Uno degli allenatori di cui il panorama cestistico europeo ha sentito più la mancanza recentemente è Sergio Scariolo. Il coach italiano, pluripremiato campione con la nazionale spagnola, dopo la sua esperienza alla Virtus Bologna non si è più seduto sulla panchina di nessun altro club. Più volte i rumors hanno accostato il suo nome ad alcuni tra i più importanti club d’Europa, ma nulla si è mai concretizzato. Il lato positivo della sua “inattività” è che lo stesso Scariolo negli ultimi tempi si è espresso su tanti temi riguardanti il basket nostrano. In questo campo rientra l’intervista concessa dal CT della Spagna ad SKWEEK.
Tra i tanti temi trattati, Sergio Scariolo ha parlato della sua esperienza da CT della Spagna e dei giocatori che lo hanno impressionato di più. Di seguito, un estratto dell’intervista che ha approfondito questo aspetto. Per sentire integralmente le sue dichiarazioni vi lasciamo il link al video.
Sono stato davvero fortunato. Ho avuto tanti grandi giocatori, grandi persone, con diversi tipi di leadership. Sei, sette leadership differenti fuse insieme. Non è facile da gestire, far funzionare tutto, ma sono così orgoglioso di loro per avermi dato la possibilità di allenarli. Perché alla fine dei conti, è così che funziona. Sono i giocatori a decidere se lasciarti allenarli. E se alla fine sentono che puoi aggiungere qualcosa all’equazione, che puoi aiutarli a vincere, allora a quel punto ti danno il 100% e, diciamo, ti danno il via libera per allenarli, anche in modo molto esigente o duro, a seconda della situazione. Quindi sono davvero, grato a loro perché me l’hanno permesso.
Con Pau Gasol avevi la sensazione di trovarti davanti a qualcosa di diverso. A volte pensavo davvero che questo ragazzo venisse da un altro pianeta. Era così coordinato, così intelligente. Aveva tutto. Poteva tirare, giocare spalle a canestro, passare, competere con grande intensità. Sapeva guidare. Poteva intimidire e proteggere il ferro. Aveva così tante abilità e qualità diverse che è davvero, davvero raro trovarne così tante in un solo giocatore.
Era un leader straordinario, aveva un grande impatto sulle persone. È un po’ difficile trarre ispirazione da qualcuno che è così al di sopra della media… ma non della media normale, intendo della media del livello più alto. Ma la sua serietà, il suo amore per il gioco, il suo modo di prepararsi – che magari è qualcosa che avviene dietro le quinte, ma che noi abbiamo avuto la fortuna di vedere – il modo in cui si preparava, si prendeva cura di sé, si rigenerava… era decisamente qualcosa di diverso.