Dopo i problemi fisici avuti da Nico Mannion, la Virtus Bologna è dovuta tornare sul mercato alla ricerca di un esterno che potesse garantire un solido contributo nelle rotazioni di coach Scariolo, almeno fino al rientro dell’ex Golden State. Seguendo il trend di scegliere giocatori di giovane età per il proprio back court, il nome che è arrivato in bianco nero è stato quello di Ty-Shon Alexander. Guardia classe 1998, che ha speso l’ultima stagione a metà tra Phoenix Suns e Canton Charge in G-League. Non scelto al draft 2020 in uscita da Creighton e successivamente firmato come free agent dalla squadra di Chris Paul.
Come sempre, andiamo a conoscerlo meglio.
ATTACCO
191 centimetri per 88 chili, Alexander è una guardia con eccellenti doti di tiro e una naturale tendenza a gravitare oltre l’arco: prendendo in considerazione le sue tre stagioni in NCAA e l’ultima tra i pro, quasi il 60% delle sue conclusioni dal campo sono state da tre punti.
Distanza dalla quale, in carriera, si attesta attorno al 37% di realizzazione. Una cifra assolutamente non disprezzabile se rapportata ai quasi cinque tentativi a incontro.
Meccanica compatta e, soprattutto, rilascio molto rapido, fanno di Alexander un tiratore davvero pericoloso che in situazioni di catch&shoot nell’ultima stagione ha realizzato con oltre il 43%. Identikit perfetto per essere una vera minaccia lontano dalla palla, anche grazie a una buona capacità di leggere gli spazi e muoversi sul perimetro per dare linee di passaggio agevoli ai propri compagni di squadra.
Non solo piedi per terra, però, sa essere pericoloso Ty-Shon Alexander, capace di segnare anche dal palleggio: al college, di fatto, le sue percentuali erano le stesse piedi per terra o in movimento (circa 37%) mentre nelle quindici partite disputate con i Canton Charge nel 2020/2021 ha tirato 12/38 (le statistiche accumulate in NBA fanno riferimento soprattutto a minuti di garbage time poco indicativi), cifra comunque figlia di un campione di gare piuttosto ridotto.
È principalmente un finalizzatore. Non ha grandi doti di creazione di gioco per i compagni. Un atletismo non eccezionale gli porta problemi a creare vantaggi e separazione dal palleggio. Dal pick&roll, non la sua principale opzione offensiva, gioca soprattutto per sé. Non è però avventato nelle decisioni: a numeri molto contenuti in termini di assistenze (1.9 in 24’ di gioco, 11,7% di assist percentage) contrappone cifre altrettanto limitate di palle perse (1.1, 12.1% di turnover percentage), segno di una buona capacità nel comprendere i propri attuali limiti.
Collegato a questo discorso c’è una pericolosità relativa al tiro da due punti: 46% in stagione, 4/12 al ferro in quindici gare, considerando anche i tiri in transizione. Come detto, non ha un primo passo esplosivo come quello che abbiamo visto avere Nico Mannion, cosa che, combinata a un fisico nella norma per il proprio ruolo, lo porta ad aver difficoltà a prendere tiri puliti contro la difesa.
Buon tiratore di liberi. In carriera stabilmente attorno all’82%. Dato su cui comunque potrà lavorare per portarlo quanto più possibile vicino al 90, questo sì numero di elite per una guardia.