Quando scocca la mezzanotte del primo settembre e la sabbiolina della clessidra chiamata “inizio campionato” si sta piano piano esaurendo, due sono i pensieri che potrebbero serpeggiare nelle mente di un tifoso di pallacanestro: entusiasmo nel rivedere la squadra del cuore calcare nuovamente il parquet del proprio palazzetto e il timore che questa non sia abbastanza completa per poter competere con le dirette avversarie.
Quest’ultimo, però, non vale se ti chiami Fenerbahce e hai vinto quattro titoli (più un Eurolega) nelle scorse 5 stagioni di Super Ligi.
In questo scritto daremo uno sguardo veloce ai roster delle più importanti squadre turche e rifletteremo su un dilemma che la Super Ligi ci ha abituato da qualche anno a questa parte: c’è veramente una squadra in grado di impensierire la corazzata di Obradovic?
FENERBAHCE, L’ESERCITO DI OBRADOVIC:
Le sanguinose partenze oltreoceano di Brad Wanamaker (direzione Boston) e James Nunnally (Minneapolis) hanno portato alla corte di Mago Zelimir Obradovic due giocatori che nella Turchia hanno visto la propria terra promessa: Tyler Ennis (4.1 punti in 54 partite a Los Angeles) e una vecchia conoscenza del basket europeo, Joffrey Lauvergne.
In cerca di costanza e stabilità (ha cambiato quattro franchigie Nba in tre anni), il francese è finalmente pronto a prendersi sulle spalle una squadra di livello diventandone un punto di riferimento per tutta la stagione e, chissà, magari (nello stupore collettivo) potrà verificarsi determinante anche in ottica Eurolega.
È vero, la squadra si è indebolita rispetto all’anno scorso ma, ora come ora, non possiamo sapere l’impatto che i due ex NBA potrebbero avere sulle sorti della squadra. Soprattutto in Eurolega. Molto probabile, quasi scontata, invece, l’egemonia assoluta all’interno delle mura amiche.
Tatticamente parlando, la palla continuerà a passare dalle mani di Sloukas che, a proprio piacimento, inventerà linee di passaggio e giocate risolutrici in grado di lasciare sul posto la maggior parte dei play avversari. Riconfermatissimi Goduric (sarà l’anno della definitiva consacrazione?), Melli e Datome, che insieme all’ex San Antonio, andrebbero a comporre un quintetto che farebbe gola a mezza Europa.
L’INSIDIA CHIAMATA DARUSSAFAKA
A seguito della schiacciante vittoria in Eurocup contro un caparbio Lokomotiv Kuban, la squadra turca, candidata come principale contender del Fenerbahce, ha venduto tutti i propri pezzi più pregiati: a partite dal coach David Blatt che ha deciso di migrare verso terre più calde chiamato a stupire tutta l’Attica bianco rossa e l’MVP delle Finals Scottie Wilbekin partito per Istraele, destinazione Maccabi Tel Aviv. Assieme a loro, JuJuan Johnson alla Lokomotiv Kuban, James Bell al Cedevita, Will Cummings al EWE Oldenburg e Howard Sant- Ross all’ AEK Atina.
Una squadra, dunque, smontata dalla testa ai piedi, la cui dirigenza è stata una delle protagoniste in entrata di questa calda estate con l’unico scopo di essere “abbastanza” per battere o, per lo meno, impensierire l’unica favorita al titolo.
Tra i nuovi innesti, i turchi potranno contare sul talento di Markel Brown, direttamente da Houston, che -forse stanco dei continui saliscendi tra NBA e G-League – ha preferito un progetto oltreoceano e sull’esplosività di Ray McCallum che avrà le chiavi della squadra in mano e potrà gestire il proprio talento a servizio di coach Çakı. Realizzatore completo, molto atletico e rubapalloni insuperabile, McCallum sarà il cuore pulsante di una squadra volenterosa di fare bene nell’Europa che conta e in campionato.
ANADOLU EFES: LE SCOMMESSE PERSE E QUELLE ANCORA DA FARE
Guariti dalla McCollum-dipendenza, ora per l’Anadolu Efes è tempo di rialzarsi e camminare: risalire i gradini dell’Eurolega e dare filo da torcere a Datome e compagni.
Autori di una vera e propria rebuilding, la dirigenza turca vuole fin da subito raccogliere quanto seminato in questa Off Season.
Via un play, dentro un altro: Shane Larkin (dai Celtics Boston) dirigerà principalmente le manovre della squadra di Istanbul con Micic da back-up.
Il motivo che l’ha portato a firmare per Anadolu è molto analogo a quello di Brown per il Darussafaka: voglia di riscatto e la giusta determinazione, frutto di anni passati dall’altra parte del globo all’ombra degli altri.
L’ex Zalgiris, invece, può aggiungere qualità e soluzioni ad un’ armata offensiva già di per sé letale. A completare il mosaico, l’ex Darussafaka (nel 2016) Anderson e dalla Spagna il longilineo Tibor Pleiss (Valencia) e il catalano Adrien Moerman (Barcelona).
LA (NON) RIVOLUZIONE GIALLO ROSSA:
La vittoria nel 2015 dell’Eurocup ha dato via ad un periodo di mediocrità dal quale la società sta seriamente facendo fatica ad uscire.
Un gradino inferiore alle altre, la squadra turca con il passare degli anni è sempre di più scesa di livello. In questo momento, basa la propria rivoluzione o sull’acquisto di giovani promettenti -che nei loro pochi anni di carriera si sono alternati tra G-League ed NBA; senza convincere mai del tutto le loro franchigie, vedi Haynes e Harrison- o sul riprendersi (per la terza volta) un nostalgico come Can Korkmaz o sul cercare di recuperare talenti del calibro di Zach Auguste, che nelle passate stagioni (l’ultima al Panathinaikos) non hanno trovato il giusto spazio.
Il tutto condito con una giusta dose di esperienza. E lo sloveno Klobucar sarà uno dei mentori di questa squadra.
Un dolce connubio tra una gioventù esplosiva e una maturità acquisita nel corso degli anni. Riuscirà il Galatasaray a rialzarsi?