La Virtus Bologna si porta a casa il primo scontro tra le due big del campionato, vincendo una partita contro l’Olimpia Milano che non sarà di certo ricordata negli annali della pallacanestro per qualità tecnica e arbitrale. Il 64-72 a favore della Virtus Bologna, maturato con un overtime, restituisce un’immagine perfetta delle difficoltà offensive delle due squadre.
Scarsa qualità diffusa
E’ difficile esprimere giudizi sui giocatori questa sera. La sensazione è stata quella di due squadre andate in campo per onor di firma, già tutte con la testa ad altri obiettivi, e che alla fine ha vinto quella che nel fango ha trovato le chiavi tattiche giuste.
Ojeleye
Fatta la premessa di una scarsa qualità diffusa, è doveroso sottolineare la prestazione di Semi Ojeleye, principale fautore della vittoria bolognese nei 45 minuti. Elemento chiave per non subire mai i mismatch fisici di Milano nelle situazioni di post. Spesso ha costretto Melli, Thomas, Davies e Ricci a non trarre vantaggio dalle situazioni spalle a canestro.
A livello offensivo è stato perfetto sui cambi difensivi milanesi, soprattutto contro la difesa mossa. Giocando contro i cambi, a rimbalzo e arrivando dal lato debole ha fatto valere il suo fisico per vincere tutti i duelli diretti.
Primo approdo in area FIBA e quindi delle normali pause dovute a un gioco diverso. È una delle chiavi della stagione della Virtus per colmare quel gap fisico che aveva mostrato contro Milano in finale. In NBA era sostanzialmente un 3&D, ora dovrà diventare elemento offensivo costante per esplodere definitivamente.
Difesa assente
Se l’attacco non ha brillato, la difesa milanese non ha fatto altrettanto. L’Olimpia Milano ha avuto grossi problemi a contenere il pick and roll della Virtus, soprattutto quando era coinvolto Mitrou-Long. L’ex-Brescia ha avuto una serata difficile e in difesa ha spesso sbagliato la lettura difensiva dopo il pick.
Nelle situazioni in cui Milano ha fatto show e recupero ha spesso permesso agli esterni della Virtus di prendere la linea di penetrazione verso il canestro, sbagliando l’angolo e lasciando il difensore del bloccante troppo solo. Diversi casi in cui la Virtus ha obbligato Milano a difendere 1 vs 2.
Il giocatore ha potenziale e capacità per essere difensore di livello. Mancano i meccanismi che probabilmente arriveranno con il tempo.
Cordinier
Passato sotto traccia il suo apporto, lo strappo decisivo per la vittoria (anche se poi non è stata per un fischio “generoso” su Baron) passa dal giocatore francese. In una serata dove le assenze erano numerose e Belinelli ha dato l’idea di essere ancora ai box come condizione, ha potuto giovare di un maggior numero di possessi. Spesso “sacrificato” a stopper difensivo, oggi rimesso a fare il giocatore di 1 vs 1.
Nello specifico, è stato il migliore della Virtus nell’attaccare i cambi difensivi milanesi puntando sempre molto bene l’avversario meno veloce. Cambio forzato per trovare l’accoppiamento giusto per trovare il tiro migliore possibile.
Palle perse
19 palle perse per squadra. Dato eloquente sullo stato di forma della due rivali in questo momento della stagione. Tra infortuni e giocatori arrivati all’ultimo, le due compagini hanno dato l’idea di essere molto indietro nella costruzione di squadra.
Lato debole non pervenuto
Un aspetto dei tanti che ha mostrato le difficoltà di Milano nel trovare i giusti riferimenti in campo è nell’efficacia delle soluzioni di post. Quando avveniva la ricezione spalle a canestro il lato debole non dava le giuste linee di passaggio e le giuste spaziature sul perimetro. Movimenti non coordinati, figli di una squadra che si sta ancora assestando.
Su questo aspetto Scariolo ha vinto la partita. Area piena per togliere le soluzioni di post a Milano, lucrando sulla brutta serata balistica milanese.
Cosa ci attende ?
La Virtus ha innestato giocatori nei suoi punti deboli: un trattatore di palla in più, un 3/4 fisicamente forte per reggere l’urto contro le squadre di Eurolega e un lungo molto abile per difendere sui pick and roll. Questo è quello che rappresentano Lundberg, Ojeleye e Bako.
L’Olimpia Milano ha inserito talento diffuso tra i suoi reparti. Ha aggiunto personale in grado di fare canestro e soprattutto ha aumentato il numero di giocatori in grado di generare vantaggio palla in mano. Le lunghe carestie offensive della passata stagione hanno spinto Messina a correre ai ripari.