Dopo aver intervistato il DS Leonessa Marco Abbiati, proseguiamo il nostro viaggio virtuale all’interno del mondo dello scouting con un altro esperto, stavolta abbiamo contattato Lorenzo Neri che ci ha raccontato aneddoti e curiosità del mondo dello scouting da un altro punto di vista
– Presentati
Mi chiamo Lorenzo Neri, ho 35 anni e cerco di fare girare la mia vita intorno alla palla a spicchi. Tra le varie cose, dal 2013 mi occupo di scouting a livello freelance per società e allenatori di A e A2 per aiutarli nel processo di scelta dei giocatori stranieri da inserire all’interno delle loro squadre.
– Quando e come è nata questa tua passione? Da quanto è il tuo lavoro?
La mia è una passione nata principalmente dal College Basketball. Mi ha subito incuriosito capire perchè alcuni giocatori che vedevo dominare al Torneo NCAA non riuscivano a sfondare in NBA, quindi ho cercato di capire i vari criteri di valutazione. Lo stesso passaggio l’ho fatto in relazione alla pallacanestro europea, e da quel punto ho provato a vedere se poteva diventare più di un passione.
Sul lato professionale devo tutto a Marco Crespi, che nel 2012 mi ha dato consigli, strumenti ma soprattutto la fiducia per iniziare a lavorare nel mondo del basket partendo quasi dal nulla.
– Che caratteristiche deve avere uno scout?
Anche in questo campo ognuno ha il suo stile ma credo la più comune e importante è quella di non rimanere ancorati all’idea iniziale che si ha di un giocatore, positiva o negativa che sia. Saper tornare sui propri passi.
– Come funziona il lavoro di uno scout? Sono le società a contattarvi o siete voi a proporre?
Come tutti i lavori freelance il proporsi nel modo giusto credo sia fondamentale. Non voglio passare come quello che la sa più lunga di altri – anche perchè non è vero – ma far capire l’aiuto che posso dare nel processo di valutazione di un giocatore avendone seguito le orme sin dai primi passi al college fa la differenza.
– Quali sono i tuoi colleghi più bravi in questo ambiente?
Ho il terrore di dimenticare qualcuno di veramente valido quindi vado con le persone a cui sono più legato a livello professionale, come Marco De Benedetto (Trieste), Roberto Breveglieri (Reggio Emilia) e Marco Abbiati (Brescia).
Con De Benedetto ci conosciamo da anni e condividiamo da sempre interminabili chiacchierate sui giocatori, “Bebo” invece lo conosco da meno tempo ma fin da subito mi ha permesso di imparare molto sulla professione, infine Abbiati è quello che mi aiuta nel “thinking outside the box”.
– Quante partite guardi in media a settimana? Quanto è importante essere sul posto invece che guardare video direttamente a casa?
Dovendo ricoprire un numero di campionati considerevole (considerando Europa, College Basketball e NCAA) diciamo che si parte da almeno una partita al giorno.
Vedere le partite da video aiuta a dare un’idea sul giocatore, ma è molto importante avere la possibilità di vederli in azione dal vivo per seguirli anche in quegli aspetti che dal monitor è difficile carpire: atteggiamento generale, rapporti con squadra e coach, valutazione reale delle misure, ecc.
– Che caratteristiche deve avere un giocatore per colpirti? Quali aspetti non bisogna trascurare?
Credo che l’aspetto fisico-atletico sia quello da non trascurare mai. Personalmente mi piacciono i giocatori con feeling per il gioco, leggendo movimenti con/senza palla in modo naturale, e capaci di poter tenere un alto livello di intensità in campo. Con queste due caratteristiche secondo me si può parlare di un giocatore con margini di crescita.
– Come si fanno a scoprire alcune informazioni tipo il comportamento e l’impegno scolastico? Immagino che i coach siano molto interessati anche a questo aspetto.
È molto importante muoversi da questo punto di vista, partecipare a eventi in giro per il mondo per avere a disposizione più connessioni possibili e avere accesso a un database di informazioni più ampio possibile.
– NCAA, NBA, Eurolega e basket Europeo in generale: cosa ti appassiona di più? Riesci a seguire anche delle partite per piacere o ormai sei focalizzato solo sul lavoro?
La NCAA è un amore antico, quella che riesce a far combaciare al meglio lavoro e passione: Marzo è il mio mese preferito dell’anno e non c’è bisogno vi spieghi il perchè. Riesco a vedere NBA e Eurolega con costanza, sono quelle che mi regalano maggior piacere perchè stiamo parlando dell’eccellenza di questo sport e regalano sempre spunti per capire in che direzione si evolve la pallacanestro.
– In Italia mi sembra che non ci sia troppa fantasia nello scouting e che circolino sempre gli stessi giocatori.. Tu come la vedi? Quali sono le società che lavorano meglio da questo punto di vista?
Non biasimo la scelta di una dirigenza o di un allenatore di puntare su giocatori rodati, considerato il livello di competizione del campionato. D’altro canto sono molto affascinato da chi riesce a fare scelte coraggiose, anche se la maggior parte delle volte sono decisioni dettate dal budget. Tra quelle che non sono obbligate a questa scelta, Trento credo sia quella che meglio ha lavorato in questi ultimi anni.
– Quali sono gli eventi imperdibili? Le Summer League? Il PIT o i vari showcase? Quale preferisci? Dove si fanno le più grandi scoperte?
Gli eventi imperdibili sono sicuramente Summer League, GLeague Showcase e Portsmouth Invitational. Tre eventi con criteri di valutazione molto diversi tra loro ma che ti permettono di classificare dei prospetti che inizialmente non sono a portata di mano per noi europei. Credo sia molto interessante seguire anche il campionato tedesco, che offre spunti sempre molto interessanti su vari livelli, e quello belga, dove lo scouting è sempre usato in maniera ottimale.
– Ti occupi anche di prospetti europei o sei focalizzato solo su quelli americani?
Nonostante sia specializzato sui prospetti americani, credo sia necessario avere una buona conoscenza anche di quello che succede da questa parte dell’Oceano, quindi cerco di dare grande attenzione ai giocatori europei e ai tornei giovanili. Da quest’anno poii visti per i giocatori extra-comunitari sono diminuiti, quindi saper individuare stranieri anche nel campo degli europei sta diventando sempre più importante.