Dopo l’esonero dal Barcellona, torna a parlare Roger Grimau. L’ex coach, sollevato dal suo incarico dopo una stagione senza trofei, ha parlato del suo addio alla squadra, rivelando dei dettagli sul suo esonero in un’intervista a “Tot Costa” di Radio Catalunya.
Ecco le dichiarazioni più importanti di Roger Grimau.
Sull’ambiente Barcellona
“Mi sento come se fosse mancato il rispetto nei miei confronti sin dal primo giorno. In generale, non parlo del club, ma ciò che arrivava dall’esterno. All’interno mi sono sentito molto a mio agio fino alla fine. Sicuramente, il momento decisivo è stata l’eliminazione da EuroLeague. Quando parlavo in conferenza stampa non dicevo bugie, mi sentivo supportato dalle persone con cui lavoravo ogni giorno. Ma è una sensazione generale. Non sono un idiota. Molto dipendeva anche dalle domande che mi venivano poste durante la conferenza stampa. Non volevo entrare in ambiti non di mia competenza. So dove ero e cosa stavo facendo”.
Sulla stagione fallimentare della squadra
“È difficile trovare un motivo. Vivo questo lavoro con molta intensità e dopo le partite pensavo sempre a cosa potessimo migliorare. Di sicuro, alcune cose possono essere imputate a me, anche se il mio modo di lavorare coinvolge tutti, non solo una persona. Abbiamo fatto anche cose positive, giocando un buon basket. Non vedevo un basket di questo livello a Barcellona da anni. Però, se non vinci trofei e vieni eliminato dalle Final Four di EuroLeague..in ogni caso non credo che fossimo così distanti da una stagione di successo”.
Sul rapporto con Willy Hernangomez
“Queste cose capitano spesso all’interno della squadra. Credeva che se fosse stato bene fisicamente, avremmo potuto vincere qualche titolo, in caso contrario non avremmo avuto alcuna possibilità. Non era una questione di ego, non l’ho presa sul personale. Una cosa è avere ragione o meno, ma ricordiamoci che parliamo di un ruolo in cui Vesely ha fatto una stagione straordinaria. Anche se Willi avesse giocato benissimo, Vesely giocava molto bene per 25 minuti. E stiamo parlando di ipotesi fantastiche se tutto fosse andato per il meglio”.
Sul suo futuro
“Fino all’ultimo giorno mi sono sentito supportato dal club. E’ lavoro, e devono prendere decisioni. Certo, non è una decisione che mi piace, ma devo accettarla. Sono triste, perché credo fossimo al livello giusto. Ora vedremo cosa mi riserverà il futuro”.