Il ritorno in campo del basket giocato, oltre a riempirci di entusiasmo, ci ha dato la possibilità di vedere in azione i roster (non tutti al completo) che si daranno battaglia nella prossima LBA. Questi primi match di Supercoppa, per quanto ufficiali e valevoli per un trofeo, sono da considerare opportunamente come mera preseason, dalla quale i giudizi tecnico-tattici vanno presi più che con le pinze. Ne è esempio lampante la Virtus Bologna, che ha iniziato a marce basse, all’esordio la V è risultata “imballata”, come l’abbiamo definita, nella vittoria su una Cremona con tante assenze e pochi allenamenti nelle gambe. Ad ogni modo, la sfida ci ha consegnato comunque qualche cauta indicazione, una su tutte la prova di Awudu Abass, apparso come il più in palla tra i suoi. Il neo virtussino potrebbe essere una pedina fondamentale nello scacchiere di Djordjevic e adesso andremo ad analizzare qualche spunto in merito a ciò.
Welcome @AwuduAbass ⚪️⚫️🏀 pic.twitter.com/NvjbWz8ndP
— Virtus Segafredo Bologna (@Virtusbo) June 16, 2020
La Segafredo, certa di avere una base piuttosto solida, in virtù di quanto visto nella scorsa, mozzata, stagione, è intervenuta in modo intelligente sul mercato. La dirigenza bolognese ha puntato su quattro colpi mirati, puntellando i punti deboli della rosa (vedasi innesto di Josh Adams) e andando a rimpolpare un reparto italiani risultato abbastanza scarno. In questo senso, l’aggiunta di Abass è un colpo in termini di campagna acquisti azzurra. Sui due lati del campo, l’ex bresciano è stato probabilmente il miglior italiano dell’ultima LBA e sicuramente uno dei migliori tre in ottica qualitativa generale. Inoltre, nelle due annate alla Germani, Abi è migliorato notevolmente sia tatticamente, quella finita in anticipo è forse la sua migliore annata in carriera, che mentalmente, e a dimostrarlo c’è la scelta di fare uno step in avanti verso un top team. Infatti, la sua decisione di firmare per le Vu Nere, nonostante l’evidente paura di trovare poco spazio, come accadde a Milano, è sintomo di un giocatore che si sente pronto ad affermarsi su palcoscenici importanti. A testimoniarlo, seppur si tratti di un irrilevante antipasto, c’è la prova di voglia di mettersi in mostra vista sabato sera al PalaRadi. Continuando a sottolineare la relativa importanza della sfida, Abass ha lasciato intravedere ciò che porterà al sistema virtussino nella stagione alle porte. Non sono i 10 punti e i 6 rimbalzi in 21 minuti che lasciano ben sperare la metà bianconera di Basket City, bensì alcuni sprazzi di giocate d’intensità del loro nuovo beniamino.
Qui, Abass brucia un Mian passivo e disattento, anticipando un passaggio prevedibile di Andrea Donda ed esplodendo in contropiede, chiudendo con una schiacciata. Questo passaggio è stato solo una parte dell’inizio aggressivo della sua partita ed esperienze alla V, cominciata essendo protagonista in 6 dei primi 8 punti di squadra.
La transizione, che da sempre è stata una sua arma caratteristica, è diventata progressivamente il suo marchio di fabbrica. Il lombardo si è attestato come una vera transition machine, una situazione di gioco che rappresenta il 15,8% delle sue soluzioni offensive (meno frequente soltanto rispetto ai catch and shoots). In una squadra con passatori come Markovic e Teodosic, che ha aggiunto un altro specialista del campo aperto come Adams, Abass potrà massimizzare questa sua abilità. In quintetti che optano per Vince Hunter, e non Gamble, Djordjevic potrà puntare su uno spettacolare run&gun, già visto nella scorsa stagione (Teo e compagni hanno avuto il secondo PACE più alto di tutta la Serie A, 73,8).