Dopo un match non bellissimo tecnicamente ma dalle mille emozioni, l’Italia cede contro la Spagna. Ancora una sconfitta al supplementare per gli azzurri, che non riescono a “vendicare” la partita persa sempre all’overtime contro la Francia. Per la Spagna il mattatore di serata è Jaime Fernandez, mentre la squadra di Pozzecco porta a casa ottimi segnali da parte di alcuni giocatori in particolare. Ora testa alla Georgia per i nostri: una vittoria a Tbilisi lunedì potrebbe essere decisiva per la qualificazione ai Mondiali 2023.
Dominio spagnolo a rimbalzo
Per gran parte della gara, la differenza sostanziale tra le due squadre è stata a rimbalzo. La Spagna ha potuto sfruttare la propria maggiore fisicità per catturare ben 16 rimbalzi offensivi, oltrei ai 29 difensivi contro i 21 italiani. Fondamentale, in questo senso, è stato anche l’aiuto degli esterni di Scariolo, che spesso sono riusciti a sfuggire alle proprie marcature conquistando diversi rimbalzi morti (Diaz 3 rimbalzi offensivi). Tutti questi palloni catturati hanno poi prodotto 21 punti al secondo tentativo per gli spagnoli, oltre a mandarli in lunetta svariate volte. Il dominio a rimbalzo e fisico hanno prodotto anche una differenza sostanziale nei punti nel pitturato tra le due squadre, che si è appianata solamente tra ultimo quarto e overtime (26-32 per la Spagna).
Quintetti “improvvisati”
In assenza di soluzioni migliori, Pozzecco ha spesso fatto ricorso a tre playmaker in campo contemporaneamente. Con un Moraschini a mezzo servizio, il coach si è affidato ai propri esterni per gestire il peso delle rotazioni in ala piccola. Ciò ha permesso alla squadra di avere molti portatori di palla in campo in ogni momento, portando a un minor numero di palle perse. Il Poz ha concesso molti minuti, dalla panchina, all’asse difensivo Pajola-Biligha, che però nell’altra metà campo ha bloccato la produzione azzurra (soprattutto nel secondo tempo). L’attacco italiano, inoltre, ha sofferto molto le percentuali al tiro da tre, decisamente negative per gran parte della gara. Scariolo, da questo punto di vista, ha messo ancora più in difficoltà l’Italia con una zona 3-2 che ha lasciato poco spazio alle iniziative degli esterni azzurri.
Bentornato Nico
Da sottolineare sicuramente è la prova di Nico Mannion. Non vedevamo giocare così il playmaker della Virtus da tanto tempo, molto probabilmente le Olimpiadi scorse. E anche lo stesso Mannion se ne è reso conto, galvanizzandosi nell’ultimo quarto di gioco e segnando canestri pazzeschi (con annessa mini-esultanza in faccia a Scariolo). Ancora una volta si conferma l’importanza che questo giocatore ha nelle rotazioni azzurre, specialmente in queste uscite di metà stagione. All’interno del roster di Pozzecco, nessun altro giocatore è in grado di essere il go-to-guy a questo livello come lui può esserlo. Speriamo di vedere una sua crescita ulteriore in stagione, magari proprio a Bologna anche se con un ruolo differente.
La vince sempre Fernandez
Per la Spagna, ancora una volta l’ha vinta Fernandez. Questa volta, però, non si tratta di Rudy ma di Jaime Fernandez. In una gara con percentuali al tiro da tre rivedibili, il 4/8 dello spagnolo si è rivelato semplicemente mortifero. Oltre a questo, la guardia ha messo a segno anche 12 tiri liberi e 6 canestri da due. Bellissimo il duello con Mannion, che per nostra sfortuna si è concluso in favore del giocatore di Tenerife. Scariolo deve a lui una buona parte della vittoria.