A Bamberg da veterano
L’8 marzo Chris Dowe gioca la sua prima partita con la canotta del Brose Bamberg e sembra militare in Baviera da anni. Ci sono tanti aspetti che lo rendono sin da subito un fit perfetto, in primis il modo in cui gestisce le chiavi della squadra.
Spicca soprattutto la capacità di saper coinvolgere tutti i compagni. Il Bamberg, a differenza del Prometey, gioca con un’ala forte perimetrale come Lengfelder: un realizzatore completo che può essere paragonato a Bendzius. I due lunghi bavaresi sono complementari ed essenziali per lo sviluppo dell’azione: Akil Mitchell copre il gioco interno, il lituano Geben quello esterno. Con loro Dowe ha sia la soluzione di pick&roll/pick&pop dalla media che il cambio difensivo per attaccare come un falco verso il ferro.
Ma la connessione migliore arriva con l’ex Roma Kyzlink e l’ex Nymburk Prewitt (ti ricordi Dinamo?): entrambi leggono le intenzioni di Dowe e sono molto coinvolti nel gioco interno grazie a tagli sul lato debole che permettono di velocizzare tantissimo il gioco nei primi secondi.
Come sottolineato dal Gm Federico Pasquini, il giocatore americano può essere giostrato anche da guardia. Al Bamberg lo ha fatto con un’altra conoscenza del nostro basket come l’ex Pesaro Justin Robinson. Dal nostro punto di vista non rimane la gestione migliore del ragazzo: il suo ingaggio pare più orientato a togliere gli oneri di playmaking che l’anno scorso erano di Logan e di Gentile. Solo l’abbinamento con Gerald Robinson nei finali di partita può essere contemplato.
Procedendo con l’analisi del periodo tedesco, Dowe ha confermato le sue doti di uomo-clutch più come penetratore che come realizzatore: una caratteristica molto meno fruttifera durante la gara che non nei finali, dove spesso ha raccolto fischi amici. Infine l’aspetto della creatività: oltre al ventaglio di soluzioni collaudate, il neo acquisto di Sassari può pescare dal mazzo alcune carte imprevedibili, anche se limitate all’uno-contro-uno dal palleggio.