Alessandro Pajola: una raffinata gemma grezza

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COLORE E PESO SPECIFICO

Nella recente sconfitta al PalaPentassuglia di Brindisi, Alessandro ha trovato comunque il modo di festeggiare, tagliando il traguardo delle 100 presenze nella massima serie. Numero impressionante, soprattutto se parametrato alla carta d’identità e al contesto nel quale è inserito. La purificazione purgatoriale della A2 dura solo un anno, l’anno successivo ricolloca Bologna sulla mappa della pallacanestro italiana. Il vero turning point per la storia recente delle V Nere e di Pajola stesso si ritrova in data 11 marzo 2019: in panchina, in sostituzione di Pino Sacripanti, atterra Aleksandar Djordjevic. Spero che non sia necessaria alcuna presentazione. Sotto la guida del serbo i bianconeri tornano ad alzare un trofeo continentale, la Basketball Champions League, dopo 10 anni di astinenza e a 17 dall’ultima Eurolega. Pajola non si fa intimorire dall’arrivo di un guru internazionale come Sale. La pressione non l’ha mai spaventato. Semmai lo ha spronato. Gli acquisti nella campagna estiva di Milos Teodosic e Stefan Markovic hanno annullato la presenza del giovane italiano nelle rotazioni di Djordjevic? Neanche per sogno. In pochi si rendono conto del carattere di ferro con cui si ha a che fare.

Pajo lotta. Pajo sbuffa. Pajo sa che deve guadagnarsi ogni singolo possesso a cospetto di tre maestri del playmaking come i fuoriclasse serbi. Spesso si è accusato coach Djordjevic di tutelare eccessivamente gli interessi dei giocatori che, inevitabilmente, ha contribuito a portare sotto le Due Torri con la sua semplice presenza. Se ne può discutere, ma non se si parla di Alessandro. “Pajola è il nostro giocatore del futuro. In questa stagione ha fatto progressi enormi sotto l’aspetto fisico, con un grande lavoro in palestra in sala pesi e mentale. La sua crescita si è vista proprio nella nostra ultima partita, lo spareggio di Belgrado col Darussafaka. Alessandro in quell’occasione ha dimostrato una maturità e autorità che non si vedono spesso in un ragazzo di 20 anni.” Queste le sue parole lo scorso anno, appena prima che la pandemia interrompesse sul più bello la cavalcata virtussina in Campionato e EuroCup.

Paradossalmente, l’inizio della scorsa stagione è coinciso con un cospicuo aumento di minutaggio e responsabilità sulle spalle di Pajola che, in quanto a personalità, non è mai stato secondo a nessuno. Tuttavia, Alessandro è ancora oggi un giocatore dagli evidentissimi limiti. Ma, proprio perché così lampanti e significativi, nel momento in cui glieli si faranno notare, state pur certi che Pajo non ne avrà a male. Se possibile, coltivando la nobile arte dell’anticipo non soltanto sull’uscite dai blocchi dei tiratori rivali, li avrà già sottolineati e rimarcati prima che voi possiate averci anche solo pensato. Consapevolezza e autocritica: indole non insegnabile al minibasket. Neanche alla Stamura.

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