GamePlan Scafati-Brindisi: Rossato di sera, salvezza si spera.

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5 sconfitte nelle ultime 6 per Scafati: la già di per sé partita casalinga contro una Brindisi tra le più in forma di LBA sarebbe un ostacolo difficile da superare, ma se si considera lo stato di forma dei campani e dei pugliesi il pronostico parrebbe ancor più chiuso. La giornata di campionato, tra la vittoria di Napoli a Bologna e quella di Reggio Emilia a Masnago, ha già riservato sorprese e vittorie inattese da parte delle formazioni coinvolte nella lotta salvezza. Scafati-Brindisi sarà la degna conclusione di una pazza giornata di LBA? Scopriamolo anche grazie a GamePlan: oltre ai numeri, oltre agli highlights.

La stazza di Scafati

I primi 3 possessi offensivi di Scafati parlano chiaro: ricercare Okoye fronte e spalle a canestro per sfruttare il vantaggio di stazza in giro per la difesa di Brindisi è il primo comandamento. In alternativa vi è sempre la ricezione profonda, dinamica o statica, di Pinkins, complice la pigrizia difensiva di Perkins.

Coperture per Hannah

Nei primi 6′ di partita, solo 2 dei punti di Brindisi arrivano da conclusioni nei pressi del ferro. Nonostante Vitucci individui chiaramente Hannah come bersaglio ambulante da attaccare ogni singolo possesso, la lunghezza degli altri giocatori di Sacripanti in campo col play ex Andorra sopperisce alle dimensioni e all’attitudine dell’11. Se puntato in 1vs1 ci pensa Thompson a recuperare in aiuto; se si cerca di punirlo con un ribaltamento quando è sul lato debole le braccia di Okoye e Stone arrivano prima del passaggio in uscita.

Impeto dal pino

Se dal +8 Scafati si arriva, a cavallo tra primo e secondo quarto, al +5 Brindisi, lo si deve all’impatto atletico della second unit della Happy Casa. Non appena Sacripanti fa ruotare Okoye e Pinkins, infatti, la difesa campana non riesce a proteggere David Logan, bersagliato dal movimento di Reed, e non riesce a capitalizzare la difesa fatta di cambi e show aggressivi sul pick&roll con Bayehe sul parquet.

Stone&Logan vs Bayehe&Mezzanotte

Prendete un handler più propenso alla conclusione personale, sia in penetrazione che dalla lunga distanza, e un altro predisposto a innescare i compagni. Prendete un 5 sottodimensionato ma dai piedi rapidissimi e uno stretch 4 che si affida quasi esclusivamente alla drop coverage nei casi in cui il proprio uomo blocchi sulla palla per sfruttare la lunghezza delle leve e compensare la scarsa mobilità laterale. Ne consegue che un conto è attaccare con Stone e un altro con Logan. Un conto è attaccare Bayehe e un altro è attaccare Mezzanotte. Gli errori di letture di Scafati nell’attaccare i mismatch costano caro in entrambe le metà campo: il ’98 di Almenno San Bartolomeo, in particolare, grazie a un paio di stop difensivi acquista fiducia anche in attacco, dove tra triple dall’angolo e rimbalzi da lato debole è un rebus senza soluzione per la Givova.

Mobilità laterale, chi più ne ha più ne metta

La fine del secondo quarto è il manifesto di tutto ciò che Brindisi può essere nel migliore degli scenari possibili. Basti vedere qualche possesso difensivo sulle uscite dai blocchi di Hannah: con Harrison a seguire, Bayehe fa un passo verso il campo, rivolgendo la schiena a 45° rispetto all’angolo di blocco di Thompson. In questo modo il lungo camerunense si prepara a negare la linea di passaggio tra Stone e il Professore e non rimanere tagliato fuori nel caso in cui il play di Sacripanti decida di servire il taglio del 32. Uscita negata, lob sotto canestro, Bayehe recupera e stoppa Thompson. Coi tempi giusti, con la tecnica corretta, con la giusta predisposizione mentale collettiva.

Ritornare piccoli per sentirsi grandi

A mali estremi, estremi rimedi: Sacripanti gioca la combo Hannah-Logan verso la fine del terzo quarto, col tentativo di ravvivare un attacco che batte in testa. Da un lato la pericolosità offensiva dall’arco libera l’area dalla presenza di Perkins, dall’altro Harrison offre un clinic su come sfruttare il vantaggio di stazza in avvicinamento e spalle canestro. Sempre a inizio ripresa, con la volontà di nascondere i due piccoli americani l’ex coach di Avellino e Cantù prova ad allungare la difesa, ordinando raddoppi sul portatore sino alla linea di metà campo. Un paio di perse forzate riescono a interrompere l’emorragia e riportare Scafati a contatto, non necessariamente per la ragione che il buonsenso avrebbe suggerito. Logan incide maggiormente con le mani veloci in difesa che con le triple in attacco: il 64-68 a inizio quarto quarto è frutto della tenacia gialloblù.

Rossato ha le sue ragioni che la ragione…

Dei 9 punti con cui Rossato riporta sotto Scafati non ce n’è 1 giustificabile razionalmente. Dei 4 possessi consecutivi di Brindisi in cui, prima del time out di Vitucci a 2′ dalla fine, i pugliesi decidono di affidarsi al post di un Perkins fuori fase non ce n’è 1 giustificabile razionalmente.

Sotto di 1, Vitucci ordina un aggiustamento sull’uscita di Logan dal doppio blocco orizzontale dal quale Scafati fa solitamente scaturire un pick&roll laterale con l’angolo svuotato dall’aiuto: l’uomo del secondo bloccante sale fino all’arco per isolare Logan tra l’ala e la linea laterale. Il Professore legge l’adeguamento e attacca di mano sinistra, guadagnandosi 2 liberi di ossigeno puro sul +1 Scafati. Le letture, che avevano condannato i campani per oltre due quarti, si rivelano decisive nel concitato finale: dopo una gara frenetica, Scafati ha la bravura di farsi trovare lucida nel finale, vedasi lo sfondamento di Bowman su Stone nella decisiva transizione.