Le due grandi di Grecia stanno vivendo un inizio di stagione difficile: se dell’Olympiacos Pireo, che ha confermato nel weekend Kestutis Kezmura sulla panchina per tutto l’anno, abbiamo già scritto, anche in casa Panathinaikos Atene le prospettive non appaiono particolarmente rosee. Nonostante il comodo 4-0 in un campionato ancor meno allenante del solito, dopo la retrocessione dei cugini in Serie A2.
Il record di 1-2 in Eurolega lo certifica, ma non è certo così tragico. Fa più discutere una squadra che appare piuttosto disfunzionale ed un coach apparso un po’ in confusione e con una difficoltà abbastanza pesante, la poca dimestichezza con la lingua inglese. Tanto da aver bisogno del traduttore anche nelle brevissime interviste di Euroleague.
Panathinaikos Atene: un solo pallone per tanti attaccanti
Partendo dal roster, questo Panathinaikos ci pare una squadra più fatta di ‘figurine’ che di giocatori in grado di integrarsi e formare un gruppo importante. Partendo dalla regia: Nick Calathes è ovviamente il leader indiscusso della squadra, ma anche Tyrece Rice è un giocatore con il bisogno di poter avere la palla in mano per poter rendere. A questo proposito, l’ultima azione della partita con Milano è abbastanza significativa: l’americano è libero per un comodo tiro da tre punti, ma non riceve la palla dal compagno di squadra greco e non la prende molto bene.
Tyrese, si un tío con la visión de juego de Calathes no te la pasa estando cinco segundos solo, llámame mal pensado, pero igual te vio y no te la quiso pasar. Cosas que provocan buen rollito. https://t.co/eyEJE9zXse
— Nacho Duque (@duque_nacho) October 19, 2019
Altri giocatori sono stati abituati in carriera a giocare spesso i palloni decisivi o, comunque, a prendere molti tiri: Jimmer Fredette, Wesley Johnson e DeShaun Thomas su tutti, ma anche Nikos Pappas, attualmente ancora alle prese con il recupero dal grave infortunio di inizio 2019. Mentre i lunghi sono discreti atleti, si fanno notare a rimbalzo, ma sono poco pericolosi dal punto di vista offensivo. Un mix non particolarmente incoraggiante, in una competizione così legata ai dettagli come l’Eurolega.
Le difficoltà di Pedoulakis e quelle del Pana
Questo ovviamente complica il lavoro del tecnico Argyris Pedoulakis, sul quale sono già piovute le critiche della stampa greca, con voci già di una panchina traballante. Le difficoltà viste nel precampionato, in particolare nelle due gare ‘casalinghe’ del Giannakopoulos, sono proseguite anche in questo avvio di stagione: un gioco poco brillante, una difesa spesso poco incisiva e, soprattutto, la prevedibilità nelle palle pesanti della partita.
Nonostante non manchi il talento offensivo tra gli esterni, non paiono esserci alternative ad una soluzione personale di Nick Calathes: è accaduto sia nella partita contro il Villeurbanne che in quella con l’Olimpia. Due penetrazioni, pur con tutta la difesa addosso, del playmaker greco e due errori, costate due sconfitte ai verdi. Certo, il Panathinaikos è andato a due tiri sulla sirena dall’essere 3-0 in Eurolega. Ma resta l’impressione di una squadra che farà tanta fatica ad inserirsi nella lotta per i playoff, con più di un’avversaria migliorata e più completa di un anno fa.
La squadra secondo me non arriverà ai playoff di euroleague, sicuramente manca un centro che possa garntire presenza e punti contro ogni avversario e comuqnue la base greca la vedo di minor livello ( Calathes a parte ) rispetto agli altri anni.