Sassari – Virtus: un Brandon Jefferson indiavolato | LBA GamePlan

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Sassari

Nel giorno del Sardinia Day e del ritorno in campo del nostro campionato, il lunch match della domenica ha visto sfidarsi la Dinamo Sassari e la Virtus Bologna. Ad avere la meglio sono stati gli uomini di Nenad Markovic, in una partita divertente e che ha regalato anche buoni momenti di intensità. Ottima prova di un Brandon Jefferson indiavolato per i padroni di casa, che riprendono al meglio il proprio cammino in LBA. Analizziamo quelle che sono state le chiavi tattiche più interessanti della partita con il nostro solito GamePlan del giorno dopo.

 

Percentuali ed energia

L’inizio di partita ha mostrato sin da subito una Sassari con più energia. La Dinamo ha avuto diverso tempo per preparare la partita, fare gruppo e riposarsi, e questo si è visto. I padroni di casa hanno subito tirato fuori gli artigli, iniziando con un vantaggio a rimbalzo di 14 a 6 e con percentuali da tre decisamente migliori. La differenza di energia si è notata anche nel gioco della Virtus, che ha alternato un’ottima circolazione a palle perse decisamente banali già nel primo quarto. Bianconeri che hanno spinto molto inizialmente sullo short roll dei lunghi, non venendo premiati dalle percentuali da fuori, mentre dall’altro lato Sassari è riuscita a sfruttare una difesa avversaria sempre indietro di un passo per mettersi bene in ritmo da fuori area.

 

Difese ondivaghe

Entrambe le difese hanno mostrato qualche buon sprazzo ma anche dei buchi abbastanza importanti. Sullo short roll della Virtus ha faticato molto Gombalud, mentre Diop ha permesso a Markovic di optare anche per degli switch senza soffrire troppo i mismatch in favore della Virtus. Dall’altro lato, invece, i bianconeri hanno avuto troppe disattenzioni nelle difese sui vari Tyree, Jefferson o addirittura Gentile in due azioni consecutive. Ad alzare il tono difensivo ci hanno pensato ovviamente i due veterani Hackett Dunston, a cui Banchi si è affidato nel terzo quarto per rientrare in partita. Buono anche qualche movimento di Polonara, attento in aiuto.

 

I veterani alla riscossa

Come accennato precedentemente quello che ha permesso alla Virtus di rimanere a contatto, dopo gli strappi della Dinamo in momenti ad alto ritmo, è stata l’esperienza messa in campo dai suoi veterani. Dopo quasi venti minuti silenti, a guidare il gruppo è stato Hackett, bravo a sfruttare il mismatch contro Jefferson in post per aprire soluzioni agli altri sui tagli o da fuori area. Insieme a lui, ottima la difesa in contenimento di Dunston, impercettibile ma sempre sostanzioso, così come le solite triple di Belinelli. I canestri dell’ex Spurs, in particolare, sono quelli che più hanno tenuto vivi i bianconeri, rischiando di fargli vincere la partita nell’ultimo pazzo minuto.

 

Jefferson e McKinnie fanno saltare il banco

Le due prestazioni che hanno senza dubbio fatto saltare il banco, e dato la partita nelle mani della Dinamo, sono state quelle di Jefferson McKinnie. Il playmaker è stato mortifero dall’arco, punendo ogni volta la Virtus in situazione di semi-transizione o anche con canestri estemporanei. L’ex Warriors, invece, è stato bravo a sfruttare i vuoti di energia e le disattenzioni degli avversari. Andando forte a rimbalzo, McKinnie ha regalato a Sassari diversi extra-possessi, mentre con i suoi tagli dal lato debole è riuscito in più occasioni ad attaccare con facilità il ferro. Se i 17 punti di Tyree sono la “normalità”, i 14 di McKinnie hanno pesato moltissimo nell’economia della gara, così come ovviamente il 7/10 da tre di Jefferson.

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