Solidarity Cup, Italia-Brasile: super Fontecchio – Pagelle

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Penultimo test preMondiale per l’Italbasket, che a Shenzen affronta il Brasile per la prima delle due partite valevoli per la Solidarity Cup. Test di livello per gli uomini di Pozzecco, che si trovano ad affrontare una squadra molto fisica e atletica soprattutto nel proprio frontcourt. L’Italia inizia la partita a rilento, con il Brasile spinto dai canestri di Raul Neto, ma sale mano a mano di condizione. Dopo aver inseguito gli avversari per due quarti, nel terzo periodo di gioco arriva il sorpasso degli Azzurri firmato Simone Fontecchio. Nell’ultimo quarto sono i canestri di Spissu, Ricci, Tonut e un’ultima tripla dello stesso Fontecchio a mettere la parola fine sul match, impedendo al Brasile di rientrare. Ulteriori segnali positivi quindi per il Poz in vista della rassegna iridata. Risultato finale 93-87, di seguito le pagelle della gara.

Italia

Spissu 7: gestisce bene l’attacco italiano e nell’ultimo quarto, come ormai suo solito, segna dei canestri pesantissimi rimanendo sempre lucido.

Datome 6.5: infila qualche tripla di esperienza come solo lui sa fare, dalla panchina è sempre un innesto importante per leadership, esperienza e qualità.

Diouf ne

Fontecchio 8: MVP del match, il Brasile prova a mettergli più a stretto contatto possibile tutti i propri difensori riuscendo solo parzialmente ad arginarlo. Chiude come miglior realizzatore dell’incontro, segnando anche un canestro da fantascienza.

Tonut 7.5: in attacco è altro giocatore rispetto a quello visto nella scorsa stagione con l’Olimpia, si prende molte più responsabilità e sfrutta bene il proprio fisico contro le guardie non altrettanto prestanti brasiliane.

Melli 5.5: per una volta è lui quello ad essere più in difficoltà rispetto ai suoi compagni, le battaglie sotto canestro contro i corpi avversari non sono semplici e nel finale di gara rimane fuori.

Pajola 6: un paio di giocate difensive come al suo solito, prova a mettere la museruola a Neto.

Polonara 6.5: sfrutta le disattenzioni della difesa avversaria sui suoi tagli e movimenti continui, dando il mal di testa a Dias.

Procida sv

Ricci 7.5: grandissima partita di Pippo, che dal terzo quarto è uno dei fautori principali della vittoria Azzurra. In difesa contiene bene gli avversari nonostante il dislivello fisico, in attacco apre il campo e segna un paio di triple fondamentali.

Severini sv

Spagnolo 6+: meno protagonista in attacco rispetto ad altre uscite precedenti, aggredisce comunque bene gli avversari in fase offensiva racimolando qualche punto.

 

Brasile

Huertas 6: inizia bene la partita giostrando l’attacco brasiliano, poi si spegne mano a mano e nel secondo tempo ha pochi minuti.

Yago 6.5: alterna giocate buone ad altre meno, ma nell’ultimo quarto dà una scossa importante e rischia di far rientrare il Brasile in partita.

Neto 7: uno dei migliori dei suoi, l’attacco di coach de Conti passa in gran parte tra le sue mani e lui risponde presente.

De Paula 5.5: fisicamente regge botta, ma quando prova ad avventurarsi in palleggio crea molta confusione.

Benite 6: fuori dall’area è una minaccia che tiene in allerta gli azzurri, paga fisicamente in difesa.

Meindl 6.5: meglio quando agisce lontano dalla palla che con la sfera tra le mani, nell’ultimo quarto segna anche un tiro da tre dopo aver sparacchiato per tutta la mattinata.

Jau ne

Dias 7: in coppia con Caboclo mette in seria difficoltà a rimbalzo e sotto canestro gli Azzurri, anche se in difesa perde Polonara in qualche occasione di troppo.

Caboclo 7.5: probabilmente il migliore in campo dei suoi, prestazioni come queste fanno stropicciare gli occhi ai tifosi Reyer. La sua stazza, unita alla sua rapidità e al tiro da tre lo rendono un rebus a tratti irrisolvibile per la difesa di Pozzecco. Dominante, unico neo i troppi falli.

Dos Anjos n.e.

Felicio 6: con la sua mole è un costante allarme per l’Italia in uscita dalla panchina, ma oltre ai rimbalzi incide poco.

Galvanini 5.5: schierato da coach de Conti nel secondo quarto, fa fallo su un tiro da tre di Fontecchio e da quel momento non vede più il campo.

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