Sarà una OJM Varese piccola e razzente quella che affronterà il prossimo campionato italiano. Due soli pivot di ruolo (Tariq Owens e Willie Caruso) e tanti giocatori intercambiabili nelle posizioni di 2, 3 e 4.
Ok, abbiamo pochi chili e centimetri – ammette il General Manager Michael Arcieri – ma sopperiremo con un grande atletismo. Owens, Johnson e Brown hanno una apertura alare importante. Vogliamo essere più atletici possibili, switchare sui pick and roll e puntare su posizioni intercambiabili. Penso che avremo un impatto significativo sul campo grazie ad atletismo ed eccletticità.
Tutti a Varese pensavano ad una conferma dell’amatissimo Sim-Sander Vene.
E invece no. Alla fine il roster rimane senza un vero e proprio 4 di ruolo e con uno straniero in meno (saranno 6 italiani e 5 americani). Una scelta o una necessità? Entrambe le cose, ovviamente. Da una parte la società risparmierà la luxury tax (e il salario, nel caso di Vene importante) del 6° straniero, dall’altra sarà adattato il confermato Justin Reyes come numero 4 dal “basso” dei suoi 193 centimetri. E’ lo small ball, bellezza. Ma non ditelo al nuovo coach americano Matt Brase (che farà coppia con l’ex Cremona Paolo Galbiati). Small ball? “La filosofia sarà più o meno questa, ma vorrei cancellare questa etichetta che ci è stata data. Noi non giocheremo small ball, ma a basket ball, a partire da una grande organizzazione difensiva”. E ancora. “A Houston con Mike D’Antoni facevamo quel gioco, qui però gli interpreti non sono gli stessi e quindi cercheremo di adattare la filosofia alle caratteristiche dei giocatori che abbiamo nel roster”. E allora presentiamo il roster della nuova Openjobmetis.
Il playmaker titolare sarà probabilmente Giovanni De Nicolao. Al suo 3° anno a Varese, “the little general” ha mostrato grandi progressi nella leadership e nella gestione della squadra, ora dovrà trovare spunti convincenti anche nelle percentuali offensive. A coprirgli le spalle l’enfant du pays Matteo Librizzi (che aveva conquistato addirittura il quintetto base all’epoca di coach Roijakkers) e il razzente Colbey Ross (stellina della Summer League di Las Vegas, leggenda a Pepperdine University e autore di una buona prima stagione senior a Nymburk, nel campionato ceco). Sul perimetro Markel Bown (classe 1992, atleta esplosivo, completo e versatile, nell’ultima stagione ad Anversa), Jaron Johnson (giocatore dinamico, dotato di grande atletismo e di capacità di attaccare il ferro come di tirare, nell’ultimo anno in Russia tra Saratov e Unics Kazan) e Tomas Woldetensae (24 anni, scoperta dell’ultima parte di stagione dopo la “presa” nel sommerso della Legadue a Chieti, in grado di difendere ed attaccare grazie alle sue lunghe braccia, ma soprattutto di tirare da fuori, la vera specialità della casa).
Nella posizione di numero quattro si alterneranno Justin Reyes, il capitano Giancarlo Ferrero e l’altro giovane Nicolò Virginio: tre giocatori diversi, in qualche modo tutti da verificare e che (la domanda delle cento pistole) dovranno riuscire a coprire il ruolo pur con caratteristiche e anagrafica diverse. Sotto canestro completano il roster il filiforme Tariq Owens (206 centimetri per 93 chili, l’anno scorso out per un infortunio al ginocchio) e la speranza azzurra Guglielmo Willie Caruso (reduce da una stagione caratterizzata da tanti guai fisici, ma con mano e movimenti interessanti). Sarà sufficiente? Secondo Michael Arcieri sì.
Anzi – rilancia il General Manager americano – l’obiettivo è arrivare ai playoff e tornare in Europa. Senza alcun dubbio.