Olimpia-GeVi Napoli: rebus Ennis e la Coppa Italia è partenopea | GamePlan

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Olimpia Napoli
Credits Savino Paolella

Incredibile upset nella finale di LBA Coppa Italia 2024 dove la GeVi Napoli, guidata da un Tyler Ennis da 21 punti, sconfigge l’Olimpia Milano conducendo per quasi tutti i 40 minuti. Prova di forza corale che annulla lo sforzo del duo Melli-Mirotic. Ancora una volta questa competizione ha regalato un vincitore inatteso, confermando la sua totale imprevedibilità. Risultato finale 72-77.

 

Tyler Ennis

Inevitabile partire dall’MVP della finale per analizzare il successo di Napoli. 21 punti, 26 di valutazione e la sensazione che non abbia mai sbagliato una scelta nel corso della partita. Il suo primo tempo recita 1,364 ppp. In poche parole la difesa di Milano non ha mai preso le misure all’handler principale della GeVi.

La sua serata balistica dal perimetro non è delle migliori, 1/4, ma la qualità delle sue penetrazioni è di altissimo livello e alternando azioni ragionate ad altre dove attacca nei primi secondi, ha impedito a Milano di prendergli le misure a livello difensivo.

Nello specifico è il migliore lettore delle situazioni generate dai cambi difensivi di Milano. Napoli sfrutta tantissimo la tendenza dell’Olimpia a essere molto aggressiva sui blocchi e lui è perfetto nel punire quella scelta, puntando sempre Mirotic, o sfruttando gli accoppiamenti vantaggiosi nelle situazioni di transizione.

Il mismatch che vorrei

Un’altra chiave del successo di Napoli è la sua capacità di resiste ai mismatch fisici. L’attacco di Milano è solito basarsi sugli accoppiamenti che portano vantaggio fisico e sfruttare le scelte in emergenza della difesa per costruire l’attacco di squadra. Scelta che ha funzionato molto bene sia con Trento che con Venezia, ma che invece non ha pagato con Napoli.

Il quintetto della squadra campana ha avuto un grande impatto fisico dal trio Zubcic-Sokolowski-Owens. L’ex-Treviso nel mettere sempre un corpo contro Shields e i restanti due a tenere nelle sportellate con Melli, Mirotic, Hines e Voigtmann. Milicic chiedeva ai suoi una grande prova fisica per poter resistere all’onda d’urto e così è stato.

Unica certezza

A livello offensivo non ha funzionato quasi niente nell’attacco di Milano, se non la produzione dei suoi lunghi nel gioco interno. L’Olimpia ha prodotto 1,8 ppp nel corso del match da situazioni generate dal rollante, soprattutto con il duo Melli-Mirotic.

La scelta difensiva di Napoli verteva molto più sugli esterni. Uscendo molto aggressivi sul pick and roll e concedendo qualcosa ai lunghi. Nell’economia della partita Milicic poteva accettare questo rischio, soprattutto perché il suo principale obiettivo era togliere Shields e Napier dalla partita.

Sulle uscite di Napier e Shields l’ordine era di fare show forte per togliere visione al primo e obbligare il secondo a giocare contro i suoi demoni nella gestione del pallone dal pick and roll, ruotando puoi in emergenza sul bloccante. Su questa situazione Melli ha lucrato tantissimi punti, attaccando sempre dal palleggio e arrivando spesso nei pressi del ferro per appoggi comodi. 

Unico appiglio in una serata avara di soddisfazioni offensive.

Battuta di caccia

Il grosso del successo di Napoli passa dall’ottimo primo tempo che costringe Milano a inseguire fin dai primi possessi, e che le ha permesso di colmare quella possibile stanchezza dovuta a qualche ora di riposo in meno con l’adrenalina dovuta alla possibilità di fare il colpo.

Il principale motivo per cui Milici e il suo staff riescono a incanalare la partita sui binari presenziali è nel come siano riusciti a individuare i punti deboli e a sfruttarli al meglio.

Nel quintetto iniziale dell’Olimpia la contemporanea presenza di Napier e Vogitmann ha fornito un primo spunto per trovare una testa di ponte per scardinare la difesa. Ennis marcato da play milanese dava un primo focus da sfruttare, Voigtmann il secondo costringendolo a muoversi più del dovuto e potendo a scelta forzare il cambio, attaccare il suo show aggressivo servendo Owens. 

L’ingresso di Mirotic ha messo li una secondo opzione utile all’attacco di Napoli, forzando sempre il pick and roll con l’uomo marcato dal montenegrino e costringendo la difesa biancorossa a cambiare. Accoppiamento scomodissimo con gli uomini di Messina che si sono trovati a dover gestire Ennis e Pullen in 1 vs 1 contro un difensore molto più lento.

Da queste situazioni è passato molto del ritmo offensivo della GeVi Napoli.

Napier e Shields non pervenuti

Altro grande elemento che ha portato alla vittoria di Napoli è la capacità dello staff partenopeo di trovare un modo per limitare i principali focus offensivi di Milano, individuati in Shields e Napier.

Nel limitare il danese è doveroso sottolineare l’ottimo lavoro di Sokolowski e la sua capacità di tenere sui close out. Sia nelle situazioni di 1 vs 1, sia nelle situazioni di spot-up, il giocatore polacco ha fatto un grandissimo lavoro per togliere la mano forte del danese e mettere il corpo sulle sue incursioni al ferro. Pochi a livello di LBA hanno assorbito così bene l’impatto fisico di Shields e Sokolowski in questo caso ha fatto un capolavoro.

Nel limitare il play milanese Milicic ha chiesto ai suoi una staffetta difensiva ruotando Ennis, Pullen e Brown per avere sempre corpi freschi da mandargli contro. In secondo step ha chiesto un gran lavoro a Owens e Zubcic per fare degli show aggressivi sui pick and roll di Milano, quasi raddoppiando Napier, per togliergli visione e linee di passaggio. Costretto a tornare indietro e a dover ricominciare una azione senza aver generato nessun vantaggio.

 

E alla fine è questione di…canestri

E dopo tutti questi discorsi non possiamo sottolineare come il successo di Napoli sia suggellato da una gran canestro in 1 vs 1 di Pullen in risposta alla tripla di Shields del 72-71.

Gameplan e scelte ma alla fine la vittoria passa sempre dai giocatori. Talento di Pullen e Shields ma anche cattive letture come quella di Napier in uscita dal time out dell’Olimpia che si va  infilare nei pressi della riga laterale, proprio come voleva la difesa di Napoli.

Grandi meriti di Napoli, grandi demeriti dell’Olimpia ma alla fine la finale si è decisa nei possessi finali come giusto che sia in una manifestazione come questa.

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