NBA, Nuggets: l’evoluzione di Michael Porter Jr

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Che sarebbe stata un’annata complicata, tra covid e calendario compresso, era facilmente pronosticabile. Che ci sarebbero stati parecchi infortuni era lecito immaginarselo, e davvero tante squadre hanno dovuto fare i conti con defezioni più o meno gravi. Tra coloro che hanno già finito la stagione in anticipo c’è Jamal Murray; uno dei migliori giocatori della bolla di Orlando, Murray ha subito la rottura del legamento crociato del ginocchio, lasciando Denver nelle mani – letteralmente – di Nikola Jokic, probabile MVP di stagione regolare. Tuttavia, se il rendimento dei Nuggets è rimasto elevatissimo nonostante la sua assenza, il merito è anche di uno dei giovani più interessanti della Lega. Nella sua finora giovane carriera, Michael Porter Jr ha già dovuto fare i conti con critiche dirette al suo gioco e al suo atteggiamento; tuttavia, l’aumento delle responsabilità scaturite dall’assenza di un giocatore chiave come Murray sembra aver reso Porter istantaneamente un giocatore migliore. 

UN ALTRO MPJ 

Già solo guardando i numeri, si può capire come la stagione di Porter sia eccellente, a maggior ragione considerando il grosso aumento nel minutaggio e nei palloni toccati da un anno all’altro. Quest’anno le medie di Porter dicono 19 punti di media con il 54.5% dal campo e il 44% abbondante da tre. A seguito dell’infortunio di Murray, la media punti nell’ultimo mese e mezzo è aumentata fino a sfiorare quota 24 punti pur mantenendo un’ottima efficienza offensiva (64% di effective field goal percentage ad aprile e addirittura 70% in questo inizio di maggio).

Il primo effetto dell’infortunio dell’ex giocatore di Kentucky è stato, ovviamente, un incremento delle responsabilità offensive di MPJ, che ha visto aumentare il proprio usage rate nel mese di aprile – Murray ha giocato la sua ultima partita stagionale il 4 dello scorso mese – a 23.4: nonostante lo stesso valore si sia leggermente abbassato in queste poche partita di maggio (22.7), rimane comunque un dato più alto rispetto a quello dei mesi precedenti. Paradossalmente, però, nell’ultimo mese si è visto un altro Porter Jr., che non ci aspettavamo di vedere così presto, e cioè un giocatore con letture offensive più avanzate. A maggio il numero degli assist è raddoppiato rispetto alla media stagionale (da 1.1 a 2.2), e la sua assist percentage rasenta l’11%, quasi triplicata rispetto ad aprile: chiariamoci, non scambieremo Porter per Jason Williams, però bisognerà pur incominciare da qualche parte:

Controllo del corpo ne abbiamo?

Allo stesso tempo, nonostante cerchi maggiormente di mettere in ritmo i compagni, ha imparato ad inserire una marcia più alta per sfruttare il suo fisico e il suo atletismo per andare al ferro. In stagione Porter mette a referto 2.2 drive a partita che gli fruttano 1.6 punti: non la specialità della casa. Da quando Murray manca, però, le medie si sono leggermente alzate: 3.4 drive e 2.6 punti.

A mio parere, queste sono due ottime letture. In entrambi i casi, Porter riconosce che l’area è incustodita (sull’altro lato del campo la difesa dei Nets è interessata a Jokic, e Kyrie difficilmente ruoterà su una penetrazione di un giocatore più grosso, e infatti ciò non si verifica) e va a canestro. Nel primo caso, poi, usa il fisico per spostare Durant, che ha braccia chilometriche ma fisicamente concede qualcosa al giocatore dei Nuggets. 

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