Scouting, Mouhammadou Jaiteh: cosa porta alla Virtus Bologna?

1956

DIFESA

Difensivamente Jaiteh è uno di quei giocatori che dà l’impressione di seguire la corrente della squadra. All’interno di un sistema che funziona è un buon punto di riferimento sotto canestro, con la sua presenza fisica e la capacità di raccogliere rimbalzi a grappoli. Ma se le cose non girano per il meglio non è il singolo capace di invertire da solo la tendenza.

Come abbiamo detto in precedenza, non ha grande mobilità di piedi. Di conseguenza, sulle situazioni di pick&roll l’unica opzione realmente praticabile è quella di tenerlo in contenimento, chiedendo al difensore del palleggiatore di lavorare sodo per lasciare meno vantaggio possibile al proprio uomo. Nelle situazioni di cambio, infatti, Jaiteh diventa bersaglio troppo comodo per gli isolamenti degli esterni.

Quando però c’è buona collaborazione difensiva che gli permette di mantenere una posizione profonda, dove controllare sia il palleggiatore che l’interno dell’area, allora le cose cambiano. La sua sola presenza fisica nega la maggior parte delle linee di passaggio interne, costringendo spesso il palleggiatore a scaricare sul perimetro o a cercare un tiro in proprio prima del recupero del proprio difensore.

In post basso, come visto per le situazioni di rimbalzo offensivo, non ha paura di prendere contatto fisico con il proprio uomo.

Jaiteh

Talvolta, però, è pigro nelle situazioni precedenti alla ricezione del pallone e tende a farsi tagliare davanti, concedendo ricezioni abbastanza profonde. Cosa che, spesso, rende inutile poi il lavoro di fisico che è disposto a fare.

A rimbalzo difensivo è una garanzia: da tre stagioni viaggia attorno o oltre il 20% di defensive rebound percentage. Non è particolarmente attivo, ma, ancora, con i chili e i centimetri a disposizione spesso non ne ha bisogno. Ha buona capacità di recuperare i palloni anche toccandoli due o tre volte prima di conquistarne il controllo.

È un difensore del ferro abbastanza mediocre se rapportato alle dimensioni. La carenza di esplosività ed atletismo lo penalizzano da questo punto di vista. Di fatto tutto ruota attorno a quanto bene riesce a posizionarsi preventivamente in difesa. Se ha buona posizione nei pressi del ferro è un muro non semplice da scavalcare, quando, invece, deve muovere i piedi per recuperare, magari su un esterno, la sua efficacia cala drasticamente.

Un difetto da correggere è quello di fermarsi sotto il ferro avversario dopo una conclusione avversaria, rientrando al passo e lasciando i compagni in situazioni di sotto numero difensivo troppo a lungo. Situazione fisiologica entro certi limiti per un centro di stazza come lui, ma che Jaiteh tende a portare all’estremo un po’ troppo spesso.

Pubblicità

1
2
3
n.fiumi
Classe 1985, bolognese di nascita. Folgorato da Danilovic, ammaliato da Ginobili, tradito da Abdul Gaddy. Incidente che mi ha portato a valutare le cose in maniera più disincantata.Classico esempio di paziente affetto dal "Disease". La vita è troppo breve per vedere brutto basket ma, se non c'è altro, il campionato ungherese resta un'ottima opzione.