L’Olimpia Milano replica il successo di venerdì battendo il Panathinakos. Partita che non verrà ricordata tra le più belle di sempre, ma che ha visto l’Olimpia prendere il controllo delle operazioni nel secondo tempo senza più guardarsi indietro. La coppia Hall-Hines determinante per il largo successo degli uomini di Messina.
Area piena e passaggio d’uscita
Uno degli aspetti sui cui lo staff milanese ha sicuramente posto l’attenzione nella preparazione della partita è Papagiannis e le sue ricezioni a centro area. Pitturato intasato e timing perfetto nella rotazione dal lato debole per togliere il lob che solitamente viene usato per servirlo. Nella situazioni di post, raddoppio per costringerlo al passaggio d’uscita (non la specialità della casa) e rotazione sulla linea di passaggio. Negata la sua confort zone, è lentamente uscito dalla partita.
Daniels
Seconda partita consecutiva in quintetto e seconda prestazione consecutiva incoraggiante. L’esterno americano potrebbe essere arrivato realmente in questa stagione. Oggi Messina ha proposto diversi set offensivi per metterlo in ritmo, alcuni comprensivi di soluzioni dove ha messo palla a terra dopo il blocco. L’attacco dell’Olimpia Milano sta cercando in lui un’opzione nuova che lo possa rendere più vario. Lui sta invece prendendo confidenza con il basket d’area FIBA.
Hall e Hines
I due principali motivi per cui prima la partita gira (Hines) e poi si chiude (Hall). Difensivamente e offensivamente sono i due giocatori che permettono a Milano di andare via nel terzo e quarto quarto.
Panathinaikos
I verdi di Atene hanno dimostrato di essere una squadra con pochissimo talento, legati mani e piedi a Nedovic. L’assenza del serbo ha proposto una partita dove sono rimasti a contatto nel primo tempo grazie all’Olimpia che ha concesso qualche persa di troppo e gli ha dato ritmo. Nel secondo tempo, a difesa schierata, si sono sistematicamente impastati contro un muro senza soluzioni di continuità. Parzialmente Macon, il resto tutti giocatori di sistema in un sistema che non esiste.
Saint Ross, Papapetrou e Papagiannis
Questo terzetto rappresenta perfettamente il concetto di “giocatori di sistema in un sistema che non c’è”. Giocatori con caratteristiche che tornerebbero molto utili in contesti più strutturati. Al momento sembrano molto peggio di quello che sono realmente.
Nedovic
Il fatto che Nedovic riesca a dare un senso a questo attacco dovrebbe dirci molto del talento del serbo. Giocatore che abbaglia nei suoi momenti migliori e che ti ricorda cosa sarebbe potuto essere con ben altra consistenza fisica. “What If”.