Il tema è sempre molto caldo ogni volta che fuoriesce, ma sembra che ci sia poco da indignarsi, bensì accettare che lo stato delle cose sia questo: è ancora lontano il giorno in cui una panchina NBA verrà consegnata nelle mani di un allenatore europeo. Se ci fermiamo un attimo a pensare gli allenatori che guidano le due squadre principali del nostro campionato, sono due coach che hanno avuto successo, goduto di enorme considerazione nel mondo NBA, vinto titoli, ma…
Sono stati vicini, hanno avuto colloqui per poter avere in mano una franchigia diventando i primi dopo Igor Kokoskov, che però ha trascorso 20 anni in America conseguendone anche il passaporto. Possiamo dire che Sergio Scariolo ed Ettore Messina se avessero messo le loro lavagnette su una panchina NBA, sarebbero stati i primi europei puri a farlo.
Questo non è successo, così prima Messina e poi Scariolo sono rientrati in Europa. Messina è stato accostato a diversi team, sembrava automaticamente il successore di Gregg Popovich dopo la sua “pensione” e invece Pop è ancora sulla panchina, mentre tutte le occasioni sono sfumate. Così ha optato per diventare il president of basketball operation dell’Olimpia Milano due anni fa.
Discorso molto simile, ma forse più apertamente dichiarato, è quello fatto da Sergio Scariolo che in estate ha raccolto l’ambiziosa sfida della Virtus.
Queste le sue parole nell’intervista fatta da Donatas Urbonas nel video di BasketNews:
Pensare a quanti allenatori europei siano stati nella parte principale della panchina mi rende orgoglioso, mi hanno voluto e hanno voluto il mio aiuto, ma il mondo NBA è ancora molto cauto nell’affidare a europei una panchina NBA. È più probabile che succeda che un coach americano arrivi in Europa e alleni una squadra, come successo a Kokoskov per esempio. Ci sono poche possibilità per gli Europei di rivestire quella carica, ma anche venire dall’America e adattarsi nell’allenare un basket con dinamiche differenti non è facile.
Ricordiamo quando Scariolo approdò alla Virtus che nella prima conferenza stampa sembrava “rassegnato” all’idea e alla situazione in cui un coach europeo non è ancora sufficientemente considerato per quel ruolo. L’impressione avuta è di una presa di coscienza del coach bresciano e la scelta della situazione migliore, anche per tornare a capo di una squadra e un’organizzazione di un certo livello.
Si è parlato di Becky Hammon come prima donna che allenerà in NBA, si attende il momento di un europeo al comando di una franchigia (ricordate la frase di Obradovic: NBA is a mafia?), non sappiamo cosa succederà per primo, ma di certo in questa situazione l’NBA fino a oggi ha mostrato una particolare chiusura e allora noi ringraziamo godendoci Messina e Scariolo uno contro l’altro.