L’infortunio patito da Klay Thompson durante il training camp ha affossato le speranze da titolo degli Warriors, ancora una volta. Nonostante questo, la trade con Phoenix per assicurarsi Kelly Oubre Jr. sembrava una dimostrazione di forza, o presunta tale, da parte della franchigia. Chiaro, Oubre non sarà mai un franchise player, ma stiamo comunque parlando di un giocatore che a Phoenix aveva trovato la sua dimensione in NBA, reduce da una stagione di career high in punti (18.7), rimbalzi (6.4), percentuale dal campo (51.7) e minuti sul parquet (quasi 35 di media). L’impatto con un nuovo gruppo, però, si è rivelato più difficile del previsto, e le sue prestazioni ne hanno risentito: ad inizio stagione, Oubre ha sbagliato tutti e 31 i tiri che si è preso, ad eccezione delle schiacciate.
Da qualche settimana, però, le cose fuori dal campo per lui si sono decisamente sistemate, e il suo rendimento sul rettangolo di gioco ne è una conseguenza.
UN DIFFICILE ADATTAMENTO
Come ha raccontato a The Athletic, la sua routine lavorativa del momento è la stessa che aveva quando i tiri non entravano neanche a pagarli: a fare la differenza è il suo stato d’animo, finalmente libero da pensieri collaterali. Ancora una volta sono stati i rumor di possibili trade ad affossare Oubre, che sembrava fosse di nuovo sul punto di cambiare squadra dopo poche settimane a San Francisco; durante la off-season, nel giro di una settimana aveva lasciato Phoenix – un luogo dove, a detta sua, avrebbe voluto rimanere a vita – per Oklahoma City, e infine Golden State.
Necessarie per trasmettergli tranquillità sono state le parole di Kerr, Curry, Green e in generale il coaching staff, che gli hanno fatto capire come il suo posto fosse agli Warriors e non altrove. Recentemente, ha anche dichiarato che a mettergli pressione è stato l’impegno economico che Golden State si è presa con la sua firma; durante la conferenza stampa introduttiva, Oubre aveva dichiarato di pensare solo al basket, e che ai soldi ci avrebbero pensato gli esperti di cap della franchigia. Ebbene, per la serie “anche le star NBA sono umane”, parte 2917, Oubre ha poi corretto il tiro, ammettendo che sì, le cifre che si è portato dietro da Phoenix e che stanno avendo un grosso impatto sulla situazione salariale della squadra hanno gravato su di lui.
Tutto ciò ha avuto ovviamente ripercussioni sul suo rendimento – insufficiente – del primo mese di stagione.
Luke Loucks è uno dei player development coach agli Warriors, e Oubre è uno dei giocatori a cui è stato assegnato. Loucks ammette che la fiducia del ragazzo non è mai venuta meno anche quando il suo tiro non entrava, nonostante tutto il lavoro svolto durante gli allenamenti. Nessuno si è stracciato le vesti per il rendimento inferiore alle attese anche perchè, come dice il coach stesso, giocare con Steph nel sistema Golden State non è per nulla facile, e anche uno dei migliori giocatori di sempre come Durant ha dovuto passare attraverso un periodo di adattamento prima di far vedere tutte le proprie qualità. Per dare una ulteriore mano al suo giocatore, Loucks ha parlato con Drew Hanlen, allenatore che in privato ha lavorato con una miriade di giocatori NBA, tra cui proprio Oubre, per chiedere lumi su come affrontare le difficoltà del giocatore. Come dichiarato dallo stesso coach degli Warriors, i due si sono concentrati sull’equilibrio durante il tiro – Loucks ha notato che l’ex Wizards tendeva a cadere leggermente indietro durante il movimento – e sul follow through, cioè la parte finale del tiro, l’estensione del braccio e il movimento del polso durante il rilascio: segnare almeno le triple aperte avrebbe cambiato il mondo nel gioco di Oubre, e così è stato. Tralasciando il 5% nelle triple fatto registrare in sole quattro partite a dicembre, nel mese di gennaio Oubre ha tirato con il 27.5% su 5 tentativi a sera, e nelle triple aperte le cose non andavano molto meglio; il nativo di New Orleans tirava le triple open con il 29%, e quelle wide open con il 28% scarso.