Trade Deadline so far… tutti movimenti della notte

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È stata una nottata intensa, di quelle che solo il penultimo giorno di mercato possono regalare. Per come dice il buon Marc Spears, che di questi scambi se ne nutre, vedere che ci sono stati 19 scambi in queste ultime ore, quando altrettanti se ne sono verificati nella stagione in corso, è il sintomo che ci si riduce a pianificare o mettere pezze sempre e solo all’ultimo minuto.

STAND-BY: SPURS, ANTHONY DAVIS, MEMPHIS-OUT

Sta bene Popovich, che come da tradizione dei San Antonio Spurs a Febbraio non muove un dito, pur avendo out Aldridge e DeRozan per infortunio. Nel mentre una girandola di cambi che serve non tanto a puntellare le rose, quanto invece a risparmiare qualcosa.
In attesa della trade che si fa attendere per Anthony Davis, che comunque rimane seduto in panchina, senza prendere parte alle gare, ma soprattutto quegli altri movimenti di contorno come ad esempio che Memphis ceda Conley (che non vuole Utah ma la costa Est) e Marc Gasol (vicino a Charlotte se Kaminsky accetterà di entrare in una qualsiasi operazione che lo porti lontano dal North Carolina), sono le altre a muoversi.

DEAL: SCAMBIO MIAMI/PHOENIX, WIZARDS OCULATI

Philadelphia continua la sua movimentazione e dopo Tobias Harris, si assicura dai Toronto Raptors Malachi Richardson e una seconda scelta del 2023, rimettendoci una contropartita in denaro. I canadesi, alla luce di questo movimento, abbassano la luxury tax e liberano anche due posti a roster da poter riempire con free agent dopo la chiusura del mercato trade. Mossa interessante che potrebbe completarsi con la possibile partenza di Lowry, che è diventato il primo obiettivo di Utah dopo il no di Conley.
Scambio sull’asse Miami – Phoenix. Sembravano essere coinvolti i soli contratti di Tyler Johnson (con gli Heat che si liberano di due annualità pesanti) e Ryan Anderson, durato poco in maglia Suns, ma alla fine i ragazzi della Florida inseriscono nell’affare anche Wayne Ellington, che sta già cercando di transare con la proprietà dell’Arizona.
All in pesante per Washington, Houston e finanche Dallas, sebbene per Doncic e compagni sembra essere la prospettiva a contare e non il presente. Washington trova in Chicago il modo per liberare tanto spazio salariale – modo per restare competitivi visto l’infortunio di Wall – cedendo Otto Porter ai Bulls in cambio di Bobby Portis, Jabari Parker e una scelta del 2023. Non contenti, mossa ancor più interessante è quella di scambiare il valido Markieff Morris con Wesley Johnson di New Orleans, il che li porta 300.000 dollari sotto la soglia di pagamento della Luxury, attendendo sempre la possibile trade che coinvolgerà Bradley Beal.

HOUSTON, DALLAS: SI PASSA DA SACRAMENTO…

Scambio a tre per Houston, che riesce nell’impresa di togliersi dal libro paga Brandon Knight. Sono coinvolti i Sacramento Kings e i Cleveland Cavaliers: alla squadra di D’Antoni finiscono Iman Shumpert, Nick Stauskas e Wade Baldwin, nell’Ohio ci vanno Knight, Marqueese Chriss e una scelta protetta del 2019, mentre in California arriva Alec Burks, al terzo cambio di maglia stagionale, con una seconda scelta. Una trade interessante e che aiuta Houston a risparmiare qualcosa, mentre per le altre squadre sono movimenti di contorno in vista di una ricostruzione.
Sempre Sacramento protagonista nel rumor che sconvolge la notte, ossia la trade con Dallas, con la cessione, mentre è sul campo, di Harrison Barnes alla truppa californiana in cambio di Zach Randolph (altro contratto pesante ma in scadenza) e Justin Jackson. Interessante come la notizia venga appresa dal buon Barnes al termine della gara senza che ne avesse contezza. Una situazione sicuramente poco piacevole. Interessantissima la reazione di LeBron James (che era già uscito piccato quando i Lakers sembravano essere fuori da ogni trade) che su instagram, con un post acceso, non accetta che possa succedere una situazione del genere.
Concludiamo con le parole di Durant in conferenza stampa che ha mandato al diavolo i giornalisti per le tante domande e chiacchiere sul futuro di qui al 1 luglio. Si sa che Golden State sta iniziando a diventare un ambiente esplosivo, ma la sua reazione appare eccessiva: che le sirene di altri lidi appaiono davvero concrete?