Post G1 Olimpia Milano – Efes Istanbul: i soliti sospetti

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L’Efes sbanca il forum a si porta sull’1-0 nella serie. A fare la differenza, nemmeno a dirlo, sono i campioni dell’Efes che combinano per 32 punti totali (16 a testa) in una serata in cui si è segnato molto poco. Milano con 40 minuti di sofferenza offensiva, si ferma a 48 punti segnati. Troppo poco per poter pensare di vincere contro chiunque a questo livello. 48-64 il risultato finale.

La partita

Questa gara 1 ha confermato che le due squadre non sono nel migliore momento di forma della loro stagione. 40 minuti di basket molto rivedibile e soprattutto due attacchi che hanno fatto una fatica enorme a mettere punti a tabellone. Sicuramente le difese hanno lavorato meglio degli attacchi, ma entrambi gli allenatori avranno diverse cose da rivedere in vista di gara 2. La differenza? Nei momenti di secche offensive l’Efes ha potuto aggrapparsi ai suoi fenomeni e ha tirato fuori punti a giochi rotti.

Difesa bene – Attacco male

Partita a due facce per Milano. Tenere a 64 punti l’Efes era sicuramente nel piano partita di Messina e la difesa da questo punto di vista ha risposto presente.
Milano ha adottato un piano difensivo chiaramente orientato al contenimento delle due bocche da fuoco principali dell’Efes. Hall, Shields, Delaney e Grant coinvolti in prima linea per contenere i palleggi di Larkin e Micic. Nei primi 14 secondi sui tutti i pick and roll venivano difesi con un show forte sul pick per costringere gli handler turchi a scaricare, nei dieci secondi finali dei ventiquattro si andava di cambio per avere sempre un corpo sulle penetrazioni.

Il grande assente della serata milanese è l’attacco. 48 punti sono davvero un bruttissimo dato per una squadra che già di per se non brilla per produzione offensiva. 3 punti totali delle due PG titolari di Milano sono il migliore indicatore di una serata stregata dal punto di vista offensivo. Ma cosa non ha realmente funzionato nell’attacco di Milano? La lettura di una difesa che ha sempre mandato verso l’aiuto a centro area di Dunston e Pleiss i due creatori i gioco milanesi.

Bonus-malus Rodriguez

Nel terzo quarto si ha la svolta del match con un parziale di 17-8 che indirizza la partita verso la squadra di Ataman. Messina, conscio delle difficoltà di Milano nel mettere punti a tabellone, gioca subito la carta Rodriguez a inizio quarto. Ataman risponde con una serie di pick and roll a provocare cambi difensivi per puntare lo spagnolo. E da quelle situazioni l’Efes ha scavato il solco che ha dato quei 10/12 punti che hanno poi deciso la partita.
In una serata in cui lo spagnolo non ha mai reso a livello offensivo, i suoi difetti difensivi sono stati esposti maggiormente.

Micic e Larkin

Gira che ti rigira, le sorti dell’Efes passano da loro due e gara 1 è l’ennesima dimostrazione. L’aspetto chiave della vittoria dell’Efes è proprio nella loro capacità di attaccare i cambi difensivi di Milano. In una serata in cui il ritmo è stato quello congeniale all’Olimpia e l’attacco è sempre stato costretto a concludere nei secondi finali, la loro capacità di giocare contro i cambi ha fatto tutta la differenza del mondo.

Insolita difesa

La vittoria dell’Efes pesa molto perchè ha vinto il tipo di partita che solitamente premia Milano. La difesa turca ha fatto un grosso passo in avanti in questa prima partita della serie, costringendo Milano a un attacco molto sterile.

Ataman opta per sfidare Milano al tiro da fuori, riempiendo l’area e costringere gli scorer di Milano ad avventurarsi in un’area sempre intasata. Dunston e Pleiss ottimi nel proteggere il ferro, Moerman e Singleton puntali nel ruotare dal lato debole e il duo Micic-Larkin con un grande lavoro sul perimetro. E chiave tattica aggiuntiva per la serie: Bryant è un difensore che Shields sembra soffrire oltre il dovuto.