Pistoia-Sassari: la taglia che conta | LBA GamePlan

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Pistoia-Sassari

Nel lunch match dell’ottava giornata di campionato, è andata in scena la sfida tra Estra Pistoia Dinamo Sassari. I toscani sono usciti vittoriosi dalla gara, raggiungendo quota tre vittorie in Serie A, mentre il Banco di Sardegna non è riuscito a dare continuità all’ottima vittoria della settimana precedente contro Trento. Analizziamo, allora, gli spunti tattici più interessanti che questa partita ci ha riservato con il nostro solito GamePlan.

 

Piovono triple

Pistoia per tutta la partita ha tirato molto bene dalla lunga distanza, chiudendo con un 10/25 dall’arco. Merito soprattutto di un Willis a tratti infallibile, ma in generale di una squadra che ha saputo trovare ottimi tiri nel corso di tutti i 40′. In particolare l’Estra è partita fortissimo nel primo quarto, facendo circolare bene il pallone nelle iniziative create dalle mani di un Moore in modalità “distributore di cioccolatini”. Molto spesso è stato l’americano a battere l’uomo nei primi 10 minuti, per poi scaricare sul giocatore libero e dare inizio ad una circolazione di palla ottima. Venuto a mancare l’estro di Moore nel resto della gara poi le percentuali e la qualità del gioco dei toscani si sono abbassate, tornando solo a sprazzi negli ultimi minuti.

 

Zona e carattere

Dopo un inizio di partita complicato che rischiava di far scappare Pistoia, la Dinamo Sassari è stata a brava a non farsi distanziare troppo grazie a qualche fiammata offensiva. In particolare ottime risposte sono arrivate da Cappelletti e Kruslin, che con carattere (e a volte anche nel fango di azioni non eccellenti) hanno segnato canestri importanti. Importante anche l’impostazione della zona difensiva 2-3 da parte di Bucchi, che per pochi ma efficienti minuti è riuscita ad arginare la vena offensiva e da tre punti degli avversari.

Intesa vincente

Il terzo quarto è stato senza dubbio il periodo più positivo per il Banco di Sardegna. In dieci minuti che hanno visto Pistoia perdere il proprio flow offensivo e andare un po’ fuori giri, la Dinamo è riuscita a riavvicinarsi definitivamente soprattutto grazie all’intesa tra Whittaker e Gombauld. I due, infatti, hanno confezionato una serie di P&R che hanno messo consecutivamente in difficoltà la difesa di Brienza. Bravissimo l’americano a concentrare la difesa su di sé per poi scaricare sul compagno, ottimo il francese nel farsi trovare sempre nella giusta posizione per lo scarico.

 

La taglia che conta

Si è arrivati all’ultimo quarto di gioco in situazione di quasi totale equilibrio. Un equilibrio rotto poi dal superiore tasso di atletismo e fisicità di Pistoia. Nel corso di tutta la partita i toscani sono andati meglio a rimbalzo e hanno saputo sfruttare di più i vari mismatch in post basso, ma negli ultimi 10 minuti questi fattori hanno fatto ulteriormente la differenza.

Simbolo di questa superiorità è Ogbeide, che è stato decisivo con la sua presenza sotto canestro nell’ultimo quarto. Viste le brutte percentuali dall’arco di Sassari, Pistoia è stata brava a mandare i giocatori della Dinamo a schiantarsi contro un’area intasata e in cui il nigeriano la faceva da padrone. Dall’altro lato del campo, invece, Ogbeide e compagni sono andati molto forte a rimbalzo offensivo (11 a fine gara contro i 6 avversari), riuscendo così a far comunque fruttare i molti tiri non entrati in 10′ dalle basse percentuali.

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