Scouting, Aaron Jones: cosa porta alla De’ Longhi Treviso?

936

Attacco

Aaron Jones, 206 centimetri per 107 chili, era stato costruito in contesto collegiale come una potenziale combo forward. Successivamente, complice il trasferimento in Europa ed un tiro da fuori non così affidabile da garantirgli una corposa dimensione perimetrale, si è comunque affermato come un’ala grande molto dinamica. Non è uno scorer naturale, la stagione passata, nelle sue due esperienze, ha viaggiato a soli 6 tiri dal campo presi a partita, producendo poco più di 7 punti ad allacciata di scarpe. Eppure, riesce a dare il suo apporto offensivo in diversi modi, vediamo come attraverso i suoi playtypes.

SE VUOI AIUTARE BACKDOOR PODCAST ACQUISTA SU AMAZON DA QUESTO LINK

Come potete vedere dalla tabella relativa alla scorsa annata (by InStat), Jones è uno di quei quattro con scarsa o nulla produzione in post, che tendenzialmente predilige le situazioni in cui non deve mettere la palla a terra. Difatti, le dimensioni in cui eccelle maggiormente sono quelle da tagliante e rollante – non a caso sono ad alta frequenza nella grafica sopra. Partiamo analizzando il suo gioco da bloccante, che ci permette di collegarci con il grande tema del suo arrivo a Treviso. Jones è un buon bloccante anche lontano dalla palla, ma ha raggiunto ottimi picchi da bloccante sul pallone proprio con DeWayne Russell da handler. Se nell’ultima stagione ha giocato roll con uno usage del 14,4%, con i Merlins questo dato raggiungeva il 20,7% con un fatturato di efficienza da 1,35 punti per possesso. Il nativo dell’Alabama ama rollare profondo e finire direttamente nei pressi del ferro, e aveva trovato in Russell il suo portatore di palla preferito in quel roster, producendo cose come quelle raccolte in questo filmato che farà ben sperare i tifosi trevigiani.

La collaudata ditta Russell-Jones aveva raggiunto un’intesa davvero elevata, testimoniata sia fuori dal campo, ad esempio dalle dichiarazioni di Aaron appena arrivato a Treviso – “Era destino che io e Weezy (DeWayne, ndr) tornassimo a giocare insieme!” – che sul campo con giocate come questa.

C’è stato un momento di quella stagione in cui l’impressione era che bastasse semplicemente che Russell alzasse nei pressi del canestro, affinché Russell concludesse, e tale impressione è letteralmente confermata dalla clip qui sotto.

Si possono estrapolare tantissime altre sequenze del genere – ho sostanzialmente un folder sul mio PC pieno di video simili con loro due protagonisti, ma è interessante vedere quanto il livello di fiducia avesse spinto Jones a buoni livelli. Infatti, i meccanismi erano buoni a tal punto da rendere il pick&pop, con il big man che si apriva per il tiro o per una linea di penetrazione, un’opzione esplorabile pur non essendo l’allora numero #34 un cecchino (25,6% da tre su due triple a partita quell’anno).

Andando avanti, come detto, anche da tagliante Jones può rendersi utile in attacco e ciò è stata una costante nel corso della sua carriera. Usare i tagli per crearsi un corridoio verso il ferro è una possibilità che sfrutta con continuità. Per lui chiudere sopra l’anello non è un grosso problema, anzi tende spesso a finire in alley-oop o a forzare una schiacciata, anche a costo di sbagliarla o subire fallo. Da migliorare è però il tocco, le mani non sono educatissime, il che giustifica le scarse percentuali da fuori e ai liberi (55% l’anno passato), ma pure le doti da passatore non spiccate.

Pubblicità