance.
In 32 partite ha messo insieme medie di 12.7 punti, 6.5 carambole e 6.3 assist, nell’enorme database di B-Reference (parte dalla stagione 1992/93) non c’è nessun freshman con numeri simili, solo se abbassiamo la ricerca a 12 punti, 6 rimbalzi e 6 assist viene fuori un altro nome:
Morant ha una combinazione notevole di ball handling, atletismo e rapidità, doti che sfrutta per attaccare il ferro sia in transizione che contro la difesa schierata. Ottimo sia nel finire la penetrazione (con controllo del corpo inusuale anche sui contatti) che nel trovare i tiratori sul perimetro, in attacco l’unica vera pecca del suo gioco è un tiro da fuori non ancora affidabile.
Qui lo vediamo in azione nella vittoria contro Wright State, una performance da 27 punti, 5 rimbalzi e 11 assists:
Kris Wilkes (G/F, UCLA)
I Bruins hanno un roster particolare, con tanti atleti ricchi di potenziale ma senza una vera e propria guida, dopo l’uscita anticipata di Aaron Holiday.
Manca un leader quindi, ma anche un vero playmaker, un passatore in grado di alimentare le tante bocche da fuoco.
Per quanto riguarda la leadership, Kris Wilkes ha avanzato la sua candidatura fin dalla prima partita:
Dopo una campagna da freshman costellata di alti (22 con 3 assist nel derby con USC, 20 con 5 rimbalzi nella vittoria su Kentucky) e bassi (35% dal campo in 7 partite a Febbraio, 10 punti senza incidere nella sconfitta al primo turno del torneo NCAA), da Wilkes ci si aspetta il classico sophomore jump, ovvero un rendimento superiore e più costante.
Nelle sue giornate migliori Wilkes sembra già un giocatore NBA, tira da fuori con sicurezza e rapidità nel gesto, esplode verso il ferro e aiuta a rimbalzo e in difesa.
Lo scorso giugno ha solo flirtato con il Draft, per poi tornare alla corte di Alford, scelta saggia e necessaria per preparare al meglio il suo sbarco tra i pro.
Ora starà a lui dimostrare di esser pronto per le scelte del 2019.
Luguentz Dort (G, Arizona State)
In una Pac12 che manca di una vera e propria squadra favorita sulle altre, dovranno fare tutti i conti anche con Arizona State.
Tra le frecce a disposizione di coach Hurley la più interessante è sicuramente la guardia Luguentz Dort, freshman n.30 nel ranking di 247sports.
Se il telecronista usa l’espressione ‘man among boys’ per uno appena sbarcato nel mondo del college basket, vuol dire che siamo davanti a un talento speciale.
Dort ha doti fisiche clamorose, oltre ad essere un gran saltatore è potente e veloce, ha una parte alta del corpo già sviluppata, che gli consente di assorbire i contatti e di spazzare via gli avversari in situazioni dinamiche.
Se a questo ci aggiungiamo anche un motore di prima classe, ed un tiro da fuori in cui ha sempre più fiducia, ne viene fuori un prospetto NBA ideale, di quelli in grado di inserirsi in ogni contesto.
Hurley conta su di lui (e non solo, ci sono diversi giocatori interessanti) per riportare definitivamente i Sun Devils ‘sulla mappa’. Gli conviene fare in fretta, perchè Dort di questo passo lascerà il college molto in anticipo.
Honorable mention per due big man che vanno ancora inquadrati in prospettiva NBA, ma hanno iniziato alla grande la loro carriera NCAA.
Naz Reid (a quanto pare, cugino di Jay-Z) è un big man versatile che ama tirare da fuori, qui in azione contro UNC Greensboro
Mentre Simi Shittu è una power forward reduce da un brutto infortunio al ginocchio, che tuttavia, stando alle immagini, sembra pienamento recuperato: