Una delle squadre a cui, per antonomasia, si pensa se ci si riferisce alla storia dell’EuroLeague di fronte a uno degli allenatori a cui, per antonomasia, si pensa sei ci si riferisce alla storia dell’EuroLeague. Real Madrid-Partizan Belgrado è anche questo, sfida nella sfida tra lo status dei Blancos allenati da Chus Mateo e lo status di Željko Obradović alla guida dei serbi. Musa vs Punter, Tavares vs Lessort, Yabusele vs Exum. I Playoffs 2023 ci regalano una serie tra due superpotenze del panorama cestistico europeo: chi avrà la meglio, tuttavia, non sarà la bacheca o la storia a dirlo. Sarà il campo: come? GamePlan prova a scoprirlo e spiegarlo.
Fuori Tavares dal pitturato
Lo scopo di Obradović è quello di muovere Tavares fuori dall’area e lungo il perimetro. I pop e gli hand off di Smailagic hanno l’obiettivo di innescare l’attacco dei recuperi dei difensori di Mateo. Dall’altra parte il Real spinge in transizione non appena ne ha la possibilità, con Deck in particolare. Sul pick&roll, invece, le fortune del Real si baseranno sulle letture degli handler sui blitz dei lunghi del Partizan: la seconda linea serba viene chiamata in causa quando il blocco avviene in punta, mentre se arriva sul lato i difensori dei bloccanti tendono a contenere la penetrazione del portatore.
Gli aggiustamenti di Obradović
Nei due precedenti stagionali LeDay non ha mai attaccato in prima persona di sua spontanea volontà dal post. Primo possesso offensivo del Partizan? Mismatch con Causeur e due punti al tabellone. Il merito e il lavoro di cesello dei coach come Mateo e Obradović sta anche e soprattutto in queste piccole cose. Altro accorgimento fronte difesa belgradese: Smailagic anticipa il post di Edy cercando di negare la ricezione, non invitando il lungo capoverdiano ad aprire il palleggio e indurre un raddoppio. Lo stesso fa Punter con Deck. Se l’entry pass è ben eseguito, allora il Partizan ruota.
Il Real è più grosso
Come Mateo reagisce al 3/3 iniziale di Smailagic da fuori? Contenere con Tavares il palleggio, ruotare col terzo uomo sul lungo e facendo uscire in un secondo momento Edy sul perimetro, spesso su LeDay, in modo da tenere con più efficacia la circolazione. I primi 7′ del Real parlano di un 36% dal campo: se i Blancos rimangono a contatto è per la pressione generata attorno al ferro avversario tramite rimbalzi offensivi e seconde chances. Deck, Yabusele e Tavares, banalmente, non hanno un corpo in grado di contenerli. La bravura di Mateo e del suo staff è quello di trovare in ogni possesso l’accoppiamento più favorevole nei cambi di marcature del Partizan. 22-22 a fine primo quarto: armi diverse (13-6 a rimbalzo, giusto per fare un numero), stessa efficacia.
ΚΕΒΙΝ ΠΑΝΤΕΡ ΠΑΝΤΑ ΑΠΟ ΠΑΝΤΟΥ!!!!!!!!! #EuroLeague #RMBPAR #partizan #F4Glory pic.twitter.com/ZR1PU9ozqH
— 𝐉𝐢𝐦𝐦𝐲 𝐆𝐫𝐞𝐞𝐧 ☘︎ (@Real_JimmyGreen) April 25, 2023
Il lavoro di Mateo
Né al Wizink Center a fine novembre né alla Stark Arena a fine marzo si era potuto valutare l’impatto di Guerschon Yabusele con la difesa di Obradović. La sua presenza fronte e spalle canestro è un rebus illeggibile per il Partizan, e l’8-0 in apertura di secondo quarto porta la sua firma oltre a quella dei ferri scheggiati da Nunnally. Sul 30-24 vi è la prima grande dimostrazione della preparazione della partita: nel classico gioco del “lui sa che gioco faccio io ma io so che lui sa ecc”, il Partizan chiama Horn left: doppia possibilità di blocco al gomito, p&r su un lato e uomo del gomito opposto che beneficia di un blocco verticale per la ricezione in angolo; il Real cambia su tutto e nega qualsiasi ricezione, forzando una ricezione difficile a Lessort che, senza alcun vantaggio dinamico, conclude con un floater di mano debole che si spegne sul primo ferro.
Talento puro, da una parte e dall’altra
Il controparziale di 7-17 che riporta il Partizan a contatto è il manifesto del talento individuale non scoutizzabile: difendere su quelle triple di Punter ed Exum non è possibile, contenere la doppia dimensione di Hezonja non è concepibile alle longitudini europee. Si possono rallentare le entrate nei giochi, come fa il Real con un paio di transizioni difensive che inviterebbero il portatore bianconero nelle fauci di Tavares, ma lo shot making della squadra di Obradović è ai massimi livelli di EuroLeague. Sotto di 4 a metà gara (44-48), il Real paga la prevedibilità nell’attacco da p&r (Musa con sempre un corpo a mettergli pressione, Punter quando è il bosniaco a portare palla, Exum quando Dzanan riceva dinamicamente).
Nuovi lunghi, nuove risorse
La ripresa ripercorre i binari già percorsi nella prima metà di gara: Smailagic a stanare Tavares, Edy a farsi valere a rimbalzo offensivo e ripulire il pitturato. Il ginocchio del capoverdiano e il quarto fallo di Smailagic, tuttavia, cambiano le carte in tavola, e non solo per i due possessi consecutivi non riesce a seguire gli handler serbi dopo i blocchi: fa il suo esordio nella serie, infatti, Anthony Randolph. Senza il totem Tavares cambia visibilmente l’intensità nella circolazione perimetrale e nel passare sopra i blocchi dei madrlieni. Da drop e contenimento sistematici a switch su tutti i blocchi. Anche in attacco la musica cambia: più pericolosità dall’arco e più possibilità di sfruttare anche i tagli backdoor alle spalle di Lessort da lato forte.
Tutto e il suo contrario, ma alla fine la vince Punter
Primi due possessi del quarto quarto: Rudy che provoca l’infrazione di campo di Exum, Musa che schiaffa la retina da 9 metri. Due che sino al momento erano dei non-fattori rischiano di dare la svolta alla partita. Con l’esperimento Randolph accantonato in fretta e furia, la difesa di Mateo concede la ricezione a Lessort per assaltare il centro francese in un secondo momento, scommettendo sulle lacunose letture del vantaggio creato e contando sulla furia dei Fernandez e dei Deck in roaming. Il rischio non si tramuta concretamente solo per il canestro da instant classic di Kevin Punter.