Coronavirus: quattro libri contro l’astinenza da pallacanestro

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Dopo i consigli televisivi su come passare la quarantena che vi abbiamo lasciato due settimane fa, tornano i suggerimenti di Backdoor Podcast per ingannare il tempo senza pallacanestro, questa volta in salsa “nero su bianco”: quali sono i libri che dovete leggere in questo periodo per non soffrire troppo di astinenza da basket? La scelta è parecchio ampia, ormai di libri sulla pallacanestro ce ne sono a bizzeffe, ma di seguito troverete i capisaldi che non possono mancare nella libreria di un appassionato.

Dream Team – Jack McCallum

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Pensare che l’opera di McCallum racconti della cavalcata della Nazionale americana del 1992 alla medaglia d’oro è profondamente errato, tant’è che l’autore cita solo punteggi finali delle partite di quell’Olimpiade, spostando il focus su tutto il contesto che ha attorniato quella squadra leggendaria. Il libro entra nelle pieghe del roster, andando a scavare nelle più svariate personalità di Barkley, Jordan, Magic Johnson e di tutti gli altri giocatori del Dream Team, mettendo in risalto l’aspetto umano di ciascuno di loro ed evidenziandone i legami soprattutto fuori dal campo che rimanevano chiusi tra le mura dell’hotel di Barcellona. Da segnalare l’unica partita che McCallum racconta possesso per possesso, nota anche come “la partita che non fu mai giocata“, ovvero quella che si disuputò a porte chiuse a Monte Carlo tra il “team Jordan” e il “team Magic”, da tutti ritenuta la più bella partita della storia della pallacanestro per intensità e tasso tecnico (“best game ever” è la definizione di Michael Jordan).

Black Jesus the anthology – Federico Buffa

Per i fans di Federico Buffa probabilmente questo è già ampiamente nel ventaglio dei libri preferiti di sempre, ma nel caso non l’abbiate ancora letto vi diamo modo di recuperare.
In questo libro Buffa (il cui titolo è il soprannome di Earl Monroe, hall of famer dal 1990) si addentra nelle storie meno conosciute della pallacanestro americana, spesso raccontando di straordinari atleti che non ce l’hanno fatta come Earl Manigault (noto come “the GOAT” negli ambienti di streetballers) o di realtà collegiali di serie minori. E’ imperdibile infatti il racconto su Grinnell College e il suo pittoresco sistema di gioco messo in piedi da coach Dave Arsenault, basato tutto sull’attacco e sul tiro da tre punti che sette anni fa ha portato Jack Taylor a segnare 138 punti in una partita NCAA diventando ovviamente il record del campionato.

Vale tutto – Lorenzo Sani

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Dopo due titoli “americani”, torniamo da questa parte dell’oceano per un libro andato a ruba poche settimane dopo la sua uscita nel 2014 e che ha visto una ristampa nel 2017.
L’autore è Lorenzo Sani, che in meno di 300 pagine entra nelle storie più curiose e meno conosciute della pallacanestro italiana per raccontare di aneddoti e giocatori che stavano per farcela come Connie Hawkins, leggenda dello streetball che arriva a Bologna per giocare nella Fortitudo e visse nel capoluogo emiliano uno degli anni migliori della propria vita, pur venendo scartato dalla Effe, o per raccontarci di quella rivalità  tra la squadra di Nino Fornaciari ( l’Associazione Pallacanestro Nino Fornaciari) e le Cantine Riunite (ora Pallacanestro Reggiana) che a Reggio Emilia hanno solo sfiorato e che per poco non è sfociata in un derby in serie A.
Oltre a questo c’è molto altro: la storia di Mario Boni, campione senza tempo con tante luci e qualche ombra, il la partita di Natale a Bologna del 1977 e altre storie che dovete assolutamente leggere. Perché se Black Jesus è imprescindibile, possiamo considerare “Vale tutto” il fratello minore che non ha viaggiato in America ma che è rimasto con i piedi ben saldi in Italia, senza perdere però di interesse.

Basket (e altre storie) – Shea Serrano

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Da poco disponibile anche in italiano, quest’opera di Shea Serrano esula dai libri finora consigliati: si tratta infatti di una collezione di domande più o meno particolari (“qual è la versione migliore di Michael Jordan?, chi è il miglior schiacciatore della storia? qual è la schiacciata più “disrespectful” di sempre?) a cui l’autore risponde dando la personale graduatoria sull’argomento, il tutto corredato dalle splendide illustrazioni di Arturo Torres e dalla prefazione di Reggie Miller.
Il tono del libro è sempre molto distensivo, tipico di Serrano, con molte battute e stile colloquiale, che si addice perfettamente alla ragione per la quale il libro è nato: rispondere alle classiche domande “da bar” che l’appassionato medio di pallacanestro pone agli amici per stabilire chi fosse il migliore in un determinato campo.
Un motivo in più per acquistarlo? come detto le illustrazioni. Must read.

Bonus tracks

Sarebbero tantissimi altri i libri da includere in questo pezzo, quindi ecco qualche titolo senza recensione che vi lasciamo qui, nel caso in cui abbiate letto tutto ciò che è stato consigliato sopra:
“Michael Jordan, la vita” e “Showboat, la vita di Kobe Bryant” (Roland Lazenby), “La morte è certa, la vita no” (Klaudi Ndoja e Michele Pettene), “Lost Soul” (Christian Giordano), “Basketball Journey” (Alessandro Macoli e Michele Pettene), “Altro tiro, altro giro, altro regalo” (Flavio Tranquillo).

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Davide Quaranta
Davide nasce a Pavia il 27/02/1993. La sua personale folgorazione sulla via di Damasco avviene in tenera età grazie alle giocate di Kobe Bryant e Manu Ginobili. Laureato in Economics, finance & international integration all'Università di Pavia, si è sempre definito tifoso Lakers e interista per autolesionismo. La frase che secondo lui raccoglie più di tutte l'essenza della pallacanestro è "Ball don't lie", tanto da decidere di tatuarsela addosso.

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