Peppe Sindoni saluta l’Orlandina: l’annuncio sui social

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Peppe Sindoni
Instagram Orlandina Basket

Un fulmine a ciel sereno ha colpito la pallacanestro siciliana in questo pomeriggio di quarantena: Peppe Sindoni, DS dell’Orlandina Basket, ha annunciato il suo addio alla società militante nel campionato di A2, a partire dalla prossima stagione. In realtà, leggendo le parole del dirigente è facile capire come la notizia fosse nell’aria da un po’ di tempo, sebbene in pochi si aspettassero una comunicazione del genere in questo momento. Ringraziando il padre, patron di Capo, tutti i tifosi e quelli che ha definito i suoi colori, ha lasciato un messaggio sui suoi profili social.

Vivi credendo che certi momenti non arriveranno mai. E invece arrivano.
Dalla prossima stagione non sarò più il Direttore Sportivo dell’Orlandina Basket.

Quando decido di sposare una causa lo faccio con tutto ciò che ho dentro. Ai limiti dell’ossessività.
La ricerca della perfezione anche a costo di consumare me stesso: il mio mantra.
Io non ho scelto di essere così.
Io sono così.

Ho pianto dalla gioia e raggiunto risultati che sembravano impossibili.
Azzerare e ripartire.

Ho passato tante burrasche interiori e ho urlato di rabbia fino a strapparmi l’anima.
Parte del gioco.

Quello che invece non posso accettare è il mio cuore non pompi a mille in direzione della mia causa.
E da qualche mese sta succedendo.

Oggi ai “miei” colori devo rispetto.
So di funzionare solo quando testa e cuore sono allineati.
Quando gli occhi brillano. E lo spirito pure.

Non so ancora dove scriverò il prossimo passo della mia vita umana e professionale.
Non lascio per un’alternativa. Lascio perché sono certo che si tratti della decisione giusta per me e per il club.

Grazie a mio Padre per avermi dato la più grande opportunità della mia vita quando ero ancora un semplice ragazzino innamorato del gioco.
Grazie alla mia famiglia per avermi supportato nei momenti difficili ed aver convissuto con i miei alti e bassi.

Grazie a tutti voi per aver creduto nel mio sogno.

P

Come ha detto lui stesso, l’attaccamento che ha verso Capo d’Orlando è stato ciò che lo ha spinto a sposare questo progetto con tutto sé stesso. Nonostante ciò, ricollegandomi alle sue righe, è evidente come negli ultimi tempi più di qualcosa non sia andato per il verso giusto. All’incirca da tre anni a questa parte, è iniziata la parabola discendente dell’Orlandina. Cominciata nel 2017/18, anno della retrocessione in cadetteria, successivamente ad un’annata disastrosa, caratterizzata da infiniti cambi nel roster dei paladini. Proseguita con la beffa dello scorso anno, con una promozione sfiorata sia in regular season che ai playoff, in un campionato falsato dalla macchia dell’esclusione di Siena, senza la quale, probabilmente, staremmo parlando di un’altra storia (non dimenticandoci degli infortuni che devastarono quella formazione). E conclusasi con il totale fallimento di quest’anno, durante il quale i ragazzi di Coach Sodini si sono ritrovati a lottare contro lo spauracchio serie B, prima dello stop. In ogni caso, Sindoni si è sempre distinto egregiamente, conquistando il primo di miglior dirigente della LBA 2016/17, quando, con le sue scelte, portò Capo d’Orlando alle Final Eight di Coppa Italia, ai playoff scudetto e alla qualificazione in Champions League. Anche negli anni bui dei suoi ha effettuato delle scelte assolutamente degne di lode, una su tutte, la coppia di americani che selezionò per trascinare i biancoazzurri fino alla finale promozione contro Treviso, sebbene avesse a disposizione un budget ridotto rispetto alle precedenti campagne di mercato. Mi riferisco a Jordan Parks e Brandon Triche, due prese lungimiranti che hanno fatto le fortune dell’Orlandina del campionato passato, con il primo che quest’anno ha contribuito alla causa della stessa De Longhi Treviso e il secondo che ha trovato spazio nel Pinar Karsiyaka (squadra ricca di ex “italiani”), ai vertici del campionato turco al momento dell’interruzione, dietro solo all’Efes. Ad ogni modo, proprio le ristrettezze economiche, appena citate, potrebbero essere state una delle motivazioni che hanno spinto Peppe Sindoni ad abbandonare casa sua. Lo specchio di queste difficoltà è stato l’andamento del roster assemblato quest’anno, inizialmente assemblato su due americani spariti presto, Brice Johnson e la salma di Terance Kinsey, e un parco italiani non all’altezza. Eppure, Sindoni aveva ancora lasciato la sua impronta per salvare la situazione, inserendo in corsa Elmore, ex Trieste, e Akos Keller, nazionale ungherese, a prezzo di saldo, con il duo che stava tirando fuori dai guai i siciliani, almeno fino alla sospensione delle danze. La chicca finale, con la quale mi piacerebbe riassumere l’operato del direttore sportivo orlandino, è stata il tesseramento di Marco Laganà, per sostituire il fratello Matteo, pescato dalla C Silver calabrese, dove aveva iniziato la stagione, che ha stupito tutti con numeri sorprendenti (quasi 19 di media).

Personalmente, sono convinto che Peppe Sindoni sia uno dei più esperti e promettenti dirigenti del panorama societario-cestistico italiano, quasi al livello di Nicola Alberani, un altro che recentemente ha deciso di voltare pagina, un personaggio che Backdoor conosce bene. Dunque sono abbastanza sicuro che sarà un nome più che appetibile nel mercato dirigenziale futuro e sono certo che ovunque deciderà di continuare la sua carriera professionale avrà successo.