Serie A: Fiat Torino, si riparte da Larry Brown

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Il 13 Giugno 2018 è stata una giornata storica per il basket di Torino e, in parte, anche per il basket italiano. Alla Fiat Auxilium Torino è infatti sbarcato un guru del basket mondiale: Larry Brown, campione NBA 2004 con i Detroit Pistons e decano delle panchine USA a tutti i livelli.

L’approdo di una leggenda simile è stata una mossa sicuramente mediatica per avvicinare molti appassionati alla squadra e sponsor “convinti” dal nome di grido, ma soprattutto tecnica, perché Brown è allenatore sì fermo da un paio di stagioni dopo aver allenato a MSU, college di Dallas, ma rimane un uomo di pallacanestro preparatissimo e con idee sempre all’avanguardia, capace di far rendere al meglio sia veterani che giovani da lanciare sul grande palcoscenico.

E proprio nella composizione del roster si è vista la volontà dell’ex coach NBA di avere a disposizione un mix tra esperienza e freschezza, circondandosi di giocatori già conosciuti (Carlos Delfino ai Pistons), giocatori richiamati dall’aurea del coach (James-Michael Mc Adoo, che ha frequentato il college di UNC, alma mater di coach Brown) e giovani che sono stati convinti dal progetto e dalla volontà di iniziare la carriera agli ordini di un maestro della pallacanestro.
Maestro è una parola non casuale, tra l’altro, perché proprio coach Brown fin dalle prime interviste ha puntato molto l’attenzione sul concetto di insegnamento che lo stesso coach intende bidirezionale, come conferma capitan Poeta in un’intervista a La Gazzetta di qualche giorno fa:

“È qui per mettersi in discussione. La prima cosa che mi ha detto è stata che qui il rookie è lui e che dovevo dargli una mano”.

Un approccio, questo, che è piaciuto molto alla squadra, che è ripartita con forte entusiasmo dopo le scosse telluriche tecniche patite la scorsa stagione.
Nonostante l’entusiasmo portato da coach Brown, però, non tutto è andato per il verso giusto in questo inizio di preparazione, a partire dal mancato arrivo di Jaylen Morris, firmato dai Milwaukee Bucks poco dopo l’accordo con Torino, subito rimpiazzato dalla firma del giovane Vojislav Stojanovic, passando per gli infortuni minori in fase di preparazione di Cusin, Carr e McAdoo, per arrivare all’infortunio alla spalla del giovane Trae Holder, spalla già infortunata in estate e che gli ha precluso il tentativo di trovare un contratto in NBA dovendo saltare la Summer League di Las Vegas e che ha costretto la Fiat Torino a tornare sul mercato per firmare Tyshawn Taylor, play-guardia lo scorso anno in Turchia al BSB Anakent, come polizza assicurativa.
Il tutto in aggiunta alla lungodegenza di David Okeke, ancora in attesa di un via libera da parte dei medici dopo lo stop per problemi cardiaci patito la scorsa stagione, proprio alla vigilia della vittoriosa avventura in Coppa Italia e soprattutto alla grana Royce White.

Royce White (Foto Uff. Stampa Fiat Auxilium Torino)

Il talentuoso lungo nativo di Minneapolis, scelto alla 16 chiamata assoluta al draft 2012 dagli Houston Rockets, nei piani della dirigenza torinese avrebbe dovuto far coppia con McAdoo, ma in realtà non si è mai presentato sotto l’ombra della mole, dando sostanza ai dubbi espressi sulla reale possibilità di vederlo giocare in Italia. La sua storia infatti non dava sufficienti garanzie su un suo impegno a tempo pieno in un paese così lontano dalle sue radici, lui che fin dai tempi del college aveva mostrato segni di scarsa stabilità mentale, manifestatesi in passato in crisi di panico e impossibilità a prendere aerei. Proprio questa sua condizione (White è diventato, nel tempo, un testimonial importante nella campagna di sensibilizzazione ai problemi patiti da atleti professionisti sofferenti di mental deasese) gli ha precluso una carriera da professionista che sarebbe stata assolutamente nelle corde di un giocatore dal talento cristallino e dalle caratteristiche fisiche decisamente importanti e che si è dovuto “accontentare” di una carriera che lo ha visto districarsi tra passaggi in G-League e presenze nel campionato Canadese (dove è stato MVP e dove si è reso protagonista di una sospensione di 11 gare per aver insultato un arbitro in una gara che i suoi London Lighting stavano vincendo in una serie di playoff in cui lui stava viaggiando a 28 punti e 10 rimbalzi di media).

Il mancato rispetto del contratto da parte del lungo ha aperto un vuoto nel roster della Fiat Auxilium Torino, prontamente colmato dalla firma di Jamil Wilson, giocatore che proprio in maglia gialloblu ha dato il via ad una carriera professionista che lo ha visto poi approdare in NBA a Los Angeles, sponda Clippers e tornare poi in Italia alla Virtus Bologna in chiusura di stagione.
Nel cambio Torino ci ha guadagnato, potendo prendere un giocatore di assoluta concretezza, che conosce già il basket europeo e il contesto torinese e che meglio si integra con i lunghi McAdoo e Cusin, dando anche una dimensione esterna al reparto. La sua firma, inoltre, fa felici tutti quei tifosi che ne chiedevano il ritorno già nella passata stagione.
Una sfida importante quella di questa versione della Fiat, che vorrà puntare in alto, una dimensione a cui Larry Brown ha sempre abituato i propri tifosi.

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