L’Olimpia Milano cade per la prima volta nella sua stagione in LBA e lo fa per mano di un’ottima Reyer che, dopo un avvio un po stentato, conduce per tutto il secondo tempo fino al 77-69.
Palle perse
14 palle perse, quasi tutti condensate negli ultimi tre quarti di partita. E’ il dato principale che spiega il motivo della sconfitta dell’Olimpia a Venezia. Oltre agli indiscutibili meriti della difesa della Reyer, Milano ha mostrato un trattamento della palla molto macchinoso.
Possiamo parlare di perse “buone”, che giustificano parzialmente quanto visto, per via di una certa tendenza della squadra nel provare a giocare insieme, soprattutto per coinvolgere i lunghi. Rimane il fatto che l’esecuzione continua a latitare per lunghi tratti e di conseguenza anche l’attacco va molto a fasi alterne.
Difesa e punti deboli
Uno degli aspetti che ancora dà l’idea di quanto l’Olimpia Milano sia indietro come costruzione sono due specifici punti deboli difensivi in questo momento il sistema sta faticando a nascondere: Pangos e Voigtmann.
Pangos è stato attaccato da Granger e Spissu in ogni occasione possibile. L’Olimpia ha faticato molto nel nasconderlo, esponendolo spesso a situazioni di 1 vs 1 che hanno generato diversi tiri aperti per i padroni di casa.
Voigtmann continua a faticare sulle situazioni di cambio difensivo ed è stato sistematicamente coinvolto nei pick and roll per forzare il cambio e attaccare la sua relativa mobilità laterale. Situazione che la difesa di Milano ancora non riesce a non concedere con continuità e che oggi è stata ben sfruttata da De Raffaele.
Show aggressivo
Se la Reyer ha ragione di Milano lo deve soprattutto alla sua capacità di isolare Pangos dal resto della squadra con l’andare della partita. Il giocatore canadese parte forte, segnando e innescando spesso i lunghi di Milano dalle situazioni di roll e dalla situazioni di post.
De Raffaele risponde chiedendo ai suoi show aggressivi sulla palla, a costo di esporsi sul roll e sui ribaltamenti, pur di togliere il pallone dalle mani di Pangos nelle situazioni di gioco a 2. Accettare qualche 1 vs 1, togliere la principale fonte di gioco milanese dalla partita: la strategia di De Raffaele si è rivelata assai efficace.
Quintettoni
De Raffaele ha risposto a Messina con la stessa moneta, usando spesso e volentieri quintetti molto grossi per tenere botta contro le situazioni di post di Milano. Diversi minuti con quintetti con 3 giocatori sopra i due metri. Brooks-Willis-Watt e Brooks-Willis-Tessitori sono due degli assetti che hanno permesso alla Reyer di essere pronto contro le ricezioni interne di Milano.
La partita di Brooks ha permesso ai padroni di casa di mantenere questa strutturazione per molti minuti, ovviando alle possibili difficoltà date da un quintetto di questo tipo nel spaziarsi per il campo.
Granger & Brooks
Le due grandi prestazioni di Granger e Brooks danno il la alla vittoria dei lagunari. Bravissimi nel colpire sui due punti deboli di Milano.
L’ex Baskonia ha messo in scena un bellissimo duello con Pangos e ha sistematicamente puntato il play di Milano, riconosciuto come anello debole difensivo. Quando Davies era in campo e Milano sceglieva di non cambiare sul pick and roll (idea di Messina per mantenere l’accoppiamento Davies-Watt), Granger poteva attaccare dritto per dritto generando un vantaggio da cavalcare da parte dei suoi compagni. 18 punti in 25′ sono l’ottimo bottino del giocatore uruguaiano.
Brooks ha vinto i duelli diretti con tutti i 4 dell’Olimpia Milano. In particolare con Voigtmann, ma anche con Melli e Ricci, ha spesso approfittato una difesa lenta di gambe per punire da fuori, attaccare il ferro e andare a rimbalzo sulle incursioni dei suoi compagni. Presenza costante difensiva e offensiva per tutta la partita. Chiude con 27 di valutazione e il titolo di MVP della partita.